Politica
27 Marzo 2023
Gli interrogativi di La Sinistra per Ferrara, Partito Comunista Italiano Ferrara e il Partito della Rifondazione Comunista: "Presa di posizione gravissima che sembrerebbe smentire i proclami di inizio mandato della giunta Fabbri"

“Perché interrompere l’attività del centro sociale La Resistenza?”

di Redazione | 3 min

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Per quale motivo interrompere o spostare l’attività del centro sociale La Resistenza? A domandarselo sono La Sinistra per Ferrara, il Partito Comunista Italiano Ferrara e il Partito della Rifondazione Comunista federazione di Ferrara, all’indomani della presa di posizione contro lo spazio di via della Resistenza: un fatto “gravissimo che sembrerebbe smentire quelli che erano stati i proclami di inizio mandato” della giunta Fabbri.

A questo proposito, i tre gruppi ricordano come, a seguito delle elezioni amministrative del 2019, Ferrara abbia “precorso i tempi dello spostamento a destra della politica nazionale” e, relativamente a questo contesto mutato, tornano su alcune frasi che l’attuale sindaco disse in campagna elettorale.

In tal senso, qui si inseriscono appelli dello stesso Fabbri, che vengono recuperati dopo ormai quattro anni, come “sarò il sindaco di tutti, lavorerò per unire, non per dividere” e ancora “non applicherò logiche di partito, ma di merito e ascolterò tutti i punti di vista, facendo tesoro delle critiche costruttive e accogliendo i suggerimenti di buon senso da qualunque parte provengano”.

“Come risposta alle accuse degli ultimi giorni, gli esponenti di spicco della giunta – si legge nel comunicato – ribadiscono che saranno accettati e valorizzati progetti o proposte di qualità, indipendentemente dall’area di provenienza. Quindi per quale motivo interrompere o spostare l’attività dello spazio sociale del centro La Resistenza, che nel corso degli anni ha svolto la funzione di importante e qualitativo punto di aggregazione, solidarietà e socializzazione, d’inclusione sociale, politica e culturale, rappresentando un valore aggiunto e un fiore all’occhiello dell’associazionismo ferrarese, sia per l’intera cittadinanza, che per gli studenti universitari che animano e sostengono, anche economicamente, la nostra città. Purtroppo, al momento, l’amministrazione comunale non ne garantisce né una sede alternativa, né la prosecuzione delle attività previste“.

E aggiungono: “Poiché il vicesindaco ha di recente dichiarato che smentisce ogni contatto con gruppi incostituzionali di estrema destra, chiediamo coerenza tra le affermazioni e i fatti confermando la sede e l’attività del centro sociale La Resistenza, da sempre antifascista e antirazzista e che considera come suoi interlocutori tutta l’intera classe politica ferrarese e quindi tutti i cittadini. Non possiamo che essere solidali con il centro, che da sempre rappresenta uno spazio cittadino di aggregazione e di condivisione che questo e altri centri gestiscono in maniera costruttiva, tra l’altro nel rispetto di leggi, normative e decisioni dell’amministrazione locale”.

La Sinistra per Ferrara, Pci e Prc si dicono pronti a dare battaglia: “Sicuramente noi ci opporremo sempre a qualsiasi forma di comportamento, che sia liberticida e contrario a quelli che sono i principi enunciati dalla nostra Costituzione e manifesteremo sempre la più dura opposizione nei confronti di chi ponga in essere affermazioni e comportamenti, che costituiscano una palese violazione di quelli che sono i fondamentali e irrinunciabili principi sanciti dalla nostra Carta Costituzionale e da una società che voglia definirsi civile”.

“L’anno prossimo – avvertono – ci saranno le elezioni per il rinnovo della giunta cittadina: è in quella occasione che bisognerà lavorare in modo congiunto per manifestare concrete proposte di sinistra per la gestione della città, proposte che mettano al centro del proprio agire soprattutto la tutela delle fasce deboli rilanciando le politiche per il lavoro, a tutela della sanità pubblica, a difesa dei beni pubblici mettendoli a riparo da tentazioni privatistiche, una politica abitativa volte a soddisfare le esigenze delle famiglie meno abbienti, e dicendo no ad ogni forma di autonomia differenziata”.

Non è più tempo – concludono – di tentare fantasiose accozzaglie partitiche al solo scopo di prendere voti e poi lasciare tutto nello stesso stato di prima: bisogna ragionare in termini di proposte, che abbiano una base comune per il rilancio di una nuova e vera sinistra, che si liberi finalmente della zavorra liberista e centrista e focalizzi la propria attenzione alle politiche realmente indirizzate alle fasce di popolazioni più in difficoltà. Perché, come affermava Antonio Gramsci: «Anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio»”.

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