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11 Gennaio 2023
La piattaforma cinese sta entrando in una nuova fase, che potrebbe portarla a diventare non più un social ma un vero e proprio broadcast capace di competere con YouTube e Netflix

E se il prossimo film lo guardassimo su Tik Tok?

di Redazione | 3 min

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Che in questi anni Tik Tok sia diventata la piattaforma più popolare ormai è un dato acclarato e confermato da più elementi.

Innanzitutto, la crescita degli utenti, che nei mesi continua ad essere costante e rilevante, il che ha portato a una repentina trasformazione del pubblico di fruitori.

Prima, infatti, gli utilizzatori della piattaforma erano soprattutto i giovanissimi, la famosa Generazione Z, che comprende più o meno tutti coloro che sono nati tra il 1997 e il 2012, che si sono rivolti a Tik Tok soprattutto per trovare un luogo digitale non ancora colonizzato dalle generazioni più vecchie (i propri genitori per intenderci).

Adesso, invece, la platea si sta decisamente allargando e l’età media degli utenti è cresciuta: la tendenza, in altre parole, è quella di diventare sempre più trasversale, intercettando una popolazione diversa e variegata.

Alla luce di questo, non sorprende che proprio Tik Tok sia stato il “social rivelazione” dell’ultima campagna elettorale, così come è perfettamente comprensibile che sempre più brand e aziende stiano pianificando le proprie strategie di marketing e la propria produzione editoriale di conseguenza.

A questo punto, però, Tik Tok si trova a un bivio e deve decidere cosa diventare.

Per le modalità di funzionamento, infatti, l’idea che sia semplicemente un social non basta più.

Intendiamoci: alcune dinamiche tipiche dei social ci sono (i like, i follower, le ricondivisioni, etc.), ma è la fruizione a essere radicalmente diversa.

Molto più che Instagram, Facebook, Twitter e altri, Tik Tok funziona perché intrattiene.

Fornendo contenuti video senza soluzione di continuità, di fatto la piattaforma cinese punta non tanto a tenere in contatto le persone tra loro, ma a tenere le persone inchiodate allo schermo, creando un flusso ininterrotto di video capaci di intrattenere in maniera diversa l’utente.

Estremizzando (ma neanche poi tanto) si potrebbe dire che Tik Tok funziona come una sorta di televisione su cui viene proposto un costante zapping tra programmi diversi.

In altre parole, Tik Tok sta piano piano diventando un vero e proprio broadcast come Netflix, Amazon Prime o YouTube che però aggrega micro show che si succedono e si rinnovano costantemente.

Da questo punto di vista, tra qualche tempo, potremmo trovarci a dover scegliere se guardare qualcosa in televisione, su una piattaforma di streaming o direttamente su Tik Tok.

Del resto, esistono già delle sperimentazioni in questo senso.

Amazon ha da poco rilasciato uno spin off del fortunato programma LOL pensato appositamente per Tik Tok.

È un programma televisivo in tutti i sensi (per ospiti, atmosfera, dinamiche), ma che in termini di montaggio e narrazione segue le logiche del social.

E non è impossibile pensare che magari tra qualche tempo inizieranno a essere girate e rilasciate serie pensate per una fruizione esclusiva da Tik Tok, con tutto quello che ne comporta in termini di inquadrature (si dovrà ragionare in verticale), scrittura e minutaggio.

A proposito di minutaggio, una curiosa tendenza che conferma quanto detto fino qui è quella che vede i contenuti di Tik Tok allungarsi sempre di più, arrivando ad essere dei veri e proprio video e non solo delle clip.

Insomma, la piattaforma cinese potrebbe essere il primo caso di un social che diventa un canale di intrattenimento spurio, magari con una propria linea editoriale, dei creatori interni e dei contenuti originali.

Per scoprirlo non resta che attendere, sedersi e continuare a scrollare lo schermo.

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