C’è una accusa di omicidio colposo dietro alla fine di Leonardo Riberti, il 21enne morto nelle prime ore del mattino del 21 giugno dello scorso anno dopo una caduta avvenuta all’esterno dell’ospedale Maggiore di Bologna, dove era ricoverato a seguito di un intervento chirurgico.
La Procura di Bologna ha notificato l’avviso di fine indagini alla psichiatra che lo aveva in cura a Ferrara. La professionista, 47 anni, è indagata quale responsabile del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’UO Psichiatria Universitaria di Ferrara. La struttura aveva in cura la vittima e il 20 giugno 2022, il giorno prima della tragedia, ne aveva organizzato il trasporto all’Ospedale Maggiore di Bologna per un intervento volto a rimuovere dall’esofago un dischetto di plastica che il paziente aveva ingerito volontariamente.
Il trasferimento, secondo la procura felsinea, venne accompagnando con una nota nella quale non si sarebbe rappresentata adeguatamente la presenza di uno stato psicotico acuto.
A questo su aggiunge l’aver compiuto o fatto compiere da altri sanitari della struttura ferrarese “alcune disarticolate telefonate” a diversi reparti del Maggiore (reparto di otorino, pronto soccorso e psichiatria) senza mai rappresentare la necessità di una presa in carico congiunta e ben organizzata del paziente, e senza riferire il pericolo concreto che Riberti potesse avere condotte pericolose per la propria incolumità.
E in effetti il giorno stesso del ricovero il ragazzo si era arrampicato in modo imprevedibile su un cancello della struttura in cui era ricoverato a Ferrara, circostanza secondo la procura taciuta ai sanitari del Maggiore.
Nel recente passato, inoltre, in più occasioni il giovane si era manifestato poco collaborante, aveva avuto episodi di disgregazione emotiva e comportamentale, numerosi TSO e il 18 giugno aveva anche avuto allucinazioni.
La psichiatra dell’Ausl di Ferrara avrebbe quindi impedito ai sanitari della struttura bolognese di avere piena contezza di tale pericolo, con la conseguenza che Riberti, dopo l’intervento per il quale si trovava all’ospedale di Bologna, era rimasto ricoverato presso il reparto di Otorino, senza che venissero prese adeguate cautele per prevenire azioni pericolose.
Se fossero state adottate certe precauzioni, secondo l’accusa il ragazzo non sarebbe riuscito a uscire dal reparto alle 5.30, attraverso una finestra e a saltare su un pianerottolo da circa 4,70 metri di altezza.
Da qui si lancerà, o cadrà, nel vuoto dall’altezza di circa 15 metri. Morirà sul colpo per le ferite riportate a testa e torace.
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