
7+2 è la formula sperimentale cui passerà, con ogni probabilità, il futuro di parte del commercio ferrarese, specie quello del centro storico.
E’ questa infatti la sostanza della proposta che mercoledì 20 ottobre il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, e l’assessore comunale al Commercio e alle Attività produttive, Deanna Marescotti, porteranno in Regione per l’approvazione.
Conciliare le esigenze di strutture in zone diverse e con interessi diversi, come i negozi del centro e la grande distribuzione collocata nella prima periferia, ha richiesto un anno di tavolo di lavoro per un “tema sensibile e complesso”, come ha riferito oggi il primo cittadino nel corso dell’apposita conferenza allestita per illustrare il succo di un anno fatto di riunioni, confronti ed anche scontri. Ma vediamola, questa proposta definita “non certamente frettolosa ma ben ponderata” dallo stesso Tagliani, visto il tempo che ha richiesto per la stesura.
La formula “7 + 2” si riferisce alle domeniche in un anno in cui le saracinesche dei negozi rimarranno aperte. Sette domeniche extra-festive (che cioè non coincidono con feste di calendario) e due previste nei mesi di luglio e agosto.
La formula si applicherà a una sorta di centro ‘allargato’, che arriverà a comprendere il centro storico e le periferie, includendo così i centri commerciali (dal Bennet, alle Mura, all’Ipercoop e via Bologna ecc.).
A questa premessa il tavolo di lavoro (cui hanno partecipato nel corso dell’ultimo anno organizzazioni sindacali, rappresentanti della grande distribuzione ed associazioni di categoria) va aggiunto un altro punto fermo: che i lavoratori non affrontino più di due domeniche lavorative consecutive.
Le valutazioni sulla strategia verranno tirate nell’ottobre 2011, ma già nel mese di giugno saranno tre le condizioni che tale soluzione dovrà aver soddisfatto, pena l’abbandono della strada individuata. Ossia: l’incremento dell’occupazione per i negozi delle zone interessate; valutazione dell’effetto del progetto 7+2 in termini di aumento del fatturato per il centro storico (sarà aumentato o la formula ha penalizzato le attività?); il territorio dovrà essere diventato più competitivo rispetto alle realtà confinanti.
Ovviamente “verranno cercate e valutate – premette Marescotti – sponsorizzazioni esterne alle risorse comunali”. Un esempio pratico: le luminarie natalizie, che nulla vieta vengano accese “in conto terzi senza che il Comune attinga a fondi che non ha” specifica il sindaco.
Già, perché l’apertura quasi prossima dell’Outlet di Occhiobello è uno dei principali motivi per cui è stato allestito un tavolo di confronto così prolungato con le realtà locali: “non so se anni fa il non aver scelto di impiantarlo a Ferrara sia stata una scelta sbagliata o giusta” commenta il sindaco, che però ha deciso di puntare sul centro storico, e la realizzazione del ‘salotto’ di corso Martiri è la dimostrazione più palese.
Ma il flusso (si parla di milioni di utenti annui preventivati) a 10 minuti di auto da Ferrara Tagliani non lo vede unicamente come penalizzazione per Ferrara, ma un’occasione da sfruttare. Nel senso: “se una città già di per sé d’arte e cultura come la nostra propone anche un progetto compatto ed appetibile (ed il 7+2 va in questo senso), ci sono buone probabilità che parte di questo turismo commerciale dell’outlet rodigino decida di proseguire il viaggio ed arrivare fino a Ferrara”.
Insomma, all’outlet il progetto 7+2 oppone un’offerta di qualità.
La questione solleva altre domande. La questione parcheggi e la teorica competizione tra grande distribuzione e le attività del centro.
Partiamo dai parcheggi. Il sindaco smorza subito le richieste già pervenute di nuovi spazi. O meglio, sottolinea come “a parte i tre sabati precedenti il Natale, Ferrara non ha bisogno di nuove strutture, c’è un sistema informatico per i parcheggi che ci permette di verificare l’utilizzo durante tutto l’anno”.
Eventualmente, “ragionando in maniera matura come ha dimostrato di saper fare il Comitato Centro Storico è possibile individuare spazi aggiuntivi per i momenti di maggior afflusso, ovvero Cortevecchia, il mercato coperto di Santo Stefano e l’ex Cavallerizza”.
Secondo, lo scontro ipermercato-negozio tradizionale. E qui Tagliani sottolinea di come il progetto partorito rappresenti una “competizione positiva tra le diverse realtà”, l’assessore Marescotti sottolinea una situazione. Quella verificata appena ventiquattro ore prima. “Non è tenendo chiusa la grande distribuzione che si rivitalizza il centro storico. Ieri (domenica; ndr) ad esempio non c’erano tutti centri commerciali aperti. Io ero in piazza, e mi sono tolta lo sfizio di verificare quante saracinesche fossero aperte: direi appena un 10%. Mi sembra un’occasione persa, a fronte di un centro gremito. Capisco che sia difficile per i commercianti, che hanno l’acqua alla gola, pagare personale in un giorno festivo, e capisco come da sola l’organizzazione di eventi non sia sufficiente a salvare il commercio ferrarese: ecco perché è stato elaborato un progetto che coinvolga più parti in causa”.
“Non è una competizione a chi rimane più aperto, se fosse tutto semplicemente riconducibile a questo, il centro storico avrebbe perso in partenza” sottolinea il sindaco.
Tagliani durante la conferenza si sofferma più volte su un aspetto già rimarcato in occasione del Ferrara Buskers Festival: “Come amministrazione abbiamo il compito di muoverci, sperimentare, fare qualcosa di diverso, cercare strade alternative per rendere la città più vivace, cercando più alleati possibili tra le forze disponibili sul territorio. Certo a far nulla si è sicuri di non sbagliare, ma credo valga pena tentare un approccio a questo problema da questo punto di vista. Il tavolo di lavoro condiviso che abbiamo portato avanti non è una gara a chi alza di più la voce per tenere le redini del comando: questo non farebbe certo bene alla città. Il sindaco non è obbligato a passare un anno tra riunioni varie o proteggere dall’aggressività dei territori circostanti, cercando di conciliare: ma me lo sono preso in pancia perché se non sperimentiamo e cerchiamo soluzioni alternative come ne usciamo? Poi, se alla fine i risultato non sarà quello che ci attendevamo, faremo un passo indietro. Ma almeno si è provato”.
La palla dunque passa alla Regione. La data fatidica, come detto, è quella del 20 ottobre. Poi sindaco e assessore torneranno da commercianti e grande distribuzione per condividere quanto emerso a Bologna e – in caso di risposte positive – mettere in pratica il progetto.
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