Caso Cidas. Lodi ricorre in Appello
Sette motivi per cui la sentenza di primo grado che ha condannato Nicola Naomo Lodi per induzione indebita va riformata o annullata
Sette motivi per cui la sentenza di primo grado che ha condannato Nicola Naomo Lodi per induzione indebita va riformata o annullata
Il tribunale di Milano ha dissequestrato i beni confiscati - agli inizi di aprile - alla ditta Zoffoli Metalli Srl di Tamara, azienda copparese finita al centro della maxi-operazione del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Trieste contro il traffico illecito di rifiuti
Ancora un grave incidente in via Comacchio dove, nel tardo pomeriggio di mercoledì 30 aprile, una donna di 30 anni e una bambina di 5 anni - mamma e figlia - sono state investite mentre stavano attraversando la strada all'altezza del civico 195, poco dopo la rotonda di via Caldirolo
Tra maggio 2022 e aprile 2023 avevano seminato il panico tra Argenta, Comacchio e le province di Ravenna e Bologna, mettendo a segno tredici furti di mezzi agricoli. La loro attività criminale però non ha avuto vita lunga e - dopo mesi di indagini - i carabinieri li hanno rintracciati e arrestati
Avrà un processo - davanti al giudice Giovanni Solinas del tribunale di Ferrara - il 28enne di nazionalità rumena accusato di aver diffuso foto private di una ragazza ferrarese e di aver tentato - tramite quegli scatti - di estorcerle informazioni relative alla propria sfera intima e sessuale
Inizia oggi a Ferrara un processo per un verso storico contro il bracconaggio. Davanti alla giudice Carlotta Franceschetti si costituirà per la prima volta parte civile la Fipsas, la Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee.
Il ‘precedente’ è nelle mani del sostituto procuratore Andrea Maggioni, che ha portato a processo quattro persone, arrestate in flagranza dai carabinieri nei giorni scorsi. Alexandra Marinel Coman, 35 anni, Costantin-Catalin Cretu, 21 anni, Tulian Stan, 30 anni, Mihai-Gabriel Dumitru, 30 anni, tutti di nazionalità rumena e residenti a Fusignano, in provincia di Ravenna, sono imputati di furto aggravato in concorso.
I reati contestati dai carabinieri prevedono poi bracconaggio ittico, danneggiamento, maltrattamento e uccisione di animali con l’aggravante della crudeltà.
I quattro pescatori di frodo erano stati arrestati ad Argenta, in località “Valle Santa”, dai Carabinieri forestali durante le prime ore della notte di giovedì mentre erano intenti a raccogliere i pesci che avevano precedentemente ucciso o stordito.
L’autorità giudiziaria, in relazione ai gravi indizi raccolti dagli inquirenti aveva chiesto il processo per direttissima. Venerdì si è svolta la prima udienza che si è conclusa con la convalida dell’arresto e la disposizione della misura cautelare della presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per tutti gli imputati.
Attraverso una serie di avvistamenti e pedinamenti, condotta dalle stazioni dei Carabinieri forestali di Portomaggiore e Ferrara e dal Nucleo Biodiversità di Casalborsetti, con il supporto operativo dei reparti territoriali dell’Arma delle compagnie di Portomaggiore e Ferrara e del comando provinciale di Ferrara, durante la notte tra mercoledì e giovedì scorsi – anche grazie alla collaborazione dei volontari dell’associazione ‘Eurocarp Club’ di Comacchio e del comando della Polizia locale di Ravenna – le pattuglie dei Carabinieri forestali sono riuscite ad individuare l’area dove stavano operando alcuni pescatori di frodo che stavano operando illecitamente nelle acque all’interno della proprietà del consorzio della Bonifica Renana: con un elettrostorditore, realizzato in maniera artigianale con cavi elettrici collegati ad una batteria, i quattro pescatori di frodo avevano da poco ‘pescato’ con l’ausilio di un gommone numerosi esemplari di carpe, siluri, carassi e anguille per un totale di circa 500 chili di pesce stordito o già ucciso.
I bracconieri si erano introdotti nell’area distruggendo e rendendo inservibile parte della recinzione. I quattro sono stati sorpresi durante la fase di raccolta dei pesci
Dopo gli arresti i militari avevano immediatamente ributtato in acqua i pesci ancora vivi, circa 300 chili, mentre gli altri 200 chili, già morti e non più idonei al consumo alimentare, sono stati sequestrati e destinati alla distruzione.
I carabinieri avevano posto sotto sequestro, oltre al materiale utilizzato per la pesca di frodo, anche un gommone e l’automezzo all’interno del quale era stato stipato il pesce pescato.
Il processo inizierà nel primo pomeriggio. La Fipsas chiederà di costituirsi parte civile attraverso lo studio legale Storari-Cintio.
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