Politica
9 Novembre 2010
Il sindaco di Cento rinviato a giudizio per istigazione alla corruzione e minacce. La difesa: “fatti politici, non penali”

Tuzet a processo chiama in causa Balboni

di Marco Zavagli | 3 min

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Il sindaco di Cento Flavio Tuzet è stato rinviato a giudizio per istigazione alla corruzione e minacce. Il gup Monica Bighetti ha accolto ieri mattina la richiesta del pm Nicola Proto e ha rinviato il primo cittadino centese al 26 gennaio, quando si terrà la prima udienza del relativo processo.

E a partire da quella data il difensore del sindaco, l’avvocato Enrico De Santis del foro di Roma, promette scintille: “chiameremo a testimoniare il senatore Balboni e altri esponenti politici”.

Con Tuzet andranno a giudizio sempre per istigazione alla corruzione anche il consigliere di Rinascita Centese Alessandro Gennari e l’imprenditore Marco Ferrari, vicino agli ambienti dello stesso gruppo politico.

L’accusa deriva da presunte pressioni esercitate in sede di approvazione del bilancio 2008 nei confronti di un consigliere comunale di Rinascita centese. Nel marzo del 2008 la giunta Tuzet subì un travagliato passaggio che aveva portato a un “rimpasto” con il candidato sindaco del centrosinistra, Arturo Orlandini, che fece da salvagente a maggio col proprio voto alla manovra dell’esecutivo di Tuzet. Prima di allora i tre consiglieri Alessandro Gennari, Rudi Rodolfi e Lorenzo Malaguti avevano negato il proprio appoggio, facendo bocciare così la delibera di bilancio ed uscendo formalmente dalla maggioranza.

Gennari, consigliere comunale per Rinascita centese, secondo l’accusa, avrebbe offerto 20mila euro ad Antonio Baroni, consigliere comunale Pdl, per dimettersi dalla carica di consigliere e provocare così la caduta della giunta Tuzet di allora. Ferrari avrebbe offerto altrettanti soldi sempre a Baroni per votare contro l’approvazione del bilancio di previsione 2008 nella seduta del consiglio comunale del marzo 2008.

Tuzet avrebbe invece offerto a Rodolfi (che lamentò il fatto all’interno di una seduta del consiglio) la nomina alla carica di consigliere di amministrazione della Cmv per convincerlo a dare il suo sì all’approvazione del bilancio nella seduta del 20 maggio 2008.

Ma per il sindaco centese i guai non finiscono qui. La procura lo chiama a rispondere anche di minaccia per avere, nel corso di una riunione con esponenti dell’opposizione, minacciato implicitamente il licenziamento della madre di Carlotta Gaiani (ex consigliere comunale del Pd e oggi assessore alle Attività produttive della Provincia), dirigente del settore ragioneria del Comune di Cento.

“Tutta fantascienza” secondo De Santis, che non si sorprende comunque della decisione del gup: “l’esito era abbastanza scontato – ammette l’avvocato -, ma siamo ottimisti per il prosieguo  perché i fatti contestati sono meramente politici. Il magistrato non c’entra nulla perché non c’è niente da giudicare”. Secondo la tesi difensiva in quel periodo la giunta, dopo aver perso la maggioranza, “ha pensato di ricompattarla e per farlo ha usato la merce di scambio tipica di tutta la politica italiana”.

E quell’indicazione di offrire posti di lavoro in Cmv in cambio di appoggio politico, secondo De Santis, “arrivò dalla direzione del suo partito (allora era Alleanza Nazionale, ndr). E questo qualcuno dovrà dircelo in aula”. Il penalista non si nasconde: “chiameremo a testimoniare il senatore Alberto Balboni, allora vertice di An in provincia di Ferrara, lo stesso che oggi, dopo averlo scaricato, annuncia che farà un sondaggio per testare il gradimento dei possibili candidati a sindaco: chi vuol prendere in giro?”.

Mentre da Balboni arriva un semplice “no comment”, Tuzet va oltre e all’Ansa afferma a riguardo che “non è detto che mi faccia da parte, ma se hanno scelto così è perché loro vogliono tornare come prima, perché ho scoperto troppe cose che non vanno in Cmv e in Comune a Cento”.

Per quanto riguarda il secondo capo di imputazione contestato al sindaco, per la difesa si tratta di “pura invenzione, perché quelle minacce non ci sono mai state”. “In sede di crisi di bilancio – ricostruisce De Santis – Tuzet aveva detto che la situazione non era tutta colpa sua, ma anche di altri funzionari che a suo parere non avrebbero fatto tutto il possibile per migliorarla. E tra i vari nomi che elencò c’era anche quello della madre della Gaiani”.

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