Politica
19 Marzo 2023
Il comitato dei residenti interviene alla conferenza organizzata dalla Rete giustizia climatica: "Avrà un impatto ambientale fortissimo. I cittadini non sono stati coinvolti e il sindaco continua a non rispondere alla nostra petizione"

Transizione ecologica e biogas, in Cna il caso controverso dell’impianto di Villanova

di Redazione | 3 min

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Si è discusso di ambiente e di transizione ecologica alla conferenza organizzata dalla Rete giustizia climatica alla sala conferenze del Cna nella mattinata di sabato 18 marzo. E non poteva non emergere il problema della costruzione della centrale biometano di Villanova, osteggiata dai residenti che hanno depositato una petizione, rimasta per ora lettera morta. Residenti che sono intervenuti nel corso dell’incontro portando all’attenzione le proprie preoccupazioni.

Ad aprire i lavori è stato Leonardo Setti, docente dell’Università di Bologna in biochimica applicata a sistemi energetici, che ha illustrato l’importanza del biogas nella transizione energetica.

“Cosa dobbiamo fare – è la domanda di Setti – nella transizione energetica? Dobbiamo capire cosa sta succedendo in questo momento storico: siamo in un ritardo mostruoso e il sistema deve cambiare, ma non solo per i cambiamenti climatici, a cui possiamo adattarci, ma per questo serve l’energia, quindi se non si risolve il problema energetico anche i cambiamenti climatici sono irrisolvibili”.

Il fabbisogno di petrolio e gas, con gli attuali consumi è stimato al 2070. Per quanto riguarda il gas “a ottobre dello scorso anno si temeva di non riuscire ad avere gas metano per il fabbisogno dell’inverno, poi i cambiamenti climatici hanno fatto sì che non ci sia stato un vero inverno, e abbiamo gli stoccaggi al 60%, apparentemente non ci sono stati problemi”.

Il problema sottolineato dal docente è che la maggior parte dei consumi provengono dalle famiglie, che devono essere messe nelle condizioni di poter attuare una transizione ecologica. Gran parte dell’energia per produrre energia elettrica e riscaldare, come ha spiegato Setti, in futuro dovrà provenire da fonti rinnovabili, dal sole, da cui si ricaverà energia elettrica, si dovranno favorire le auto elettriche entro il 2035, mentre biogas e biometano dovranno essere orientati alle industrie.

Un esempio virtuoso di autonomia energetica è il paese di Benetutti, in provincia di Sassari, che, come ha raccontato Rosolino Sini, è energeticamente autosufficiente e titolare della concessione della rete di distribuzione dell’energia elettrica con una propria azienda elettrica. Il paese conta 105 impianti fotovoltaici.

Per quanto riguarda il biogas, a evidenziarne però l’impatto ambientale è Andrea Bregoli del comitato di cittadini di Formignana: “In provincia ci sono già 55 impianti di biogas e altri tre sono in costruzione: uno a Jolanda, uno a Villanova di 140mila tonnellate e il terzo ad Ostellato, grande quanto Villanova. Tra i problemi sicuramente vi è ciò che si forma nel processo di digestione: ammoniaca, metano e anidride carbonica. Dal punto di vista agricolo è problematica poi la gestione del digestato, che può essere solido o liquido, ed essendo considerato un ammendante, cioè un prodotto che aggiunge sostanze che migliorano la struttura del terreno, viene sparso. Peccato che questo non sia vero, servirebbe un ulteriore processo. Il digestato è inoltre distribuito in zone resistenti ai nitrati, che sono in sovrannumero. Tra le sostanze immesse dagli impianti vi è anidride carbonica ma anche composti organici volatili, tra cui diossina, che sono cancerogene. La sostanza organica in qualche modo poi deve arrivare all’impianto, quindi Ferrara sarà invasa dai camion”.

A spiegare la situazione di Villanova è Sandra Travagli: “Per la costruzione di questo impianto non sono stati coinvolti i cittadini residenti, non è stato presentato un progetto ragionato. L’impianto verrà realizzato in deroga alle distanze previste dagli edifici, e avrà inoltre un impatto ambientale fortissimo, con una rilevanza che non ha pari, è l’impianto più grande della provincia. Non vi è stata nemmeno nessuna pubblicizzazione dell’eventuale valore, anche economico, che può avere. L’autorizzazione per la costruzione c’è già, ma noi cittadini vogliamo che se ne parli in maniera non ideologica, considerando gli aspetti tecnici, se è stata valutata la convivenza con gli altri impianti, oltre le questioni legate al traffico, che stiamo cercando di puntualizzare, ma non riusciamo ad avere nessun confronto con i tecnici. Il sindaco non ha risposto alla nostra petizione e noi continuiamo ad essere determinati a chiedere di ragionare su quest’opera”.

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