Cronaca
9 Marzo 2020
Dopo i gravi casi avvenuti in diversi istituti penitenziari italiani, con sei morti, monta la protesta anche in via Arginone. Sul posto 15 pattuglie di Polizia e Carabinieri. In corso un'attività di mediazione condotta dal questore

Coronavirus, scoppia la rivolta anche nel carcere di Ferrara. Mediazione in corso

di Redazione | 2 min

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Rivolta in corso in carcere anche a Ferrara. Dopo i gravi casi avvenuti in queste ore in diversi istituti penitenziari d’Italia, dove si sono verificati anche decessi, le proteste divampano un po’ ovunque e il carcere di via Arginone sembra non fare eccezione.

Per l’emergenza Coronavirus sono vietate le visite dei parenti e questo è bastato ad accendere gli animi dei detenuti delle carceri: sei detenuti sono morti in carcere tra, Verona, Alessandria e Modena nel corso delle proteste iniziate ieri, 8 marzo, contro le misure restrittive. A Ferrara un primo accenno di protesta è avvenuto ieri verso le ore 16.30, quando i detenuti ristretti in una delle sezioni detentive hanno chiesto all’agente che si trovava nel posto di guardia della stessa sezione di poter uscire. “I detenuti – riportano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale – hanno chiesto di uscire adducendo varie motivazioni, come la consegna di vestiario, di petizioni, rivelatesi poi solo dei pretesti per mettere in atto una protesta. La stessa richiesta veniva fatta da altri detenuti che si trovavano nella sezione di fronte. Ciò ha insospettito l’agente che ha evitato di esporsi, rimanendo all’interno del posto di guardia, mentre ha continuato a dialogare con un detenuto che, a quel punto, ha tentato di strattonarlo per farlo uscire”. Come riferito dal Sappe, l’agente è riuscito a divincolarsi e a contattare gli altri colleghi. “Tutti i detenuti ristretti nella sezione detentiva – riferiscono Durante e Campobasso – hanno iniziato una protesta e parlavano dei fatti di Modena. La protesta andava avanti e i detenuti iniziavano a rifiutare di entrare nelle stanze. Nel frattempo si erano dotati di armi improprie e pretendevano di uscire dai reparti. Solo dopo lunga opera di mediazione del personale e dei vertici dell’istituto la protesta veniva sedata e verso le ore 21,30 rientravano nelle stanze”.

Un focolaio di protesta, quello ferrarese, che è ripreso nella mattinata odierna e che si sta tentando di sedare. Al momento si sta intervenendo con 15 pattuglie tra Carabinieri e agenti della Questura intervenute in via Arginone a dare manforte agli agenti della Polizia Penitenziaria. Sul posto anche i vigili del fuoco per un principio di incendio. La situazione sembra essersi tranquillizzata, ma l’evoluzione viene seguita costantemente dalle forze dell’ordine per evitare che degeneri ulteriormente.

In via Arginone nel popmeriggio è arrivato anche il questore di Ferrara, Cesare Capocasa, per seguire da vicino gli eventi e coordinare gli interventi, ma soprattutto per avviare un’attività di mediazione all’interno del carcere nel tentativo di riportare tutto alla calma e alla normalità

Articolo aggiornato alle ore 15.09

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