Economia e Lavoro
9 Febbraio 2023
Gli infortuni hanno fatto registrare un +21,3%. Grazzi (Cgil): "Serve convocare un tavolo provinciale tra sindacati, datori di lavoro e vigilanza pubblica e stilare piani mirati di prevenzione"

Morti sul lavoro nel Ferrarese. Tra il 2021 e il 2022 sono stati quindici

di Davide Soattin | 3 min

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Negli ultimi due anni sono state quindici le denunce di morti sul lavoro in Provincia di Ferrara: dieci nel 2021, cinque nel 2022.

I dati arrivano dall’osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia-Romagna, costituito dalla Cgil regionale col fine di monitorare, attraverso i numeri resi disponibili dall’Inail, quanto avviene nella nostra Regione riguardo alla sicurezza dei luoghi di lavoro.

A questo proposito, per quel che riguarda le statistiche relative agli infortuni sul lavoro, nel biennio preso in esame, nel Ferrarese, si è assistito a una variazione del +21,3%: una percentuale che è figlia di 4.215 infortuni denunciati nel 2021 e dei 5.112 denunciati nel 2022.

Molto più in calo, invece, la percentuale inerente alle malattie professionali che fa registrare un -17,7% in virtù del passaggio dalle 198 denunciate nel 2021 alle 163 del 2022.

“Non è più un’emergenza, ma è una crisi di sistema – afferma Riccardo Grazzi, segretario confederale di Cgil Ferrara – perché, se oggi andiamo a prendere i report mensili, scopriamo che dall’inizio dell’anno sono circa cinquecento al mese gli infortuni denunciati in provincia di Ferrara. Un dato che per certi versi è imbarazzante. Ma la cosa più preoccupante è che il numero è aumentato anche rispetto alle serie storiche. Se andiamo a vedere le statistiche del 2019, del 2018 e del 2017 ci accorgeremo che i dati del 2022 superano purtroppo gli anni che hanno preceduto la pandemia. Senza contare quelli non denunciati, che non si possono quantificare, ma che esistono e si vanno a sommare a questi”.

Per Grazzi, due sono le strade da percorrere: “Innanzitutto serve convocare un tavolo provinciale di coordinamento che tenga insieme i sindacati, le associazioni datoriali e la vigilanza pubblica, di cui fanno parte Ausl e Inail, a cui spetterà il compito di dare consulenza e assistenza. Ed è proprio a loro che dobbiamo chiedere di cooperare insieme, per far sì che si crei una cabina di regia che puntualmente convochi le parti sociali e decidano di agire insieme su diverse leve. E poi occorre mettere insieme piani mirati di prevenzione. Serve andare oltre i numeri, con l’obiettivo di trasformare in meglio quello che oggi il meglio non è. Lo dobbiamo fare se vogliamo invertire il trend“.

Nel complesso, relativamente alle nove province dell’Emilia-Romagna, l’osservatorio regionale della Cgil – per quanto concerne il 2o22 – ha rilevato 81.170 infortuni denunciati (+9,6% rispetto ai 74.066 del 2021); 5.703 malattie professionali denunciate (+2,2% rispetto alle 5.578 del 2021) e 88 denunce di infortunio con esito mortale (nel 2021 sono state 110).

I settori che nel 2022 hanno registrato il numero maggiore di morti sul lavoro in Emilia-Romagna sono: trasporto e magazzinaggio (21 infortuni mortali denunciati), agricoltura (11), costruzioni (7); commercio e riparazione (7) e alloggio e ristorazione (5).

 

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