Bondeno
21 Maggio 2023
Paratie e argini d'emergenza nel piano della Regione per salvare Ravenna con il tentativo di invertire il corso del Canale Emiliano-Romagnolo facendolo scolare nel Po per impedire altri flussi d'acqua verso l'area che affronta il Savio in piena. Ad Argenta l'Acli mette a disposizione degli abitanti di Lavezzola il parcheggio per salvare le auto dei cittadini. Salgono a 75 gli evacuati da Campotto

A Ravenna situazione critica, la Regione tenta di invertire il corso del Cer. A San Biagio le auto degli evacuati di Lavezzola

di Redazione | 3 min

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Il Cer a Salvatonica

di Martin Miraglia e Giada Magnani

La situazione a Ravenna e nel resto della Romagna è disperata, con piogge che ancora insistono parzialmente sull’area, stivali e pompe ad immersione introvabili, cento comuni coinvolti dalle alluvioni e almeno 36mila sfollati, la maggior parte proprio dal secondo comune più esteso d’Italia, alle prese anche con la piena del Savio. Abbastanza, secondo la Regione, per cercare di intraprendere misure estreme, come l’inversione del flusso d’acqua del Cer, il Canale Emiliano-Romagnolo.

Ad annunciare il tentativo dell’impresa idraulica, mai provata prima, è l’assessore regionale all’ambiente Irene Priolo nel corso di una conferenza stampa al fianco del presidente della Regione Stefano Bonaccini e del capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

Il Cer scorre da Salvatonica, frazione di Bondeno, dove si collega con il Po per poi scorrere verso la Romagna per 135 chilometri. In condizioni normali, il canale artificiale più lungo d’Italia passa per Sant’Agostino e il suo Cavo Napoleonico per poi proseguire verso Galliera e da lì abbeverare le aree interne della Romagna. Ora, con il Savio in piena e il Cer già tracimato in più punti nei giorni scorsi, per la Regione è vale la pena tentare di invertire la rotta con un gioco di paratie e argini artificiali per proteggere la città di Ravenna.

“È in corso un’operazione mai fatta prima, proviamo a invertire le acque del Cer per portarle verso il Cavo Napoleonico e il Po e abbiamo chiuso la rotta del Savio. L’acqua è sempre più nel ravennate e va verso il mare, lavoriamo per evitare che ci sia un’ulteriore propagazione delle acque”, ha spiegato Priolo. E venerdì pomeriggio sono arrivati i primi camion pieni di terra per creare un argine artificiale che possa proteggere Ravenna.

Il Cer nei giorni scorsi del resto ha incamerato l’acqua di tutti i corsi d’acqua esondati nei suoi pressi, accogliendo volumi d’acqua cento volte superiori alla sua capacità massima.

Nel frattempo perdura l’allerta rossa in Romagna, dove anche domenica si temono ulteriori effetti dovuti alla criticità idrauliche non ancora risolte, insieme ai rischi di frane causate dall’indebolimento del terreno a causa dell’acqua caduta negli ultimi giorni e delle conseguenti esondazioni. In diverse aree, specialmente a Ravenna e nelle zone limitrofe, permangono ordini di evacuazione.

È in questo contesto che ad Argenta, per quanto riguarda il territorio ferrarese, il circolo Acli di via Chiesa a San Biagio ha deciso di mettere gratuitamente a disposizione degli sfollati di Lavezzola, frazione del comune ravennate di Conselice, aldilà del ponte Bastia che delimita le due province, il proprio parcheggio e i servizi connessi per la sosta delle auto dei cittadini nel caso anche la frazione dovesse venire sommersa dall’acqua dopo che il capoluogo è stato coinvolto dall’esondazione della Destra Reno tra la Frascata, Giovecca e Voltana e che il Comune ha chiesto agli abitanti di evacuare nel caso siano impossibilitati a raggiungere piani superiori.

I mezzi di trasporto di questa larga parte della popolazione sono stati ammassati dai proprietari alle porte di San Biagio, ai piedi della che rampa che porta a ponte Bastia, che attraversa il fiume Reno. In particolare nel
parcheggio dell’ex stabilimento Eridania, preso praticamente d’assalto, ma occupando anche Largo Ariosto, il piazzale delle scuole ed altri punti sosta del paese.

Ora sono tutti in attesa che si metta mano alla falla, alla sicurezza viaria ed urbana. “Speriamo che la cosa si risolva il più presto possibile – dicono gli sfollati – vogliamo tornare a casa nostra”.

Salgono intanto a 75 gli evacuati da Campotto (allontanati dalla criticità delle vie Bucci, Bastia Ponente, Cardinala, Pacinotti, Lanconelli, Galilei) che ieri hanno abbandonato le loro abitazioni, convintamente invitati a farlo a seguito di una eventuale rottura forzata di deflusso idrico dell’argine “Sesto Alto”, a due passi da Sant’Antonio di Medicina, nel bolognese, mentre resta ancora sospeso il traffico ferroviario.

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