Carità (Ferrara Cambia): “Si fermino le aggressioni nella casa circondariale”
Il capogruppo di Ferrara Cambia chiede interventi mirati a tutela degli agenti di Polizia Penitenziaria: "Situazione insostenibile, non vanno lasciati soli"
“Hanno dichiarato lo stato di agitazione, hanno indetto il digiuno durante i turni di servizio, stanno presentando una montagna di richieste di trasferimento: gli agenti di polizia penitenziaria di Ferrara sono stremati dal crescendo di aggressioni da parte dei detenuti, che avvengono quotidianamente nella casa circondariale di via Arginone. Le istituzioni e gli organi competenti non possono lasciarli soli, devono correre ai ripari quanto prima e intervenire urgentemente per tutelarli. La situazione è insostenibile”. Francesco Carità, capogruppo dei consiglieri comunali di Ferrara Cambia, ancora una volta denuncia con fermezza il grave problema della sicurezza per i poliziotti del carcere cittadino (di cui recentemente aveva sottolineato le criticità nella detenzione di condannati psichiatrici).
Ora Carità alza la voce chiedendo interventi mirati ed efficaci per difendere i diritti di quei 160 poliziotti operativi nel carcere di Ferrara, e per i quali – davanti ai ricorrenti episodi di violenza a loro danno – le sette firme sindacali che li rappresentano (Sappe, Osapp, Sinappe, Uilpa, Uspp, Fns-Cisl e Cnpp) hanno già lanciato l’allarme anche a mezzo stampa riferendo che nell’ultimo mese gli agenti infortunati hanno superato la doppia cifra.
“Il bollettino del personale in divisa aggredito è un segnale di gravissima criticità – segnala Carità – e indice di un’inadeguata ed insufficiente pianta organica: anche i sindacati di categoria lamentano che il numero di agenti attualmente in servizio non risponde alle necessità reali del contesto ferrarese; numero che tra l’altro si riduce a causa delle assenze per i continui infortuni. Questo grava ulteriormente su un’organizzazione ridotta all’osso e con carichi di lavoro sempre più difficili da gestire. Gli agenti, e anche le loro famiglie, sono preoccupati per la propria incolumità: per la salute fisica, ma anche mentale di chi svolge questa professione così delicata e estremamente stressante. Il degenerare di situazioni di violenza che si ripetono quotidianamente deve essere fermato, subito”.
Proclamando lo stato di agitazione i sindacati hanno reso nota la situazione al Prefetto, al sottosegretario alla Giustizia, al capo del Dap, alla direzione generale del personale, al provveditorato regionale e alla direzione della casa circondariale di Ferrara, e a ciascuno di essi hanno richiesto di intervenire secondo le proprie competenze: “Al momento i rappresentanti della polizia penitenziaria riscontrano però che non sia stato preso alcun provvedimento concreto per limitare questa ondata di violenza: assieme a loro, anche noi sollecitiamo tempestivamente una revisione generale dell’organizzazione del lavoro, un implemento degli organici e la messa in campo di soluzioni volte a ristabilire i livelli minimi di efficienza e sicurezza sul lavoro. Ulteriori ritardi non sono accettabili”.