Comacchio
28 Aprile 2023
I dati relativi al territorio comacchiese preoccupano, soprattutto a causa della pesca illegale. Se n'è parlato presso la Manifattura dei Marinati di Comacchio nell’ambito di Lifeel

Anguilla a rischio estinzione. Negli ultimi trent’anni crollo del pescato dell’oltre 97%

di Redazione | 2 min

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Comacchio. Negli anni ’90 si pescavano mediamente 200 tonnellate di anguilla nella zona delle Valli di Comacchio, nel 2022 non si sono raggiunti i 50 quintali. Un crollo di oltre il 97% di pescato negli ultimi 30 anni con un impatto economico, ma anche ambientale e culturale, devastante. Questi alcuni dei dati emersi dall’incontro organizzato oggi presso la Manifattura dei Marinati di Comacchio nell’ambito di Lifeel, il primo progetto – finanziato direttamente dall’Unione Europea – di conservazione dell’anguilla e concepito a scala di bacino del Fiume Po e di Pianura Padana.

“Fin dalla preistoria – ha commentato Aida Morelli, presidente Parco del Delta del Po Emilia-Romagna, l’uomo è stato capace di modificare in modo permanente il proprio ambiente, influendo sulla diversità biologica, che non è semplicemente la diversità delle specie animali e vegetali presenti sul nostro pianeta. La biodiversità è la ricchezza e la variazione strutturale, culturale e funzionale su diverse scale dei sistemi viventi, uomo compreso. Quali siano le minacce alla biodiversità e le strategie di conservazione sull’anguilla guidano le azioni e le attività che stiamo svolgendo con questo progetto Lifeel”.

Il “processo riproduttivo” dell’anguilla che dalle acque del Mar dei Sargassi risale l’Atlantico per arrivare nel Delta del Po e farvi poi ritorno per riprodursi è certamente complesso, ma è la mano dell’uomo – soprattutto attraverso la pesca illegale – a minacciare in modo concreto la sopravvivenza della specie. Negli ultimi 40 anni la popolazione d’anguilla è diminuita tra il 95 e il 99%. Per questo le azioni del progetto Lifeel fino al 2024 sono volte a facilitare la migrazione delle anguille sia negli stadi giovanili che nello stadio riproduttivo per favorire così il completamento del ciclo vitale e la riproduzione, alcune azioni prevedono, ad esempio, il rilascio di individui sessualmente maturi in mare e la realizzazione di dispositivi di dissuasione per impedire l’impatto letale delle turbine degli impianti idroelettrici per gli esemplari in discesa nei corsi d’acqua.

L’incontro pubblico “Anguilla fra pesca e futuro”, “Lifeel: dalla tradizione all’innovazione per salvare l’Anguilla” ha visto discutere del delicato futuro dell’anguilla Aida Morelli, Presidente, Ente per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po Emilia-Romagna, Marianna Garlanda, Assistente tecnico al coordinamento di progetto di Regione Lombardia, Oliviero Mordenti del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, ma anche Mattia Lanzoni, Ricercatore in Ecologia, Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione, Università degli Studi di Ferrara, Rubina Sirri, Settore attività faunistico – venatorie, pesca e acquacoltura di Regione Emilia-Romagna e Massimiliano Costa Direttore, Ente per i Parchi e la Biodiversità Delta del Po Emilia-Romagna.

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