“Le reazioni della Lega di Ferrara, a cominciare dal sindaco Alan Fabbri, in merito alle indagini sull’accoglienza migranti, sono inconcepibili non solo perché confermano la loro vera identità, ovvero quella forcaiola e giustizialista del famoso cappio agitato in parlamento nei primi anni ’90, ma anche perché non dà una risposta Politica con la P maiuscola: il Sindaco ha la responsabilità di rappresentare tutta la città e avrebbe potuto esprimere una riflessione a trecent360 gradiosessantagradi senza omettere volutamente l’altra faccia della medaglia rappresentata dalle continue notizie di naufragi e morti in mare di migranti”. È questa la risposta del segretario cittadino del Partito Democratico Alessandro Talmelli al sindaco di Ferrara Alan Fabbri in merito alle politiche migratorie.
“Premesso che, come in ogni indagine giudiziaria, specialmente se in corso, è giusto attendere la sentenza del giudice, mi preme sottolineare che nel caso specifico è lo Stato con il proprio Ministero degli Interni, rappresentato in momenti storici diversi e di diverse formazioni politiche, che chiede al Terzo Settore e alla cooperazione sociale di collaborare nella gestione dell’accoglienza (e non il contrario) e ai quali fissa una serie di regole per il rimborso pro die e pro ospite, cambiate in corso d’opera dall’allora ministro Salvini”, aggiunge Talmelli, che fa notare poi come “in realtà, però, dietro alle dichiarazioni leghiste pubblicate in questi giorni, continua a resistere un’idea legata ai flussi migratori irrispettosa nei confronti della dignità umana e che non intende impegnarsi in alcun modo rispetto all’esigenza immediata di guardare in faccia la realtà”.
“C’è bisogno”, sostiene Talmelli, “che la legislazione, sia italiana sia europea, tenga conto della complessità e della drammaticità dei fenomeni migratori. Di semplificazioni in questi giorni ne abbiamo sentite di tutti i colori. Non ci deve essere filo spinato ma una legislazione che permetta alle persone di entrare in Europa a partire dalle diverse esigenze. Abbiamo bisogno di scrivere una legislazione che sia umana, che tenga conto che queste persone arrivano con vissuti traumatici e una necessità di riscatto. Questa umanità non si deve vedere solo tra la nostra gente, ma dev’esserlo anche nelle nostre istituzioni: sporcandosi le mani, ricercando soluzioni, lavorando affinché la catena di accoglienza diffusa non si interrompa”.
“Al sindaco di Ferrara, al consigliere regionale Bergamini, e a tutta la Lega rappresentata nelle diverse istituzioni locali, consiglio di prendere esempio dal presidente Sergio Mattarella: la sua presenza da solo davanti alle bare a Cutro è stata tutta un segno. Ci ha insegnato il significato dei gesti che è molto importante. Non solo si è fermato in silenzio davanti a quelle bare, ma ha ascoltato con un’attenzione incredibile, con lo sguardo negli occhi delle persone, e anche le grida dei disperati. È un alto insegnamento quello del presidente, senza parole ci ha trasmesso quello che in quel momento era necessario: i problemi si affrontano standoci dentro, ascoltando, attraverso l’empatia, la compassione”, continua il segretario cittadino dei dem.
Visto che non lo fa il sindaco”, conclude il segretario, “rivolgo il mio grazie, a nome del Partito Democratico di Ferrara a chi nella nostra città lavora o semplicemente fa volontariato quotidianamente nell’accoglienza e nell’integrazioni dei migranti, dalle tante associazioni del Terzo Settore al mondo della cooperazione sociale, i quali nella legalità e rispettando le normative vigenti, rischiano di sbagliare anche a fronte di una legislazione poco chiara, ma che vorrei fossero ricordati non solo per queste vicende giudiziarie, ma soprattutto per il grande lavoro di costruzione della Ferrara del futuro attraverso tutti i progetti educativi destinati alle nuove generazioni”.
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