Attualità
11 Febbraio 2023
E’ l’esortazione di Rinaldo Argentieri, intervenuto a Ferrara alla cerimonia di commemorazione davanti al monumento di piazzale Poledrelli

Giorno del Ricordo. Il prefetto: “Non sia un ricordo contro”

di Redazione | 3 min

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“Tutti gli italiani uniti nel ricordo della tragedia delle foibe e dell’esodo istriano giuliano dalmata”. E’ questa l’esortazione del prefetto Rinaldo Argentieri, intervenuto a Ferrara alla cerimonia di commemorazione del “Giorno del Ricordo”, organizzata dal Comune davanti al monumento di piazzale Poledrelli.

“Tutti gli italiani uniti nel ricordo della tragedia delle foibe e dell’esodo istriano giuliano dalmata”. E’ questa l’esortazione del prefetto Rinaldo Argentieri, intervenuto a Ferrara alla cerimonia di commemorazione del “Giorno del Ricordo”, organizzata dal Comune davanti al monumento di piazzale Poledrelli.

Il prefetto ha ricordato con commozione gli “oltre 300.000 connazionali che la furia nazionalista delle brigate titine e del regime comunista che si affermava in Jugoslavia, costrinse, al termine della seconda guerra mondiale, ad abbandonare terre e case a troncare relazioni, a lasciare per sempre persone care”.

“Per tanti, 5.000 almeno – ha continuato il Prefetto – per gli Italiani ritenuti oppositori del nascente regime comunista, o individuati quali fascisti e quindi meritevoli di vendetta (da condannarsi sempre e fermamente!) a causa dell’oppressione perpetrata verso gli slavi, per tutti questi Italiani si aprì il baratro, l’orrore delle foibe”.

“Il 20 febbraio – non solo perché a ciò ci invita la legge ma per un obbligo civile e morale – l’Italia riconosce questa tragedia, tutto questo dolore e paga un debito, il debito dell’indifferenza, del sospetto addirittura, che spesso circondò gli esuli in patria, il debito del silenzio che ha coperto per decenni l’orrore delle foibe”.

“Ricordiamo! E’giusto e doveroso ricordare – ha proseguito Argentieri -. Ma che non sia un ricordo “contro”, per marcare appartenenze politiche o per negare la memoria di popoli e nazioni vicine. Preserviamo gelosamente i 70 anni di pace e di relazioni solidali con quei popoli, i confini aperti e liberi all’interno dell’Unione Europea. Sono valori preziosi ma sempre in pericolo come dimostra la guerra in atto alle porte di casa nostra. E’ il modo più giusto, l’unico a mio avviso, di onorare i nostri morti, gli esuli giuliani istriani e dalmati e la memoria di tanto dolore”.

Nel corso della cerimonia il rappresentante dell’Amministrazione comunale, assessore Alessandro Balboni, ha consegnato una targa di benemerenza a Flavio Rabar, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia  Dalmazia comitato di Ferrara.

“La Città di Ferrara è grata a Flavio Rabar – si legge nella motivazione – per aver saputo tenere viva la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra con un’attenzione particolare ai giovani”.

“Quest’anno omaggiamo un protagonista assoluto di questa giornata – ha aggiunto il sindaco Alan Fabbri -, e di ciò che rappresenta, un uomo che ha dedicato impegno e passione perché l’oblio non calasse  sui fatti del confine orientale e per divulgare testimonianze, racconti di vita vissuta, verità storiche a lungo soffocate. Parlo di Flavio Rabar, presidente del Comitato di Ferrara dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia,  la maggiore istituzione, sul territorio nazionale, a rappresentare gli italiani fuggiti dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia  al termine della Seconda Guerra Mondiale sotto la spinta degli orrori perpetrati dalle milizie jugoslave e dello spettro delle foibe. Lo ringraziamo. Il Comune vuole sancire questa gratitudine con la consegna di un riconoscimento . Rabar è stato ed è la voce di chi a lungo non ha avuto voce”.

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