Attualità
25 Gennaio 2023
Si spacca l'opinione pubblica su quanto accaduto nell'istituto di via Arianuova. Interviene anche il consigliere Mosso della Lega: "Da Macario richiesta manipolatoria"

Discriminazione al liceo. La Cgil sta con Arcigay, mentre arrivano critiche da Mosso e Ferrara Nostra

di Redazione | 4 min

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È una Ferrara che si è ritrovata divisa all’indomani dei fatti del liceo Ariosto dove, da quanto si apprende, Manuela Macario, presidente Arcigay di Ferrara, docente e formatrice professionale, sarebbe stata vittima di una discriminazione di genere da parte della dirigente scolastica dello stesso istituto.

Su quanto accaduto infatti, durante le ultime ore, sono stati diversi i punti di vista e le prese di posizione espresse, non solo da parte di alcuni genitori degli alunni, ma anche dal mondo sindacale e della politica, a partire dalla Cgil e dalla Flc Cgil di Ferrara, che si sono schierate al fianco di Arcigay.

“Quanto accaduto durante l’assemblea d’istituto del liceo Ariosto – spiega il sindacato di piazza Verdi – non ci lascia indifferenti e non va sottovalutato, ancor di più per il fatto di essersi verificato al’’interno di un luogo di istruzione e formazione di ragazze e di ragazzi. Togliere la parola, interrompendo e mettendo a tacere con modalità e toni irrispettosi, è una forma di censura inaccettabile“.

“Come sindacato – afferma la Cgil – ribadiamo e rivendichiamo in ogni contesto la necessità di rendere strutturali nei percorsi scolastici le attività di contrasto alle discriminazioni, incentrate sul rispetto di sé e degli altri, contro ogni stereotipo. La violenza che pervade la società lo richiede, che sia legata al genere, all’orientamento sessuale, politico, religioso, all’identità di genere”.

Il sindacato poi prosegue: “Attività formative come quella organizzata dagli studenti della scuola Ariosto vanno promosse e praticate in ogni luogo dell’istruzione. Esse vanno garantite, e va garantito il loro corretto svolgimento in termini di rispettoso confronto e dialettica. Ogni contesto
scolastico, di progettualità didattica o assembleare, che affronti la tutela dei diritti civili va auspicato e sostenuto perché vi è bisogno di una scuola in cui la priorità sia la crescita come cittadine e cittadini di ragazze e ragazzi e in cui questi ultimi siano protagonisti. E per queste ragioni è necessario che la scuola sappia creare le condizioni per riprendere il dialogo e il confronto costruttivo“.

“Infine – concludono i sindacalisti – riteniamo necessario alzare lo sguardo al contesto politico generale. Appare chiaro come la sfera della tutela dei diritti civili sia sempre più sotto scacco e in pericolo, mentre non riescono ad affermarsi le proposte di legge in contrasto all’odio verso le persone Lgbtqia+. Siamo convinti che un Paese si definisca giusto e democratico quando difende, custodisce e fortifica i diritti civili e sociali dell’intera popolazione. La scuola deve giocare un ruolo fondamentale nell’affermare questa consapevolezza”.

Di tutt’altro avviso, invece, il gruppo consiliare Ferrara Nostra, che prende le difese della dirigente scolastica, esprimendo tutta “la propria preoccupazione ed incredulità” per quanto successo. Nello specifico, facendo riferimento alla richiesta di Macario agli studenti di «alzarsi in piedi nel caso fossero persone Lgbti+ o avessero parenti o amici Lgbti+», i consiglieri del gruppo di maggioranza ritengono “deplorevole l’iniziativa assunta dall’interessata in quella sede, in quanto si profila come una palese violazione della privacy, dal momento che i ragazzi sono stati chiamati ad esprimersi platealmente in merito ad aspetti intimi, sentendosi tenuti a dover dichiarare le proprie preferenze sessuali”.

“Non si comprende, tra l’altro – aggiungono Caprini, Pignatti e Savini -, la necessità, nel corso di un incontro condotto dalla sedicente “esperta di identità sessuale”, di dover individuare e porre in evidenza coloro i quali siano persone Lgbti+, rispetto quelle che non lo sono: operazione questa che si configura come una vera e propria istigazione alla discriminazione sessuale e di genere. La presidente Macario, probabilmente preda del proprio furore ideologico, deve aver perso il focus: non è accettabile trattare dei giovani ragazzi come oggetti sacrificali alla propria causa, ancorché rispettabile, ma secondo noi, da lei ingiustamente e non degnamente rappresentata”.

“È di tutta evidenza tuttavia – concludono gli esponenti di Ferrara Nostra – che quanto è avvenuto meriti ulteriori approfondimenti da parte delle autorità e di chiunque abbia a cuore l‘educazione dei giovani“.

Su quanto accaduto è intervenuto anche Alcide Mosso, consigliere comunale della Lega, che qualche mese fa aveva preparato un’interrogazione all’amministrazione Fabbri – poi ritirata – per sapere quante persone avevano cambiato sesso a Ferrara dal 2011 al 2021: “Sarebbe utile avere il video completo dell’evento per valutare se sia avvenuta discriminazione. A mio parere, la richiesta della dottoressa Macario pare inopportuna e tale da costituire, come mi è stato riferito da alcuni presenti, motivo di imbarazzo e di disagio per i ragazzi, rappresentando un grave tentativo di violazione della privacy e di compiere un outing forzato“.

“La Macario – prosegue Mosso -, «docente e formatrice professionale … esperta di identità sessuale…» afferma: «Gli studenti erano tutti in piedi». Si è chiesta il perché? Tutti oggi abbiamo almeno un conoscente Lgbt, ma la richiesta, se posta nei termini riportati dalla stessa Macario, alzandosi o non alzandosi, poteva dare adito a più interpretazioni, anche essere intesa come una dichiarazione del proprio orientamento sessuale. É noto in vari ambiti, sociali, finanziari, “l’effetto gregge“, seguire la maggioranza ci fa sentire meno responsabili degli errori che potremmo commettere ma diminuisce la capacità di analisi critica”.

“È questo – si domanda il consigliere leghista – che vogliamo per le nuove generazioni? La richiesta, a mio parere, pare quindi manipolatoria, tale che gli studenti che avessero ritenuto di rimanere seduti, avrebbero potuto essere loro stessi discriminati. Bene, dunque, ha fatto la preside a intervenire a tutela degli studenti. Ritengo che temi tanto sensibili e delicati sarebbe il caso non avvenissero in assenza di contraddittorio proprio per evitare di ipotizzare tentativi manipolatori“.

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