Ostellato
21 Gennaio 2023
L'ad Vento parla con i lavoratori, ma non serve a rassicurarli. La produzione è ferma e non si sa se e quando ripartirà

Fox Bompani. Presidio e sciopero a oltranza: “Chiediamo dignità e lavoro”

di Redazione | 4 min

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Ostellato. Chiedono dignità. Dignità e lavoro. Nulla più. Dopo aver passato un natale senza stipendio e senza tredicesima, e con la produzione ferma, i lavoratori della Fox Bompani dichiarano lo sciopero a oltranza.

Dopo l’incontro in Regione di lunedì scorso per l’apertura della cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione per la durata di 12 mesi, dall’azienda – storico marchio nella produzione di elettrodomestici – non sono arrivati i segnali confortanti che i dipendenti si aspettavano. Tutt’altro.

“In occasione dell’assemblea sindacale e della successiva riunione aziendale che si è tenuta davanti al cancello della sede di Ostellato da parte aziendale non sono state date certezze – afferma una nota della rsu e della Fiom provinciale -. Non si conosce la data di ripartenza e non si conosce il nome degli interlocutori e degli investitori con cui la proprietà ‘sta trattando’ il piano industriale (anch’esso a noi sconosciuto), utile a garantire la ripresa del sito totalmente fermo ormai da settimane”.

E questo significa “nessuna certezza sull’erogazione dei salari: non si conosce una data di pagamento e l’azienda non si impegna a dare indicazioni certe sull’erogazione dei salari arretrati e futuri, rimandando in avanti ogni discussione”.

A fronte delle mancate rassicurazioni, “o di assunzioni di responsabilità che vadano oltre alle promesse a e ai proclami a buon mercato”, come preme sottolineare a Fiom e rsu, “le lavoratrici e i lavoratori della Fox Bompani di Ostellato rivendicano certezza nel pagamento di salari, garanzie sulla continuità dell’attività produttiva, l’avvio di un confronto vero sul piano industriale, che non sia scaricato su un peggioramento delle condizioni di lavoro”.

A sostegno di queste ragioni è stato dichiarato lo sciopero a oltranza che verrà strutturato in 2 ore al giorno e in un presidio all’ingresso principale dalle 8 alle 9 nei giorni di comando.

E in mezzo al presidio si avverte tutta la preoccupazione di chi non sa che futuro aspettarsi da qui in avanti.

“Rischiamo di passare l’inverno al freddo” lamentano alcuni, consci del fatto che gli ammortizzatori sociali non arriveranno nel conto prima di marzo. “non veniamo messi al corrente di nulla”, lamenta qualcun altro: “a oggi non c’è garanzia, non c’è un’indicazione su quando ci sarà la ripresa lavorativa se mai ci sarà e non c’è garanzia sulla dazione dei salari”.

Ad oggi è stato versato ai lavoratori, a fronte di una diffida sindacale al pagamento della tredicesima e della mensilità di dicembre, solo un terzo di tredicesima.

E nemmeno le parole dell’ad Enrico Vento, uscito ieri fuori dai cancelli per parlare con i lavoratori, hanno dato le rassicurazioni richieste. Di fronte alle domande “quando si riprende?” e “in che modalità si riprende?” non ha saputo rispondere con precisione.

A nulla è valso poi l’ottimismo in merito agli anni che verranno, che secondo Vento saranno gli anni della ripresa: si parla del 2027 e di nuove assunzioni. Ma ora, incalza l’ad, “abbiamo una commessa che sta per arrivare e vi chiedo di fare un sacrificio”.

Parole che non fanno breccia nei lavoratori. Il bisogno di lavoro e stipendio è qui e ora. Lo si capisce anche dai commenti del responsabile aziendale in quota Fiom, Emanuele Farinelli: “a Ostellato c’è un problema grande come una casa. Questo territorio ha bisogno di essere rilanciato, ha bisogno di persone serie che ci credano. I lavoratori hanno dimostrato una compattezza e una dignità unica, non richiedono cose da fuori di testa, chiedono dignità. Dignità e lavoro”.

A manifestare solidarietà ai lavoratori sono anche i circoli del Pd e di Rifondazione di Ostellato e Fiscaglia, che hanno esercitato ed eserciteranno – questa la loro promessa – “iniziative di stimolo e di sostegno per la difesa del sito produttivo nei luoghi istituzionali in cui siamo presenti con nostri rappresentanti sia a livello regionale che locale”.

“I sindaci del territorio – aggiungono i due circoli -, civici di centrosinistra, saranno chiamati a lavorare per ricercare soluzioni ponte che possano ammortizzare, con l’aiuto di istituti di credito, il gap temporaneo intercorrente da adesso all’effettiva erogazione della cassa integrazione per non lasciare senza risorse le famiglie dei lavoratori”.

“Appartiene alla nostra identità politica – concludono Pd e Rifondazione – rappresentare i lavoratori e le lavoratrici ed agire col metodo democratico per il miglioramento della loro condizione e per la salvaguardia dei livelli occupazionali del territorio come base per il bene di tutta la comunità”.

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