Scienza e tecnologia
13 Gennaio 2023
Il social ha dimostrato di essere un volano clamoroso per la vendita di alcuni volumi che dopo anni sono diventati bestseller irresistibili. Com’è possibile tutto questo?

Da Tik Tok a BookTok, ovvero come un social fa tornare a leggere

di Redazione | 3 min

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di Edoardo Righini

Siamo abituati a credere che i social network siano delle vere e proprie minacce per i più giovani: distraggono, riducono l’attenzione, fanno perdere tempo e, di fatto, spingono le persone a preferire l’apparenza alla sostanza.

Ma come sempre, non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca, infatti, anche da un social possono derivare degli effetti positivi, talvolta inaspettati.

Ne è un esempio Book Tok, uno straordinario fenomeno che unisce due mondi apparentemente distanti e, in un certo senso, agli antipodi: Tik Tok (si capiva dal nome) e l’editoria.

Di per sé, con il termine Book Tok si indica una sottocomunità di Tik Tok, composto da grandissimi appassionati di letteratura e di libri che raccontano, recensiscono e consigliano libri.

In altri termini, è un gruppo di creator che concentra i propri contenuti sui libri e che basa il proprio successo e il proprio seguito sul racconto personale dei volumi che legge e compra.

La cosa interessante di questo fenomeno è che ha mostrato in modo evidente come il social può influenzare (in modo virtuoso, talvolta) il mondo reale.

Da un po’ di tempo, infatti, è piuttosto comune trovare nelle principali librerie una vera e propria selezione di libri presentati come “i consigliati di Tik Tok”.

Questo perché nei mesi passati Tik Tok si è rivelato uno straordinario stimolatore di lettori, capace di spingere le vendite di libri già usciti da tempo molto oltre le aspettative.

È il caso di Una vita come tante, uscito nel 2016, ma ancora di più di La canzone di Achille uscito nel 2011, che dopo essere stati accolti positivamente dalla critica ai loro tempi, sono diventati dei veri bestseller anni e anni dopo proprio grazie all’eco garantita da Tik Tok.

A ben vedere, il fenomeno del passaparola è sempre esistito e le persone si sono sempre lasciate influenzare dal consiglio di un amico, un parente, o dal libraio: ora accade lo stesso, con la sola differenza che la portata di questo passaparola è enorme.

I bestseller e gli iperseller sono sempre esistiti, quello che cambia è la dinamica: la viralità, infatti, accelera in modo impressionante le scalate di alcuni volumi che se entrano in trend su Tik Tok attirano immediatamente l’attenzione di milioni e milioni di persone, anche molti anni dopo la propria pubblicazione.

A funzionare molto sui social sono quei contenuti in cui il creator mostra la reazione alla lettura: se piange, se ride, se si preoccupa vuol dire che il libro è in grado di suscitare un’emozione forte e, dunque, vale la pena di essere comprato.

Da un lato questo è positivo, perché permette di risolvere un “problema” che da sempre ha il marketing nell’editoria, ovvero la difficoltà di trasmettere la sensazione che il libro può suscitare prima che il lettore di fatto lo acquisti.

Dall’altro lato, il rischio è quello di favorire sempre uno stesso modello di libro, fatto più per la pancia che per il cervello, in cui amori, morti e altre sciocchezze sono il solito specchietto per attirare le persone e camuffare ad arte storielle di poco conto.

Se Tik Tok aumenti i lettori o contribuirà a diffondere la cultura non è dato saperlo. Certo è che può svecchiare la percezione dell’oggetto libro nella sensibilità dei più giovani. E già questo non sarebbe male.

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