Cento. La denuncia di Bernardi: “Locali comunali non conformi”
Strutture carenti anche per la tutela del patrimonio librario e del fondo “libri storici”
Cento. Locali non conformi, patrimonio librario e documentaristico a rischio e la scelta sbagliata della Rocca come sede della nuova biblioteca. A denunciare è Mauro Bernardi, ex candidato con RisorgiCento di Tuzet e portavoce del Comitato salvaguardia del territorio centese.
Alcune situazioni individuate da Bernardi si protraggono da almeno dieci anni, anche se “l’attuale Giunta ha le sue responsabilità dal momento che dal suo insediamento ad oggi non ha fatto nulla per chiarire come stanno le cose” e anche le “opposizioni in Consiglio comunale hanno grande responsabilità” con il loro “silenzio assoluto”.
L’indice è puntato verso le condizioni in cui verserebbe “il patrimonio librario dei 10.000 volumi del Fondo libri storici che si trovano tutt’ora a Palazzo Scarselli senza riscaldamento e pulizie da oltre 11 anni, con probabili infiltrazioni per i danni del terremoto e con l’intrusione (accertata) di colombi e roditori”.
Per non parlare di “insetti e muffe che possono aggredire in modo devastante un patrimonio di inestimabile valore storico ed economico”.
Vengono poi le condizioni di lavoro dei dipendenti “che lavorano in locali con una fotocopiatrice a 50 cm dalla scrivania, o di quelli che lavorano in locali senza la dovuta ventilazione ed illuminazione naturale, con un’altezza dei soffitti ampiamente inferiore ai minimi previsti dalla legge”.
Tempo addietro Bernardi fece anche una segnalazione ai Vigili del Fuoco perché “gli uffici di palazzo Piombini dovevano lavorare con le porte aperte perché essendo ex appartamenti hanno le porte blindate che si aprono verso l’interno”.
Ultimo punto riguarda la nuova biblioteca civica che sarà alla Rocca. Bernanrdi contesta la completezza della relazione tecnica che accompagna la relativa delibera: “il Regolamento di Igiene del Comune di Cento dispone che l’altezza minima per le soffitte degli uffici è di 270 cm, mentre l’altezza media di quei seminterrati è meno di 230 cm”.
“Quel seminterrato – si chiede – può legittimamente essere trasformato in luogo di lavoro per dei dipendenti e di frequentazione per i giovani e non che vanno colà a fare ricerche e/o studiare?”.
“Queste ed altre domande più specifiche – conclude – sono state inoltrate agli Uffici comunali, al competente assessore e al consigliere con delega alle biblioteche nelle settimane scorse. Nessuna risposta, nemmeno interlocutoria”.