Economia e Lavoro
27 Gennaio 2023
L'intervento integrale del presidente ferrarese uscente, nonché primo presidente dell'associazione che unisce le cooperative di Ferrara e Modena, pronunciato al Congresso durante il passaggio di testimone al neo eletto Paolo Barbieri

Legacoop Estense, l’eredità di Andrea Benini

di Redazione | 12 min

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Andrea Benini

L’intervento integrale di Andrea Benini, primo presidente di Legacoop Estense, pronunciato al Congresso di Modena durante il passaggio di testimone al neo eletto Paolo Barbieri.

Cari/e delegati/e

Quando si affronta l’assemblea congressuale si guarda indietro e si ripensa a ciò che è avvenuto negli anni appena trascorsi.

IL CONSTESTO E GLI ULTIMI TRE ANNI

Per noi significa tornare al 2019 e raramente si sono avuti anni così intensi e sorprendenti, così difficili da prevedere e affrontare, come quelli appena trascorsi. Vale in ambito politico, sociale, economico.

  • La de-globalizzazione, la solidarietà tra le nazioni europee di fronte alla pandemia, il Next Generation UE, il PNRR, la guerra in Ucraina, l’impennata dei costi delle materie prime e dell’energia, il ritorno dell’inflazione a doppia cifra e dei tassi di interesse elevati.
  • Il Governo gialloverde, l’esperienza di Draghi, partiti che passano dal 3 al 30% dei consensi, dal 40 al 15%, nell’arco di pochi anni. Le elezioni regionali più incerte dal dopoguerra. La prima Presidente del Consiglio donna e la destra al Governo.
  • La pandemia di COVID 19: il coprifuoco, le mascherine, i convogli di bare, la corsa ai vaccini, i no-vax, il ritorno alla libertà tra mille timori, l’assalto squadrista alla cgil, la crescita dell’occupazione, i lavoratori poveri e il reddito di cittadinanza, la great resignation.
  • L’Italia prima in ginocchio e poi campione di export e crescita, l’Italia che vince gli europei e salta i mondiali, dei ragazzi figli di immigrati che diventano italiani solo se campioni, l’Italia seconda manifattura d’Europa, ma fragile, indebitata e anziana.

Fenomeni puntuali che si innestano su tendenze di lungo corso che stanno trasformando il pianeta, la società, l’economia:

  • La crisi climatica,
  • La pervasività dell’innovazione tecnologica e l’avvento dell’intelligenza artificiale,
  • La crescita delle diseguaglianze, la difficoltà delle democrazie
  • La situazione demografica allarmante di un paese in cui i decessi superano le nascite, gli anziani sono più dei giovani e per la prima volta il numero dei pensionati tende a superare quello dei lavoratori.

Insomma: “Grande è la confusione sotto il cielo”, ma non sappiamo se ci aspettano le eccellenti prospettive di Mao o il “tramonto dell’Occidente” di Spengler. In effetti le previsioni per il futuro sono incerte, gli economisti e i sociologi danno pareri discordanti, l’unica certezza sembra essere il perdurare di una situazione di incertezza, tanto che il dizionario Collins ha individuato come parola dell’anno 2022 il termine permacrisi.

Una situazione tutt’altro che semplice da affrontare, per chi come noi cooperatori deve misurarsi sia sulla dimensione economica sia su quella sociale.

In tempi come questi è naturale fare riferimento alle parole di Ivano Barberini, che di fronte alle situazioni più difficili e all’incertezza rispetto alle decisioni da prendere, ci spronava “a interrogare i principi cooperativi e restare coerenti con i valori della cooperazione”. Assicurandoci che questo esercizio ci avrebbe portati sulla strada giusta.

LE COOPERATIVE ESTENSI

Nei fatti le cooperative di Legacoop Estense lo hanno ascoltato e hanno affrontato questo contesto difficile con:

  • determinazione imprenditoriale,
  • spirito mutualistico
  • e approccio solidale.

Basta ripercorrere gli articoli della campagna #lacooperazionenonsiferma del 2020, per ricordare la numerose iniziative di resistenza e solidarietà messe in campo da quasi tutte le cooperative durante la pandemia. Come dimenticare le notti e le domeniche passate a studiare i decreti (emanati sempre il sabato sera), per poi confrontarsi e attivarsi come un unico gruppo di lavoro che imparava collettivamente?

La predisposizione dei protocolli covid in ogni cooperativa, l’interpretazione delle circolari e delle misure per poter operare in sicurezza e tutelare i lavoratori nel lock down, la solidarietà verso le cooperative che dovevano continuare a lavorare anche a rischio della vita dei soci, come le coop sociali, quelle delle pulizie ospedaliere, della logistica, del commercio.

Ancora grazie e tutti e a tutte.

Poi la costruzione dei progetti di investimento e rilancio, il supporto finanziario da parte di Finpro, sofinco, unibon, cooperare e coopfond, lo studio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la determinazione a cogliere le opportunità di ripartenza offerte dai vari bandi e dalle collaborazioni pubblico/privato.

Infine la gelata della guerra in Ucraina, la febbre dell’inflazione, l’incremento dei costi energetici e dei tassi, dal febbraio 22 a oggi.

Con un po’ di fortuna, tanto impegno e molto lavoro condiviso, per ora siamo riusciti a conservare il nostro insediamento cooperativo integro e plurale, con imprese eccellenti in molti settori: dalle costruzioni all’agroindustria, dai servizi alle imprese alla distribuzione commerciale, dall’industria alla cultura, per arrivare alla sanità, al welfare, al residenziale.

Abbiamo messo in campo alcuni progetti strategici che hanno dato buoni risultati, un esempio tra tutti il gruppo Granterre, divenuto in pochi anni azienda leader nel settore dei salumi e formaggi duri di qualità.

Le crisi sono state affiancate da gruppi di lavoro che fino ad oggi hanno consentito di non degenerare in fallimenti, i Workers’ buyout hanno salvato imprese e posti di lavoro, sono nate le prime cooperative di comunità, si sono costruite aggregazioni e reti, si è cercato di mantenere il rapporto tra le grandi cooperative nazionali e quelle locali, si è rafforzata la dotazione di servizi e l’operatività delle finanziarie estensi.

I risultati sono quelli rappresentanti dal nostro bilancio di sostenibilità aggregato:

  • oltre 3000 imprese consorziate e sedi locali, organizzate in più di 200 cooperative e consorzi
  • quasi mezzo milion di soci, su un milione di abitanti di Modena e Ferrara
  • oltre 33000 occupati, in maggioranza donne e per il 30% under 40
  • più di 1200 iniziative in tre anni per contrastare la fame e la povertà, promuovere l’educazione, la salute il benessere, difendere l’ambiente e rendere più sostenibili le nostre città e campagne.
  • 7,3 miliardi di fatturato, oltre 2,1 miliardi di patrimonio netto aggregato
  • Oltre il 60% di fornitori in Emilia Romagna.

Ma al di là di un quadro d’insieme, credo che tante storie e tanti dettagli emergeranno dagli interventi che ascolteremo oggi, come è giusto durante un’assemblea. I contenuti della nostra elaborazione pre-congressuale sono già stati riuniti nel documento congressuale di Legacoop estense, approvato dalla direzione del 16 gennaio e oggi a disposizione per la discussione.

In sintesi possiamo dire che nell’ultimo triennio la cooperazione Estense si è manifestata come:

  • una forza sociale coesiva (lontana da chi soffiava sul fuoco del conflitto sociale, ma anche da chi si è arroccato in difesa dello status quo),
  • una forza economica capace di assorbire i colpi e rilanciare, sia a livello di singola struttura imprenditoriale, sia di sistema complessivo.

OGGI

Tuttavia nessun risultato può darsi per scontato e oggi dobbiamo affrontare una situazione complessa almeno quanto quella del recente passato.

A fine 2022 le cooperative segnalavano al Centro Studi una forte preoccupazione per il 2023 in particolare a causa di alcune criticità che si sono acuite negli ultimi mesi:

  • L’andamento dei costi energetici
  • L’aumento delle materie prime
  • L’alta inflazione e il suo impatto sui consumi
  • La difficoltà di reperimento di personale e gli stipendi bassi
  • L’accelerazione impressa alla sostenibilità senza adeguato supporto agli investimenti per la transizione
  • La situazione economica complessiva del Paese
  • L’incremento dei tassi di interesse 

Mentre l’ISTAT rappresenta un netto peggioramento del clima sociale nel 2023, iniziato dopo la caduta del Governo Draghi e legato alle preoccupazioni per gli effetti dell’inflazione e della guerra in Ucraina.

L’analisi per settori economici evidenzia che questa situazione impatta in modo significativo sulle aree di business di quasi tutte le imprese, cooperative incluse.

Le cooperative della distribuzione commerciale affrontano la prova più dura degli ultimi anni fatta di concorrenza crescente e consumi al palo, aumenti a doppia cifra dei listini dei fornitori e difficoltà a scaricare l’inflazione sui consumatori, costi energetici e logistici elevati. Da tempo chiediamo inascoltati ai Governi un impegno serio per un settore che dopo aver garantito occupazione e sviluppo per anni rischia ora di andare in crisi.

Le cooperative agroindustriali e della pesca prevedono una consistente riduzione dei margini, dovuti all’incremento dei costi in assenza di aumento di domanda, devono cercare le strada dei mercati esteri, mentre subiscono l’ingresso in Italia di grandi player stranieri che stanno comprando molte aziende private italiane con dinamiche viste in passato nel settore della moda.

Le cooperative di produzione lavoro e servizi, continuano a confrontarsi con una concorrenza che opera i margini della legalità, in una jungla di contratti pirata che non si riesce a disboscare, strette tra la volontà di mantenere il patto mutualistico con i soci lavoratori, riconoscendo ristorni e condizioni di lavoro favorevoli, e la necessità di investire e competere in mercati che richiedono un livello di innovazione tecnologica che comporta la rapida obsolescenza delle competenze.

Le cooperative sociali sono chiamate alla prova della maturità. Il covid ne ha messo in luce il ruolo strategico e la capacità di incrementare la gamma dei servizi a fasce di utenza sempre più ampie. Tuttavia l’accentuata dipendenza dalla spesa pubblica, l’incremento dei costi che impatta su bilanci poco elastici, l’assenza di meccanismi di adeguamento automatico in caso di rinnovi dei contratti di lavoro, pongono rilevanti sfide strategiche per il futuro.

Le cooperative di abitanti faticano a veder riconosciuta la propria specificità. Incluse a fatica nelle misure nazionali per l’efficientamento energetico, non trovano ancora un terreno favorevole per esprimere il loro potenziale di rigenerazione urbana, mentre subiscono l’incremento dei costi di costruzione e mantenimento degli immobili.

Le cooperative del settore culturale, della socializzazione e del turismo, sono ancora alle prese con i danni prodotti dal covid, ma non vedono decollare le possibilità di collaborazione pubblico-privato che è essenziale per valorizzarne a pieno il potenziale.

LEGACOOP ESTENSE

Come Legacoop abbiamo segnalato alla politica e alle Istituzioni, le principali priorità su cui ci aspettiamo interventi tempestivi e incisivi:

  • Un tavolo nazionale permanente fra produttori, industria di trasformazione e distribuzione moderna per la gestione dell’aumento dei costi delle materie prime e dei prezzi.
  • Negli appalti: – il rispetto dei CCNL e l’adeguamento ai rinnovi – l’aggiornamento delle tabelle ministeriali del costo del lavoro ai fini del calcolo di basi d’asta adeguate – il contrasto al massimo ribasso mascherato e la revisione del codice degli appalti.
  • Ampliamento e allargamento della collaborazione tra sistema pubblico e cooperazione, per garantire risposte ai nuovi bisogni sociali emersi con la pandemia, promuovere la rigenerazione urbana e il rilancio di turismo e cultura.
  • Collaborazione tra sistema della formazione e imprese per lo sviluppo di figure professionali specifiche. Rafforzamento e riorganizzazione dei centri per l’impiego.
  • Interventi sul costo dell’energia a tutela tanto delle imprese quanto delle famiglie (cui abbiamo aggiunto le nostre piattaforme Appia e Respira, lo sportello Energia e le comunità energetiche)
  • Infrastrutture, messa in sicurezza dei territori di fronte al cambiamento climatico,
  • Sostegno al reddito con la riduzione degli oneri fiscali sul lavoro e la detassazione dei ristorni.

Speriamo che la politica sappia ascoltare i segnali e le indicazioni dei corpi intermedi, superando le tendenze alla disintermediazione o le modalità di ascolto solo formale degli ultimi anni.

Legacoop Estense custodisce questo patrimonio in un’organizzazione collettiva plurale, che le cooperative e i cooperatori hanno costruito come: una casa, una scuola, un laboratorio.

La casa dei cooperatori e delle cooperatrici, un luogo aperto dove si incontrano e collaborano cooperative grandi e piccole, di settori diversi, fanno progetti, li condividono, litigano e si riappacificano, proprio come in una grande famiglia.

La scuola di cooperazione per tanti giovani, che hanno conosciuto il nostro modello e poi sono rimasti con noi, oppure lo hanno portato in altre esperienze. Una scuola per i nuovi consiglieri di amministrazione, per gli studenti di Bella coopia, per i tanti neo cooperatori di coop-start-up e per i determinati lavoratori dei workers’ buyout.

Il laboratorio dove costruire nuovi progetti, prototipi, esperimenti, dove progettare fusioni, reti, consorzi, ma anche confrontarsi con gli esperti per fronteggiare problemi, aggiustare rotture, trovare risorse per superare un momento di crisi, per pianificare un’acquisizione, creare sinergie, partecipare a bandi, introdurre innovazione.

Un’associazione che pur in anni così difficili ha mantenuto un’elevata fedeltà contributiva, in grado di sostenere e rilanciare il livello territoriale e di contribuire in modo significativo ai livelli regionali e nazionali, oltre che alle associazioni di settore. In equilibrio nella gestione e integra nel patrimonio, senza alcun ricorso a fonti di terzi.

Grazie per aver costruito una casa comune forte e solida, dotata di una squadra di professionisti con un’età media di 42 anni, per due terzi donne con titoli di studio post-universitari, in cui si è operato per garantire il necessario ricambio generazionale, l’inserimento di nuove competenze e il consolidamento di quelle esistenti, operando in sinergia con Finpro.

IL FUTURO

È un importante indicatore di salute associativa il fatto che la consultazione di fine mandato, che ci ha aiutato a individuare i candidati alla presidenza e a valutare il lavoro svolto in questi anni, abbia riportato il quadro di un’associazione fortemente coesa, fatta di cooperative che si riconoscono reciprocamente, i cui massimi dirigenti svolgono anche un ruolo nel movimento.

Credo che questo sia un segnale importante. Legacoop non è una cosa a parte rispetto alle cooperative, è la loro associazione e a turno i dirigenti sono chiamati a svolgere il proprio ruolo al servizio del movimento cooperativo e viceversa. Fino a quando sarà così, avrà senso parlare di Movimento, avremo capacità di rigenerazione e continueremo a rispondere insieme alle difficoltà, un tratto distintivo e per me magnifico del nostro modo di fare impresa e associazione.

Voglio ringraziare Paolo Barbieri che, pur impegnato in una grande e importante cooperativa come CPL ha scelto di dedicare parte del suo impegno al servizio di tutte le cooperative e con lui gli altri cooperatori che daranno la disponibilità a essere i vicepresidenti e a far parte degli organismi associativi di Legacoop.

Paolo, oltre che un amico, è un giovane che ha saputo mettersi al servizio della sua cooperativa nell’ora più buia, quella della crisi finanziaria, delle accuse infamanti di connivenza con la camorra, dei processi sui giornali e nei tribunali. Un cooperatore che insieme alla sua squadra ha avviato la cooperativa fuori da una situazione drammatica, l’ha vista uscire pulita da tutte le accuse, la sta rilanciando sui mercati.

CHIUSURA

Sono stati anni di grande impegno e passione. Di grandi difficoltà e di grandi successi. Abbiamo condiviso tanti progetti, strategie, assemblee, congressi, incontri. Infiniti eventi, pranzi, cene, aperitivi, perché si sa che ci piace lavorare ma ci piace anche stare insieme.

Ho cercato ogni giorno di metterci tutto il mio impegno. Non sempre è bastato. La responsabilità è solo mia, mentre i risultati positivi sono di tutti.

Questa è la cosa più importante che ho imparato: la nostra forza viene dall’essere persone che si aiutano reciprocamente, davvero come diceva Prampolini “uniti siamo tutto, divisi siamo niente”. La cooperazione è più forte della competizione, il mutualismo dell’individualismo, le persone del capitale. Dovremmo esserne ancora più convinti.

È stato un grande privilegio poter condividere questi anni con tutti voi, spero che la fine di questa esperienza non significhi la fine di tante amicizie e collaborazioni che in questi anni abbiamo costruito.

Sarebbe troppo lungo nominare tutte le persone con cui abbiamo condiviso questo pezzo di strada. Fatemi solo ringraziare la squadra con cui abbiamo affrontato questi anni, i colleghi di Legacoop e Finpro, la presidenza, la direzione e tutti quegli uomini e quelle donne che hanno scelto volonterosamente di cooperare gli uni con le altre.

Ringrazio tutti della fiducia e del sostegno che mi avete dato.

Buon congresso a tutti noi. Viva la cooperazione.

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