di Riccardo Giori
Una partecipazione intensa, sentita e calorosa ha caratterizzato oggi il funerale di Ansalda Siroli che si è svolto nella Sala del Commiato della Certosa di Ferrara davanti a oltre un centinaio di persone che hanno voluto rendere omaggio a una delle figure più significative del Novecento ferrarese, salutando per l’ultima volta con profonda gratitudine una donna il cui impegno ha segnato per sempre la comunità cittadina e l’intero movimento femminista locale.
Il feretro è giunto questa mattina dalla camera mortuaria dell’Arcispedale Sant’Anna di Cona per essere accolto nella sala del commiato, dove già dalle prime ore del mattino si respirava un sentimento collettivo di profonda commozione e rispetto.
La cerimonia ha visto la partecipazione di numerosissimi cittadini, familiari, amici e figure di spicco della politica ferrarese, attraversando momenti di profonda commozione e riflessione, confermando il ruolo centrale della figura dell’Ansalda – com’era chiamata da tutte e tutti – nella vita civile e politica della città.
Scomparsa pochi giorni fa all’età di novant’anni lascia un segno indelebile, non solo per la sua militanza nel movimento femminista, ma soprattutto per la sua capacità di ascoltare, accogliere e guidare. Fondatrice di percorsi civici e sociali a favore delle donne – tra cui l’istituzione del Centro Donna e Giustizia – ha saputo porre al centro dell’azione politica la dignità, l’uguaglianza e i diritti fondamentali delle persone, con particolare attenzione alle più fragili e marginalizzate.
A renderle omaggio per primo il figlio, Giorgio Bottoni, attraverso la lettura di una lettera indirizzata proprio alla madre, con la voce rotta dall’emozione ne ripercorre la vita alternando ricordi di famiglia intrecciati a momenti di lotte per i diritti delle donne e dei lavoratori, e di come “la voglia di lottare contro l’ingiustizia, di migliorare i diritti delle persone e il valore della solidarietà siano state la fonte più importante del suo percorso politico e di vita.”
Tra gli intervenuti si sono poi levate le voci delle compagne delle sedi dell’UDI (Unione Donne in Italia) del territorio ferrarese, che con parole appassionate hanno ricordato il ruolo e l’eredità dell’Ansalda: una donna instancabile, animata da una passione civile che ha saputo trasformare la lotta per i diritti in azione quotidiana e concreta. Liviana Zagagnoni, storica esponente e attuale Responsabile dell’Udi di Ferrara, prendendo parola dopo il figlio ha sottolineato quanto la sua vita politica e sociale sia stata intrecciata con quella di tante generazioni di attiviste e attivisti, donne e uomini, che hanno lavorato per un cambiamento autentico nella società. E poi ancora Paola Castagnotto, presidente del Centro Donna Giustizia che ha ricordato di come “anche questo saluto sia un atto politico” e che “ogni donna che dice la verità sulla propria vita è una femminista.” E Ansalda era un’autentica femminista, perché “credeva nella verità e nella ricchezza di ogni vita di donna che merita di essere raccontata, soprattutto la vita delle donne che faticano d’avere la parola libera per raccontarsi.”
Molte le donne intervenute tra cui Patrizia Bianchini, Rita Turati, Angela Alvisi, Serena Bondi, Ornella Farinelli, Mara Mangolini, Daniela Fuschini, Susanna Garuti della CGIL di Ferrara e Chiara Bertelli di Legacoop per ricordare l’importanza di Ansalda Siroli “nell’aver contribuito a costruire e garantire un futuro di libertà, cultura ed emancipazione per le donne anche attraverso il lavoro partendo dalla cooperazione e la collaborazione, grazie anche alla sua esperienza di bracciante nei campi”, sottolineando non solo il valore politico della sua opera, ma anche la sua dimensione umana, quella di una donna capace di unire fermezza ideale e profonda umanità, rigore, generosità e affetto sincero per chi l’ha conosciuta e stimata.
L’ultimo ad intervenire il marito Giorgio Bottoni, che nonostante l’età e la fatica ha voluto comunque ringraziare i figli e tutti i presenti rendendo omaggio alla compagna per “la sua capacità di parlare al cuore della gente e portarla ad unirsi nella lotta”, dimostrando di essere incredibilmente forte anche quando la salute l’aveva irrimediabilmente indebolita.
Nel commiato finale, il momento più intenso della cerimonia ha visto infine la partecipazione del coro delle mondine che strette nelle sciarpe rosse e sulle note di Bella Ciao hanno avvolto la sala in un’atmosfera di memoria collettiva, evocando i valori di libertà, resistenza e impegno civile che hanno attraversato la vita Ansalda Siroli. “Siamo più sole ma non possiamo fermarci, arrivederci in un futuro più libero per tutte”.
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