Caso Arquà, Anselmo a Lodi: “La vicenda ha punti fermi, le chiacchiere stanno a zero”
L'avvocato difensore della consigliera replica al vicesindaco sul caso delle lettere minatorie ponendo alcuni paletti. E respingendo le insinuazioni su una sua candidatura nel centrosinistra
Se da una parte il vicesindaco Nicola Lodi si difende cercando di smontare dalla sua pagina Facebook quella che considera come una “nuova ricostruzione” dei fatti sulla vicenda Arquà fornita dall’avvocato difensore Fabio Anselmo, descritto come “amico del Pd” e, a suo dire, “prossimo candidato del centrosinistra”, dall’altra è lo stesso Anselmo a precisare alcuni “punti fermi” della nota vicenda sulle lettere minatorie della consigliera Rossella Arquà indirizzate al vicesindaco, dimissioni e contenzioso col Comune compresi.
Quelli enunciati da Anselmo sarebbero “fatti e non candidature estemporanee e improbabili”. In primo luogo il legale precisa che “la consigliera Rossella Arquà ha fin dall’inizio ammesso le proprie responsabilità riguardo le lettere anonime pervenute alla sede della Lega di Ferrara contestando tuttavia ogni responsabilità in ordine a quelle che sarebbero state recapitate a mezzo posta in luoghi diversi e contenenti proiettili, lettere queste ultime, per le quali “la Arquà è stata archiviata come ben sa la persona offesa”.
In quanto alle lettere destinate alla sede della Lega di Ferrara “la signora Rossella Arquà ha fin da subito contestato la concreta efficacia intimidatoria nei confronti del signor Nicola Lodi”, di tutte le lettere, e “ogni rilievo e critica sulle risultanze delle indagini è stata da tempo formalizzata in precise memorie e non ritengo opportuno in questa sede soffermarmici”.
Poi Anselmo passa al capitolo delle dimissioni della consigliera Rossella Arquà, fatte firmare, com’è noto, in corsa sopra i cassonetti dell’immondizia, per strada, dal presidente del consiglio comunale Lorenzo Poltronieri, dimissioni che il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza del Tar, ha cancellato accogliendo il ricorso presentato dalla consigliera contro la delibera del Comune di Ferrara che accoglieva le sue dimissioni e confermava la surroga di Stefano Franchini al suo posto. L’Arquà, spiega Anselmo, “è stata indotta a rassegnare le dimissioni da consigliera comunale in circostanze del tutto incongrue ed incompatibili con la piena consapevolezza che la legge esige per il regolare compimento di un atto così grave e definitivo”. Quindi “nonostante la strenua difesa del Comune di Ferrara, la signora Rossella Arquà è tornata a sedere a pieno titolo sui banchi del consiglio comunale di Ferrara. Il Comune di Ferrara è stato altresì condannato dal Consiglio di Stato a rifonderle le spese liquidate dai Giudici”.
“Questi sono i fatti – conclude Anselmo – se ne faccia una ragione il signor Nicola Lodi. Fatti e non candidature estemporanee ed improbabili. A meno che non sia lui stesso a pensare di volermi tra le file del suo partito, magari seduto affianco proprio alla consigliera Arquà. Scherzi a parte questi sono i fatti e, come si dice a Roma, ‘le chiacchere stanno a zero'”.