Cronaca
27 Gennaio 2023
Dovrà scontare 3 anni e 4 mesi, Elisa Di Bona, la ragazza che era alla guida dell'auto su cui sono morte Paola Carrozza e Marialuisa Sibilio

Schianto mortale ad Argenta, la conducente patteggia. La sorella della vittima: “Non provo odio”

di Davide Soattin | 4 min

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Ha patteggiato la pena di 3 anni e 4 mesi, che sconterà molto probabilmente con l’affidamento in prova, Elisa Di Bona, la 21enne alla guida della Mitsubishi Colt bianca, che si schiantò contro un platano lungo la via Matteotti ad Argenta nella serata del 16 novembre 2021, mentre viaggiava insieme a due amiche.

Nel tragico incidente morirono la 21enne Paola Carrozza di Argenta e la 20enne Marialuisa Sibilio di Alfonsine che, di ritorno da un pomeriggio passato insieme a Ferrara, si sono prima scontrate frontalmente con una Hyundai Kona guidata da un ragazzo, per poi carambolare contro un platano.

Le due ragazze persero la vita sul colpo, mentre l’amica alla guida della vettura riuscì a salvarsi, dopo essere stata ricoverata a lungo all’ospedale Sant’Anna di Cona in gravissime condizioni.

Ieri (giovedì 26 gennaio) la conclusione del processo a suo carico, mentre fuori dall’aula ha voluto essere presente Melissa Carrozza, 20 anni, ma un carattere purtroppo già forgiato dal dolore per aver perso nello schianto una sorella e un’amica.

“Oggi – spiega la ragazza – sono qui per loro. Ho sempre difeso mia sorella e essere qui ora mi fa pensare di essere insieme a lei, mi fa pensare che non sia cambiato nulla. Eravamo tutte amiche e quella sera anche io dovevo essere con loro, ma dovevo studiare diritto e ho rimandato. Se fosse stata un’altra materia sarei andata e questo mi ha fatto sentire molto in colpa. Ancora adesso mi chiedo che cosa sarebbe successo se ci fossi stata anche io con loro. Sono tanti i sensi di colpa. Avrei voluto essere io al suo posto perché è una cosa troppo forte. Ho 20 anni, mentre lei ne aveva 21. È troppo grosso quello che è successo, fa male. Tra l’altro dietro casa, si può dire fosse già arrivata”.

Melissa però – grazie anche alla sua maturità – non nutre alcun rancore nei confronti di chi era alla guida: “Non provo odio nei suoi confronti perché non è mai stato un sentimento che fa parte di me. Ho dovuto metabolizzare molte cose in questo anno e più che è trascorso dall’incidente. L’ultima volta che l’ho vista è stata il 14 novembre 2021, due giorni prima di quella sera. Lei non si è più fatta sentire. Mi sono messa nei suoi panni e forse non ce la faceva. Anche lei però avrebbe dovuto mettersi nei miei: oggi sono qui perché sono sicura che a parti inverse mia sorella avrebbe fatto lo stesso”.

“Ai ragazzi – lancia un monito – dico che non c’è fretta, che è meglio fare ritardo dieci minuti e arrivare a casa vivi, piuttosto che questo. Perché un dolore così non va via. È stata la fretta a ucciderle, Elisa (la ragazza alla guida, ndr) doveva andare dal suo ragazzo e tutte e tre hanno sottovalutato il pericolo. Poi la pioggia e le foglie per terra hanno fatto il resto. Ma se avesse guidato mia sorella, sarebbero state ancora qui. Lei non andava così forte. Oggi si può dire mi sia rimasto solo il suo ricordo che è la mia forza, ce l’ho sempre con me. Una settimana dopo l’accaduto ho voluto subito andare scuola perché non riuscivo a stare a casa e a fine anno mi sono diplomata con 100. Mi sarebbe piaciuto averla con me quel giorno”.

A difendere Elisa Di Bona in questi mesi è stato l’avvocato Monica Miserocchi, che punta il dito contro l’amministrazione comunale di Argenta per la situazione della via Matteotti: “Gli amministratori non fanno nulla per quel tratto. Il Comune mantiene gli autovelox lungo la Statale e la gente li aggira percorrendo questa strada, che purtroppo è insidiosa, con un albero dietro l’altro. Questo la famiglia ha cercato di farlo presente, provando a contattare il Comune, ma non è mai stata ricevuta”.

“Servono mettere barriere o dossi, oltre che abbassare il limite di velocità – è l’appello che lancia il legale della famiglia Di Bona – perché arriverebbe un segnale più chiaro, dal momento che se banalmente esci di strada, ti schianti contro un platano. Per ora però arrivano solo fiori dopo le tragedie o giorni di lutto cittadino. Questo vuol dire che alle amministrazioni non interessano i giovani. Lo si dice a parole, ma con i fatti non lo si fa mai ed è un peccato. È un problema che noi siamo disposti a sollevare in modo concreto, chiedendo nuovamente iniziative per la sicurezza”.

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