Attualità
18 Febbraio 2023
É la proposta che lanciano il Comitato vittime della Pubblica Amministrazione e il M5S di Ferrara

Sanità. La provocazione: “Togliere la convenzione ai medici di base”

di Redazione | 3 min

di Lucia Bianchini

“La Sanità ferrarese è ammalorata: responsabilità e cure non palliative” è il provocatorio titolo che il Comitato vittime della Pubblica Amministrazione ha dato all’incontro con la stampa che si è svolto venerdì 17 febbraio.

Secondo il comitato infatti la sanità è il problema maggiormente sentito dai ferraresi, ed i quesiti che attendono una soluzione sono molteplici. Come illustra Aldo Ferrante, rappresentante del gruppo, “i ferraresi soffrono da anni di una mancanza o grave insufficienza di prestazioni sanitarie e questa inadeguatezza non sembra diminuita da quando il direttore generale dell’Azienda Usl. Monica Calamai, è diventata anche commissario straordinario dell’Azienda O.U. di Ferrara”. Presunte inadeguatezze che si concretizzerebbero in: “blocco delle liste in molte specialità; aumento esponenziale dei tempi di attesa in numerose specialità; richieste di prestazioni che non vengono espletate nei tempi, tempi di attesa biblici nei pronto soccorso, nell’emergenza-urgenza per un posto letto, per terapie oncologiche, per interventi chirurgici, medici di Base che non vanno al domicilio dei pazienti per visitare persone allettate, che ricevono i mutuati solo su prenotazione e appuntamento, medici convenzionati col SSR che delegano a personale amministrativo la responsabilità di fissare gli appuntamenti per visite ambulatoriali urgenti, che prescrivono telefonicamente le terapie”.

Una situazione in particolare, quella dei medici di medicina generale “che di fatto non visitano i pazienti, ma si limitano a prescrivere farmaci”, che ha portato Ferrante a lanciare una proposta, puramente provocatoria: “Considerato che i liberi professionisti convenzionati sono venuti meno al loro ruolo di medico di fiducia, e che la spesa complessiva annua della medicina di base dell’Ausl dovrebbe aggirarsi sui 100 milioni di euro, secondo il bilancio 2021, suggeriamo di togliere la convenzione ai medici di base e contemporaneamente raggiungere un accordo economico con i farmacisti, che sono territorialmente capillarizzati e, in quanto laureati, sostituirebbero egregiamente i medici convenzionati, in molti casi i farmacisti conoscono i pazienti da anni meglio di chiunque altro. Tale innovazione consentirebbe di risparmiare molte decine di milioni di euro della collettività”.

“L’ammaloramento della sanità è un dato di fatto – secondo Tommaso Mantovani del Movimento 5 Stelle -. Il nostro plauso va all’ambulatorio a bassa complessità, e non possiamo che essere felici che il sindaco, come presidente della conferenza sociosanitaria territoriale abbia caldeggiato questa istituzione. Siamo infatti gli unici che non hanno il pronto soccorso in centro città. Come è stato spiegato in commissione consiliare è imminente l’estensione dell’orario a 12h, e i rappresentanti della medicina territoriale Emanuele Ciotti e Marika Colombo non hanno escluso di portarlo a 24 ore”.

“Sappiamo bene che i medici di base sono troppo pochi – prosegue Mantovani -, si è arrivati a punte di 1800 mutuati per un singolo medico, dovrebbe essere uno ogni mille. Il nostro non vuole infatti essere un attacco ai medici di medicina generale, sappiamo che sono oberati di lavoro, li si incentivava a prendere più mutuati, e questo si è ripercosso sui tempi delle visite. Il problema è che i medici di base sono diminuiti moltissimo, è una delle specializzazioni più impegnative, ci sono sempre meno richieste, con bandi interi che vanno deserti. Dovrebbero aumentare, oltre ai posti ai corsi di laurea in medicina, anche le borse di specializzazione”.

Secondo il comitato per migliorare la situazione attuale gli interventi che l’Ausl dovrebbe fare
a costo zero sono: “pretendere che medici di famiglia riprendano a visitare i pazienti senza prenotare, pretendere che i mmg ritornino a fare l’esercizio clinico, visitando pazienti in ambulatorio e al domicilio in caso di intrasportabilità”.

“L’Ausl deve garantire – conclude Ferrante – che le richieste urgenti di prestazioni specialistiche siano eseguite entro i 7 giorni previsti, ed in caso di difetto dell’azienda, il paziente non dovrà eseguire una nuova richiesta urgente, ma potrà utilizzare la precedente anche presso poliambulatori privati, oltre a rendere disponibili le liste di prenotazione”.

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