Attualità
4 Febbraio 2023
I due rappresentanti di istituto prendono le difese della scuola: "Nel post social di Macario viene riportata una interpretazione alquanto discutibile dei fatti. Tutto ciò penalizza noi studenti e la reputazione di una scuola che da decenni si caratterizza per la difesa di valori di libertà e inclusione"

Caso Ariosto. “Il liceo luogo chiuso e discriminante? Chiedetelo a noi studenti”

di Redazione | 5 min

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“Prima di insinuare che il nostro liceo sia un luogo di chiusura e discriminazioni, vi chiediamo di domandarlo a noi studenti”. L’appello arriva da Ester Leonardi e Samuele Pazzi, rappresentanti di istituto del liceo Ariosto da quasi tre anni che, a loro nome, hanno scritto una lettera per “prendere le difese non solo degli studenti che rappresentiamo, bensì di tutta la scuola” dopo i fatti successi nell’assemblea del 23 gennaio.

“Il discorso della dirigente scolastica, che sia stato compreso oppure no, se ascoltato con attenzione, non presenta elementi discriminatori” affermano, per poi precisare che, prima dell’assemblea di istituto, alcune famiglie avrebbero addirittura manifestato “preoccupazione in merito all’argomento scelto da noi rappresentanti degli studenti, chiedendo che venisse invitato un altro relatore esterno per una sorta di «par condicio»“.

Nonostante ciò, però, precisano che “tutto il Consiglio di istituto e la dirigente in primis hanno rifiutato all’unanimità, per lasciarci la libertà di svolgere il programma così come lo avevamo presentato noi studenti”.

Anzi, aggiungono che la dirigente scolastica “è stata la prima a sostenere la realizzazione di questa assemblea, così come di tutte le attività che abbiamo organizzato negli ultimi tre anni, nonostante i limiti creati dalla pandemia” e che “per interesse personale e per mettere a tacere ulteriori critiche ha deciso di presenziare all’assemblea”.

I due studenti si soffermano poi sulla richiesta della dottoressa Manuela Macario, vale a dire quella di alzarsi in piedi nel caso in cui ci fossero stati tra i presenti persone che facevano parte della comunità LGBTQ+ o se conoscessero personalmente qualcuno che ne facesse parte, in seguito a cui la professoressa Isabella Fedozzi “ha deciso di intervenire”.

Un gesto che, secondo Leonardi e Pazzi, trova fondamento nel Dl n.297/1994 all’Art. 14 comma 5°, secondo cui “il dirigente scolastico ha il diritto di intervenire nell’assemblea se lo ritiene necessario ai fini dello svolgimento ordinario”. Ricordiamo anche – aggiungono poi – che, per legge, sul dirigente scolastico ricade l’intera responsabilità della tutela del diritto alla riservatezza degli alunni“.

Al di la di ciò, per i due ragazzi, “ognuno deve sentirsi libero di trovarsi d’accordo o in disaccordo con le motivazioni che hanno spinto la dirigente scolastica ad intervenire, ricordando che si tratta di una questione che riguarda esclusivamente gli studenti del liceo e la sua rappresentanza studentesca, e di certo non persone esterne“.

“Queste tematiche, nelle nostre intenzioni, non volevano essere affrontate in maniera ideologica, ma – spiegano – in un contesto che favorisse la conoscenza e la riflessione tramite esperti, dal momento che si tratta di temi delicati e vicini a molti studenti. Sapevamo che purtroppo potevano facilmente evidenziare pregiudizi e conflittualità, ma siamo convinti che è bene discuterne anche all’interno delle scuole, in un clima quanto più sereno possibile e di questo gli adulti presenti dovevano sentirsi responsabili, al pari nostro”.

“Il dibattito – sottolineano – non doveva tenersi tra due adulti, ma tra gli studenti stessi, anche con opinioni diverse, tra tesi e antitesi nel tentativo di trovare una sintesi. Nel suo intervento, la dirigente scolastica, avendo sentito personalmente la forte protesta e rifiuto da parte di alcuni studenti rispetto alle tematiche affrontate, ha ricordato che la partecipazione alle assemblee generali di istituto è volontaria e non obbligatoria, e poco prima ha sottolineato che la nostra scuola è il luogo del rispetto e delle idee di tutti (qualsiasi esse siano), purché queste idee siano rappresentate in forma di rispetto altrui e con forme di espressione consone al contesto scolastico”.

Tuttavia, i due rappresentanti di istituto, arrivano a contestare “il comportamento della dottoressa Macario che, anche se si è trovata in disaccordo con elementi presenti nel discorso della dirigente, avrebbe potuto manifestarlo in separata sede e non di certo davanti ad una platea di studenti, creando disagio, imbarazzo e disorientamento, e ancor meno attraverso un post sui social dove viene riportata una interpretazione alquanto discutibile dei fatti“.

“Le persone – proseguono – spesso si accontentano di un post per credere a tutto ciò che gli viene detto, senza verificare i fatti reali e parteggiando per una fazione. Troviamo ingiusto che sia stato deliberatamente screditato il nostro liceo attraverso i social e i giornali. I possibili errori o incomprensioni fra la dirigente e la dottoressa Macario non dovevano diventare un «problema di Stato» e tantomeno infangare il lavoro che si svolge all’interno del nostro istituto”.

A tal proposito, ricordano che “ognuno è in grado di consultare sul sito del nostro liceo il Ptof (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) di quest’anno o degli anni passati e vedere con i propri occhi la pluralità di attività e progetti di apertura e sensibilizzazione che sono sempre stati svolti nella nostra scuola”.

Sono tre anni – raccontano – che assieme alla direttrice scolastica cerchiamo di migliorare l’ambiente scolastico, partendo anche dalle piccole cose, sempre in un’ottica propositiva e di miglioramento. I nostri progetti ed eventi hanno sempre mirato all’inclusione, all’educazione, alla tutela dei diritti e alla formazione dello studente.

Ester Leonardi e Samuele Pazzi concludono con un’amara constatazione: “Invece che testimoniare che i conflitti si possono affrontare con il dialogo e il tentativo di comprendersi, si è scivolati velocemente in un conflitto, che ha poi generato ulteriori incomprensioni, dentro e fuori l’istituto. Tutto ciò penalizza noi studenti e la reputazione di una scuola che da decenni si caratterizza per la difesa di valori di libertà e inclusione“.

 

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