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di Davide Soattin
Ravalle. Al grido di “Ravalle libera”, “Il Po mormorò, Ravalle uguale Gorino” (il paese delle barricate contro l’arrivo di 12 donne migranti) e “Non c’è integrazione ma solo speculazione” – messaggi scritti nero su bianco e a caratteri cubitali, sugli striscioni all’entrata e nella piazza del paese – cinquanta e più membri della comunità di Ravalle (che ne conta in tutto 300) si sono riuniti ieri sera per un presidio spontaneo, al fine di protestare pacificamente contro la decisione di far arrivare un numero cospicuo di migranti nella frazione.
Famiglie, bambini e anziani infatti, a pochi passi dalla chiesa paesana e dalla struttura che dovrebbe ospitare i richiedenti asilo, si sono dati appuntamento intorno a un falò per dare un segnale importante alle istituzioni, vivendo un momento di grande convivialità, a simboleggiare l’unità della comunità in una battaglia che ogni giorno che passa si fa sempre più agguerrita.
Tra i presenti anche il leghista Carlo Piccinini, abitante e portavoce dei cittadini di Ravalle, nonché uno dei primi a muoversi per impedire la collocazione dei profughi: “A seguito dell’incontro con il prefetto di giovedì era doveroso e significativo da parte del paese farsi sentire. La preoccupazione che è salita nelle scorse settimane riguarda l’arrivo di trentacinque uomini che, calati in questo contesto, vanno di sicuro a creare enorme sconcerto”.
“In futuro – ha continuato l’esponente della Lega – questo presidio spontaneo si potrebbe trasformare in qualcosa di più concreto, penso ad eventuali barricate, perché stato il pensiero che è emerso dall’assemblea. Intanto questo è il passo iniziale, per far capire che siamo presenti. Al dialogo finora abbiamo sempre risposto con la stessa moneta, ma nel momento in cui ci vengono imposte alcune cose risponderemo in maniera più forte”.
A questo proposito, già nei prossimi giorni, è in programma un’iniziativa concordata con l’amministrazione comunale: “Abbiamo sentito in queste ore sia Fabbri che Naomo, che avevamo invitato questa sera; con loro si è pensato di organizzare a inizio della prossima settimana un’assemblea pubblica. Sarà presente anche Lodi, a rappresentare una giunta che deve sicuramente calarsi in questa situazione, perché la sproporzione di quelli che arriveranno è esagerata rispetto a quanti siamo noi”.
“Questa riunione – ha concluso Piccinini – servirà per alzare il tono e far capire che follia sia questa decisione per il paese, sconcertante per certi versi dal punto di vista dei numeri. In generale, tutte le parti politiche di maggioranza e opposizione ci hanno contattato e allungato la mano per aiutarci a far sentire e far arrivare a più gente la nostra opinione. Il prefetto dice che siamo un paese piccolo. Sì, ma con un cuore che non va assolutamente snaturato”.
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