“Da ex studente, ex insegnante e ora genitore del Liceo Ariosto, dico la mia…”
Da ex-studente, ex-insegnante e ora genitore del Liceo Ariosto, dico la mia sulla spinosa questione dell’assemblea di Istituto di lunedì scorso.
Da ex-studente, dico che molti ragazzi vorrebbero che le Assemblee fossero loro appannaggio; ma per motivi di sicurezza, da insegnante e genitore rispondo che una certa sorveglianza deve darsi per scontata. Riconosco, però, che ebbi molte perplessità, quando, appena abilitato, vidi che si è passati dalle okkupazioni alle “autogestioni” organizzate col dirigente… Un po’ come chiedere allo Zar se possiamo fare la Rivoluzione…
Ora mi sono imborghesito, ma ricordo bene l’ultima occupazione dell’Ariosto, perché partecipai, per quanto marginalmente, il primo anno di scuola. Ma già al quinto anno, non facevamo più nemmeno le Assemblee…e i più giovani stavano sostituendo Guccini e i Clash con Baglioni e i Duran Duran…Una microgenerazione diversa era arrivata.
Adesso a scuola sono dall’altra parte della cattedra e noto che in molte circostanze viviamo la tensione che qualcuno si faccia male o che un genitore si offenda e si lamenti, per cui capisco che la Preside si sia sentita in dovere di intervenire. Io però non l’avrei fatto. Un po’ perché, come dicevo, l’assemblea di Istituto è principalmente degli studenti. Un po’ perché l’intervento di Manuela Macario, forse troppo teatrale e in stile “motivazionista”, non mi è sembrato una costrizione al coming out, ma piuttosto una citazione del bel film “In & Out&” con Kevin Kline dei Monthy Python, in cui la scena finale vede tutta la comunità alzarsi e porsi a fianco dello studente gay, dai nerboruti vigili del fuoco agli attempati conservatori…
Anche se Ferrara, in tema di LGBTQIA+, non credo sia così inclusiva come la signora vorrebbe…
Tommaso Mantovani – Capogruppo consiliare Movimento Cinque Stelle Ferrara