Eventi e cultura
27 Marzo 2023
Nuovo appuntamento della rassegna Fascismo tra storia e memoria, tra passato e presente ideata dal professore del dipartimento di giurisprudenza di Unife Andrea Pugiotto

Tra censura e razzismo. Sorgi racconta Mura e la sua sfida a Mussolini

di Redazione | 2 min

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di Pietro Perelli

Marcello Sorgi al Libraccio ha presentato giovedì ‘Mura. La scrittrice che sfidò Mussolini’, nell’ambito della rassegna Fascismo tra storia e memoria, tra passato e presente ideata dal professore del dipartimento di giurisprudenza di Unife Andrea Pugiotto che dialoga con l’autore insieme alla collega Giuditta Brunelli.

Un incontro che oscilla tra censura e razzismo dove la storia di Mura, al secolo Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri, è utile anche per raccontare il costume del ventennio. Un costume che varia e dove le donne, anche a causa della strage di uomini durante la prima guerra mondiale, entrano nel mercato del lavoro. Mussolini, che inizialmente pare favorevole muta idea arrivando a pensare, dice Sorgi, “che il vuoto lasciato dalle vittime della prima guerra mondiale deve essere riempito dalle nuove generazioni”, le donne devono quindi “diventare fattrici della patria”.

Questo è il contesto nel quale si afferma Mura, scrittrice e fascista, proprio quest’ultimo uno degli aspetti che ha interessato Sorgi. Una scrittrice di grade successo, fascista, nei sui libri traspare il razzismo insito in lei ma anche nella società ancor prima delle leggi razziali. Una scrittrice che, spiega Sorgi, “pur restando all’interno del tradizionale impianto dei romanzi rosa descriveva il personaggio femminile in modo diverso”. “Mura – aggiunge – sapeva raccontare i desideri delle donne” e “all’epoca si diceva che la letteratura rosa si fermasse sulla porta della camera da letto. Mura la oltrepassava”.

Nonostante la sua fama incappa nella censura per un romanzo profondamente razzista, “su cento pagine di libro – dice Sorgi – compare 79 volte o la parola negro o la parola selvaggio”. Il titolo del libro è Sambadù, amore negro. “Il succo della storia – spiega sempre Sorgi – è che può anche capitare di innamorarsi di un uomo nero ma sicuramente non lo si deve sposare e ancor meno avere figli con lui”. Detta così “non si capisce perché una storia del genere potesse essere un problema per il regime fascista in procinto di firmare le leggi razziali”. E infatti il problema non è la storia bensì la copertina che, spiega Pugiotto, “ritrae una donna bianca tra le braccia di un uomo nero”. 

Ed ecco che arriva la censura voluta da Mussolini e orchestrata dal genero Galeazzo Ciano. Era il 1934 e quest’ultimo, da poco capo ufficio stampa del dittatore, cercava di accrescere il proprio potere arrivando nel ‘35 a diventare Ministro della stampa e della propaganda e nel ‘36 Ministro degli esteri. La carriera di Mura non finisce, continua a scrivere, fino al marzo del 1940 quando, di ritorno da un viaggio in Libia, l’aereo su cui viaggia si scontra contro il vulcano Stromboli.

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