Indiscusso
28 Gennaio 2023

Cantare sull’orlo del baratro

di Marzia Marchi | 4 min

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Boicotterò Sanremo quest’anno e invito a farlo, in linea con l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi (organismo iscritto al Cncu e riconosciuto dal Ministero delle imprese) il quale annuncia una formale diffida indirizzata alla Rai in cui si chiede di non consentire la partecipazione del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky al festival di Sanremo.

Un festival musicale, per di più trasmesso da una rete di Stato finanziata dai cittadini che pagano il canone, non può diventare un palco politico, indipendentemente dall’aggressione subita dall’Ucraina e da chi abbia torto o ragione. Il rischio concreto è quello di trasformare l’Ariston in un teatro di propaganda dal quale chiedere più armi e interventi dello Stato a favore dell’uno o contro l’altro, contravvenendo agli obblighi del servizio pubblico che impongono alla Rai equilibrio, pluralismo e par condicio”. E’ quanto si legge sul sito ADNKRONOS del 26 gennaio 2023 alle 16.21.

Siamo sull’orlo del baratro della Terza guerra mondiale e spettacolarizziamo il leader di un Paese, che seppur invaso, ha eliminato dal proprio vocabolario la parola pace e che non perde occasione per aggiornare ogni giorno la lista della spesa armata che presenta all’Europa e agli Stati Uniti. Non appena concessi i carri armati la richiesta si è concentrata sui cacciabombardieri F16, perfino F35.

La risposta di Mosca all’arrivo dei carri armati in Ucraina non si è fatta attendere e si è innalzato il livello dell’aggressività. A quasi un anno di distanza, aver armato fino ai denti l’Ucraina non ha spostato di una virgola i piani della Russia e l’effetto è la distruzione sempre più estesa e costante delle città e del popolo ucraino.

Ormai tutte le istituzioni europee e statunitensi parlano di “inevitabile escalation” come se dietro l’andamento di questa guerra non ci fossero esplicite volontà umane e interessi economici su scala mondiale.

“Quest’anno, il Comitato per la Scienza e la Sicurezza del Bulletin of the Atomic Scientists ha spostato in avanti le lancette dell’Orologio del Giorno del Giudizio (il Doomsday Clock), soprattutto (anche se non esclusivamente) a causa dei crescenti pericoli posti dalla guerra in Ucraina. L’orologio è ora a soli 90 secondi dalla mezzanotte, il momento più vicino alla catastrofe globale che sia mai stato.

Come se non ci fosse un esplicito rischio nucleare.

Gli Stati Uniti, la Russia e la Cina stanno perseguendo programmi di modernizzazione delle armi nucleari, preparando il terreno per una nuova e pericolosa “terza era” di competizione nucleare. Le forze nucleari statunitensi e russe sono ancora vincolate dal New START, ma non c’è certezza che il trattato venga esteso oltre il 2026. Non vi sono prospettive concrete di ulteriori negoziati a rafforzare la sicurezza nucleare”. Lo scrive Alessandro Pascolini su Agenda 17.

Giovedi 26 su “Striscia la Notizia” il giornalista Enrico Lucci sollecitava con ironia i politici parlamentari sull’ipotesi di Guerra mondiale ed è stato irritante vedere con quanta spocchia e ignoranza tutti sottovalutino un rischio che invece fonti ben più preparate ammettono come probabile.

Secondo il generale, ex Capo operativo interforze, Marco Bertolini intervistato da Fanpage:

“I carri armati che ci accingiamo a inviare all’Ucraina sono comunque una goccia nell’oceano. Aiutano, ma non sono determinanti. Io sono sempre stato convinto che l’Ucraina non possa vincere la guerra se non attraverso un intervento diretto della NATO, ovvero l’invio di truppe e non solo armamenti. Se noi mandassimo a combattere i nostri uomini in Ucraina la situazione sarebbe ben diversa, ma inevitabilmente porterebbe a un’escalation su scala globale. A quel punto tutto sarebbe possibile”.

Dichiara l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica generale, Leonardo Tricarico a proposito dell’invio dei carri armati.

“Personalmente ho sempre sostenuto che la via del negoziato debba esser battuta con maggiore serietà e impegno di quanto non sia stato fatto finora: purtroppo non sembra che questa sia la strada privilegiata da chi dovrebbe invece intavolare una robusta iniziativa per un negoziato e quindi siamo sempre nell’ambito della scommessa. Certamente non sono segni che vanno nella direzione di una distensione ma di un ulteriore incremento della tensione alla quale la Russia non si sa come risponderà. Si scommette che ci sia un logoramento irreversibile”.

L’Italia, con l’art.11 scritto nero su bianco in Costituzione, che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali si accoda passivamente alla politica occidentale e aumenta le spese per le armi fino al 2% del Pil mentre invia pacchetti secretati di armamenti senza nemmeno una discussione in Parlamento.

Entriamo in guerra presentati da Amadeus??

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