“Cancelliamo gli istituti penali dell’emergenza terrorismo”
Quel che un governo civile dovrebbe fare, invece di cavalcare i sentimenti più bassi e vendicativi del popolo italiano, sarebbe di riportare il sistema penale processuale e penitenziario al tempo immediatamente prima della legislazione di emergenza terrorismo e stragi di mafia, alla fine anni ‘70. Si è inserito infatti nel nostro sistema di diritto un corpo abnorme di leggi eccezionali spregiative dei diritti di libertà e anche contrarie ai principi costituzionali e dei diritti umani, creato da generali e magistrati ispiratori di una politica debole, che ha distorto per emergenze ormai trapassate il normale diritto penale di tutti.
Seppellire per decenni al 41bis imputati e condannati dimostra, oltre a una dose insopportabile di sadismo inquisitorio politico, la incapacità di fronteggiare i reati e riportare i colpevoli sulla retta via senza usare metodi come il Perù contro il Sendero luminoso: seppellire vivi sottoterra in carceri-tombe i prevenuti e arrestati. E non solo.
Tutta l’impalcatura delle norme di prevenzione personali e patrimoniali e la utilizzazione fuori luogo di fattispecie di reato quali la strage per attentare alla unità territoriale dello Stato o di una sua parte di territorio (art.285 codice penale), nonché il sistematico abuso di intercettazioni per colmare i difetti e la incapacità di indagare, vanno cestinate come espressione di pura inciviltà giuridica.