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16 Gennaio 2023
Una ricerca della Carolina del Nord mette in luce che l’uso dei social ha la capacità di modificare il cervello dei più giovani rendendoli più “dipendenti” all’approvazione sociale

I social ti cambiano il cervello

di Redazione | 3 min

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di Edoardo Righini

Di ricerche su come i social ci influenzano ce ne sono ormai a tonnellate, al punto tale da non fare neanche più molta notizia.

Altro paio di maniche quando si parla di ricerche che riguardano il modo in cui i social modificano il cervello, da un punto di vista fisiologico.

In questo caso, l’attenzione deve essere molto più alta, specialmente se i soggetti studiati sono i più giovani, il cui sviluppo cerebrale è per natura particolarmente sensibile agli stimoli esterni, e se a essere intaccata è per così dire la loro “intelligenza sociale”.

Questo è quanto dimostrerebbe una recente ricerca dell’Università della Carolina del Nord che sta facendo non poco discutere.

Secondo gli studiosi, l’uso eccessivo dei social media e l’abitudine di controllare costantemente le notifiche da parte di giovanissimi adolescenti si assocerebbe a una serie di cambiamenti nella sensibilità del loro cervello a recepire ricompense e punizioni sociali.

Per arrivare ad affermare questo, i ricercatori hanno sottoposto 169 studenti di prima e seconda media a una serie di risonanze magnetiche esponendoli a degli stimoli che anticipavano una certa ricompensa sociale (come like, commenti, etc.).

Ne è emerso che chi dei ragazzi aveva l’abitudine di controllare le notifiche sui propri social più frequentemente in un’ora si trovava ad avere anche delle alterazioni specifiche nel cervello, relative proprio alle regioni legate ai meccanismi di ricompensa sociale.

In altri termini, i più connessi erano anche quelli più ricettivi in caso di stimoli sociali positivi o negativi.

Questo si spiega con il fatto che i social rappresentano un enorme acceleratore di relazioni sociali, poiché forniscono la possibilità di entrare in contatto con tantissime persone e di vedere amplificate le varie interazioni, che nella realtà sono molto più ridotte in termini di quantità e frequenza.

E se il cervello, nelle fasi più delicate del suo sviluppo, viene posto al centro di questa rete di stimoli estremamente insistente è facile diventarne presto dipendenti.

Tanto più se questa dinamica avviene negli anni dell’adolescenza che sono quelli in cui si è decisamente più sensibili circa l’approvazione sociale degli altri: in un certo senso, l’abitudine di controllare le notifiche social “fin da piccoli” potrebbe accentuare questa dipendenza verso il giudizio degli altri, rafforzandola e stabilizzandola nel tempo.

È bene specificare che la stessa ricerca non parla di causa diretta, quanto di correlazione, dunque non è detto che le due cose siano necessariamente collegate, ma il fatto che entrambe le condizioni siano presenti in determinati soggetti non è certamente un caso.

Al di là di quale sia la verità e l’incidenza dei social sul nostro cervello, la ricerca ha indubbiamente un merito, accendere una luce sull’importanza di un uso consapevole di queste piattaforme da parte dei giovani, non solo per motivi di educazione e tutela, ma per la prima volta anche per motivi fisiologici di salute.

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