La Provincia dice di no al ‘minicondono’
Il Consiglio provinciale decide di non applicare la misura prevista nella Legge di bilancio per le cartelle fino a mille euro non riscosse da Comuni e Province dal 2000 al 2015
Con sette voti a favore (Baldini, Colaiacovo, Chiappini, Dall’Acqua, Perelli, Sandoni e Padovani) contro zero contrari – i consiglieri di opposizione, come annunciato, non si sono presentati in aula -, il Consiglio provinciale decide di non applicare la misura prevista nella Legge di bilancio per le cartelle fino a mille euro non riscosse da Comuni e Province dal 2000 al 2015.
Tradotto, significa che la Provincia estense aderisce alla facoltà concessa dal governo di opporsi allo stralcio automatico della quota interessi e more delle cartelle non pagate dai rispettivi destinatari, fermo restando l’onere di saldare comunque la parte capitale del debito verso l’amministrazione. Per il bilancio del Castello Estense nulla cambia, perché gli interessi sono contabilizzati nero su bianco solo al momento del loro effettivo incasso.
Ciononostante, da una stima fatta negli uffici, trattandosi principalmente di sanzioni non incassate, si tratterebbe di un arretrato complessivo di circa 1,8 milioni di euro, vale a dire un volume di risorse rispetto al quale la maggioranza ha ritenuto di non rinunciare con un colpo di spugna a priori.
“Sorprende la presa di posizione della minoranza – commenta il presidente Gianni Michele Padovani – che, da un lato, persiste ad anticipare sulla stampa temi in discussione nell’organo democraticamente eletto, dall’altro accusa la maggioranza di “mancanza di rispetto” per avere convocato la seduta del Consiglio con poco preavviso, quando questo è semplicemente previsto dal regolamento che ne disciplina il funzionamento”.
“In secondo luogo – prosegue il presidente – mi chiedo come si possa parlare di un “atto palesemente sbagliato”, quando non si tratta tanto di non dare una “boccata di ossigeno” ai cittadini in un momento di particolari difficoltà economiche, quanto – e ritengo in primo luogo – di tenere conto di tutti coloro che hanno pagato regolarmente il loro dovuto alla pubblica amministrazione”.
“D’altronde – conclude Padovani – nel nostro ordinamento esiste già la possibilità della “definizione agevolata”, vale a dire l’azzeramento della quota interessi per chi decide di pagare: un conto però è l’intenzione di saldare il proprio debito, un altro azzerare gli oneri in assenza di tale disponibilità”.