Cronaca
8 Marzo 2023
Oltre 2 milioni di euro senza riscontro. L’ipotesi del pm Andrea Maggioni è di truffa allo Stato. Parti offese Prefettura e Asp

La Procura contesta spese non rendicontate a coop e associazioni dell’accoglienza

di Marco Zavagli | 4 min

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Il sostituto procuratore Andrea Maggioni chiama le cooperative e le associazioni che tra il 2018 e il 2020 erano attive nel progetto di accoglienza migranti a rispondere di somme non rendicontate.

Per tredici persone, legali rappresentanti delle onlus, si sono chiuse le indagini preliminari e per tutti l’addebito parla di truffa allo Stato. L’ammanco complessivo che secondo l’accusa non sarebbe stato utilizzato per la gestione dei migranti è di oltre due milioni di euro.

Tra i nomi che emergono dalle carte messe a disposizione dalle difese ci sono volti molto noti, come quelli di don Domenico Bedin, il prete di strada fondatore di Viale K, Paola Castagnotto, assessora ai Servizi alla Persona Sanitari e Sociali nella giunta Sateriale, Chiara Sapigni, assessora ai Servizi sociali sotto Tagliani.

Sfogliando nell’ordine le accuse contro i tredici indagati, si trovano indagati Angelo Lucio Bruno, 67 anni, presidente della cooperativa Airone, con sede a Codigoro (incorporata nell’ottobre 2019 nella Matteo 25); Antonio Calzavara, 61 anni, rappresentante della Associazione di promozione sociale Anah; Paola Castagnotto, 68 anni, del Centro Donna Giustizia; Alessio Calzavara, 31 anni, della cooperativa Eccoci; Daria Tassoni, 50 anni, dell’Hotel Lupa; Ruggero Villani, 49 anni, della Matteo 25, che da febbraio 2020 si chiama Azioni, e presidente della cooperativa Meeting Point; Domenico Bedin, 66 anni, presidente di Meeting Point fino al 31 luglio 2020, rappresentante di Viale K e della associazione Mons. Filippo Franceschi; Chiara Sapigni, 60 anni, anche lei della Mons. Filippo Franceschi.

Vengono quindi Nicola Zamorani, 48 anni, titolare dell’Agriturismo La Torre del Fondo; Marco Callegaro, 44 anni, della cooperativa Un Mondo di Gioia; Adelina De Luca, 72 anni, della cooperativa Una Vita da Mediano, con sede a Medolla (Mo); Thomas Atongi Kuma, della Vivere Qui fino al 5 dicembre 2018; Success Kalu Nganshui, 33 anni, succeduto a quest’ultimo dal 6 dicembre 2018 al 27 febbraio 2021.

Le associazioni e le cooperative chiamate in causa erano tutte affidatarie in forma di Ati (associazione temporanea di impresa) dei servizi di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale. Per questo come parti offese risultano Prefettura e Asp di Ferrara, oltre a 13 migranti ospitati nelle strutture.

Quanto alle singole contestazioni, ad Angelo Bruno dell’Airone vengono contestati oltre 46mila euro nel 2018 e quasi 23mila nel 2019 di spese non rendicontate. Ad Antonio Calzavara, Anah, vengono contestati poco più di 2mila euro per l’anno 2018. A Paola Castagnotto per il CDD 4.800 euro.

Le cifre si fanno più cospicue per Alessio Calzavara: oltre 110mila euro. Quasi 88mila di questi si riferiscono a spese non documentate nel 2018; 450 euro sono prelievi bancomat effettuati nel 2019 che non sarebbero stati impegnati nelle spese per l’accoglienza e oltre 12mila relativi al 2020 di prelievi di denaro contante. Altri ammanchi parlano di 88.600 nel 2021, 100 nel 2018, 30 nel 2019 e 200 nel 2021.

A Daria Tassoni sono contestati oltre 47mila euro di spese non documentate, quasi 23mila in prelievi di denaro contante, circa 700 euro utilizzati per acquisti di beni e/o servizi estranei al progetto di accoglienza e oltre 53mila euro per giroconti a suo favore.

A Villani della Matteo 25 sono contestati 340mila euro nel 2018 e 180mila nel 2019. Per la Meeting Point gli viene invece contestata la somma di quasi 140mila euro per l’anno 2020.

A don Bedin, sempre per la Meeting Point, sono contestati quasi 180mila per il 2018, quasi 120 per il 2019 e circa 140mila per il 2020.

Come rappresentante di Viale K invece, il “don” deve rispondere di 44mila euro spesi nel 2018 e per la Mons. Franceschi di 45mila nel 2019.

Chiara Sapigni, sempre per la Mons. Franceschi, deve chiarire come sono stati spesi 62mila euro nel 2020.

Nicola Zamorani de La Torre del Fondo deve spiegare il perché di oltre 90mila di spese non documentate, circa 12mila di prelievi bancomat e 36mila utilizzati per l’acquisto di beni o servizi estranei al progetto di accoglienza. Tutte somme relative al 2018.

A Marco Callegaro per Un mondo di gioia si contestano circa 9mila nel 2018 e 14mila nel 2020. Su di lui pende anche l’accusa di la frode nelle pubbliche forniture per aver fatto mancare nel 2021 cose o opere necessarie al servizio di accoglienza come era invece previsto nel capitolato d’appalto.

Ad Adelina De Luca per Una vita da mediano vengono contestati 350mila euro: si tratterebbe di 4mila per spese non documentate, 5mila per prelievi bancomat, 85mila per bonifici a favore di persone estranee al progetto di accoglienza e 260mila per giroconti su altri conti correnti della cooperativa.

Ad Atongi della Vivere Qui sono contestati 67mila euro, di cui 29mila di spese non documentate, 31mila di prelievi bancomat e 6.600 per giroconti su altri conti correnti nel 2018.

A Nganshui, infine, sempre della Vivere Qui 11,500 euro tra prelievi di contante, spese estranee e giroconti dal 2018 al 2020.

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