Politica
17 Marzo 2023
Ieri commissione consiliare molto partecipata riguardo all'utilizzo del patrimonio immobiliare del Comune. Tra le associazioni coinvolte anche il Csv Terre Estensi

Terzo Settore. Il futuro del centro La Resistenza arriva in municipio

di Redazione | 4 min

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“Loro hanno i merletti noi abbiamo le bandiere Palestina libera” lo dice a margine uno dei ragazzi presenti alla prima commissione in riferimento alle parole dell’assessora Angela Travagli, che durante un intervento dice, riferito a un centro Ancescao apprezzato, “hanno persino i merletti, sembra casa loro”.

Una commissione nella quale l’assessora relaziona rispetto all’informativa in merito alle linee strategiche dell’amministrazione comunale riguardo all’utilizzo del patrimonio immobiliare del Comune quale spazio per sedi degli Enti del Terzo Settore con particolare riferimento al Centro Sociale La Resistenza e al Csv Terre Estensi.

Una commissione molto partecipata, la gradinata è piena, e il tema è evidentemente molto sentito. La sensazione, riportata da molti partecipanti ma anche da alcuni consiglieri di opposizione, è quella di una presa di posizione ideologica.

L’assessora smentisce e rimarca “l’importanza degli enti del terzo settore” per l’amministrazione, esalta il lavoro di diverse associazioni e spiega come ci si trovi “di fronte a una situazione che vede il patrimonio immobiliare abbastanza degradato”. Il riferimento è alla sede del Csv ma anche alla Resistenza ma, fa notare Ilaria Baraldi, “quando parlava della Resistenza mi sembrava che stesse parlando di via delle Erbe”. “Perché loro (ass.
Nuova Terra Viva, ndr) possono restare e gli altri devono spostarsi senza sapere se e dove avranno una sede?”.

Mantovani (M5S) cita l’esperienza del Daz occupato dicendo ai ragazzi della Resistenza “di non spaventarsi di fronte a un’ingiunzione di sfratto”, un non troppo velato invito ad occupare in caso non si riesca a risolvere in altro modo. Ciò che però più manca all’appello e che scontenta un po’ tutti sono le risposte dell’assessora rispetto alle motivazioni di quello che, dice Luca Greco di Feedback, “si fa fatica a non chiamare sfratto”.

Laura Roncaglia del Csv fa anche notare come la richiesta di rinnovo della concessione sia stata fatta nei tempi e che la loro sede “non è un luogo
degradato” e soprattutto come sia “un luogo funzionale alle attività”. Milva Migliari di Ancescao fa invece notare come alla Resistenza “i tecnici comunali che hanno effettuato il sopralluogo non hanno trovato criticità gravi”. E Francesco Ganzaroli rincara chiedendo perché “non siano citati pericoli in delibera”.

Lo stesso Ganzaroli, per La Resistenza, pone all’amministrazione cinque domande. “Chiediamo – dice – spiegazioni in merito alla dicitura ‘concordato’, riportato nella delibera n.26/2023 in relazione allo stralcio degli immobili di via della Resistenza 34 dalla concessione nei confronti di Ancescao Provinciale, la cui scadenza era prevista per il 2034 e della cui insussistenza ha ampiamente dimostrato Ancescao provinciale”.

“Chiediamo – continua – motivazioni in merito alla scelta di stralciare tali immobili dalla concessione e di non pianificare gli stessi in maniera condivisa garantendo la prosecuzione delle attività in corso”. “Perché – aggiunge – non sono state presentate alternative di sede per il cps la resistenza?”. E ancora, “qual’è il progetto che l’amministrazione ha in serbo per gli immobili?” e “qual è il destino che l’amministrazione immagina per una realtà che negli anni ha dimostrato di essere un punto di riferimento per la cittadinanza?”.

Ciò che però fa maggiormente storcere il naso è la mancanza di un progetto per sostituire le numerose attività fatte in questi centri. E se, ipotizza Maresca, “al posto del Csv potrebbe andare la Contrada”, non ci sono progetti per gli spazi in gestione alla Resistenza. “Non ho oggi – dice Travagli – una risposta rispetto a chi ci deve andare, dobbiamo attuare una valorizzazione”. Insomma, si devono sistemare gli spazi, rigenerarli ma non c’è un progetto definito, c’è solo l’idea di farlo.

Perché dobbiamo lasciare questi spazi si chiedono tutte le associazioni coinvolte, perché non c’è la possibilità di rinnovarli in modo che poi tornino a disposizione di già li occupa da anni? La Resistenza si è insediata nel 1985, il Csv da vent’anni. “Non siamo oggetti – dice Luca Greco – che potete spostare da una parte all’altra” anche perché la posizione di di uno spazio è identitaria dello stesso.

Non pare d’accordo l’assessora che propone di “replicare quel modello lì (Csv, ndr) da un’altra parte” mentre per la Resistenza la scelta pare fatta. “Il Comune – dice sempre Travagli – non sfratta nessuno” ma in pochi, all’interno della Sala Consiliare paiono d’accordo con le sue affermazioni.

“Mi ero segnata – conclude la presidente della commissione Caterina Ferri – due o tre delle domande poste e personalmente, me lo sarò persa, non ho sentito una risposta. Mi auguro che riprenda il dialogo e che si arrivi a una vera condivisione senza bisogno di ritrovarci qui. Ma, nel caso in cui ci fosse bisogno, perché è una prerogativa del consiglio comunale quella di riunire le commissioni alla presenza degli assessori competenti, noi
siamo assolutamente a disposizione e non mancheremo di convocare incontri come quello di oggi”.

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