Terre del Reno
31 Dicembre 2025
Il capogruppo Francesco Margutti denuncia il degrado e chiede una gestione condivisa per salvare il patrimonio naturalistico di Terre del Reno

Futuro Comune lancia l’allarme sul Bosco della Panfilia

di Redazione | 3 min

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Terre del Reno. È il gruppo consiliare di opposizione Futuro Comune, per voce del capogruppo Francesco Margutti, a intervenire con forza sullo stato di salute del Bosco della Panfilia. Quello che dovrebbe essere “il gioiello naturalistico del nostro territorio, simbolo di Sant’Agostino e dell’intero comune di Terre del Reno”, oggi, denunciano, “versa in uno stato di cattiva conservazione”.

Secondo Futuro Comune, le difficoltà del bosco sono in parte legate alle piene del fiume Reno, dato il suo ruolo di cassa di espansione, una funzione resa “sempre più essenziale in questo momento storico di cambiamenti climatici”. Ma questo non può bastare a spiegare l’attuale situazione. Per Margutti è infatti “indispensabile pensare a un sistema di manutenzione coordinata che garantisca anche la fruibilità di questo tesoro naturalistico”. Da qui l’appello diretto: “È tempo di adottare soluzioni concrete per salvare uno degli ultimi lembi delle antiche selve padane”.

Il quadro descritto dal gruppo consiliare è critico. “Chiunque frequenti il bosco può notare come l’edera e le piante infestanti stiano letteralmente soffocando la vegetazione autoctona, compromettendo la salute degli alberi”. I sentieri, privi di manutenzione, sono “in condizioni di scarsa percorribilità”, con ricadute sulla sicurezza e sull’accessibilità per cittadine e cittadini. A peggiorare l’immagine complessiva contribuisce una cartellonistica “vecchia, illeggibile e danneggiata dal tempo”, che trasmette “un’immagine di abbandono indegna per un luogo di tale importanza”.

Margutti ricorda inoltre che il Bosco della Panfilia “non è un’area verde qualunque”. Nato dopo la disastrosa piena del Reno del 1750, rappresenta “una rara e preziosa foresta golenale igrofila, un biotopo fondamentale per l’Emilia-Romagna”. Al suo interno si conserva una biodiversità di grande valore, con specie come farnia, salice e pioppo, oltre a una fauna ricca e diversificata. Il bosco è anche l’ambiente che consente la presenza del tartufo bianco, eccellenza celebrata ogni anno con la Sagra di Sant’Agostino. “Perdere questo patrimonio significherebbe cancellare la nostra storia e una risorsa ambientale ed economica insostituibile”.

Pur riconoscendo che la proprietà dell’area è della Regione Emilia-Romagna, Futuro Comune sottolinea come questo non escluda un ruolo attivo del territorio: “È giusto pensare ad una strategia congiunta con la comunità di Terre del Reno per rilanciare e valorizzare questo patrimonio”. Da qui l’auspicio che l’amministrazione comunale, che “finora ha rifiutato ogni proposta che andasse nella direzione di un coinvolgimento diretto”, possa ora “farsi carico di una, anche minima, responsabilità gestionale”.

La proposta avanzata dal gruppo è l’inserimento del Bosco della Panfilia nella gestione Giapp (Gestione Integrata delle Aree Protette della Pianura). Una scelta che, spiegano, permetterebbe al Panfilia di “entrare in un circuito virtuoso di tutela e di turismo sostenibile, garantendo pianificazione e risorse certe”. Uno scenario reso più concreto dal fatto che “oggi in Regione la sensibilità su questo tema è cresciuta notevolmente”, fino a ipotizzare contributi annuali strutturali per la manutenzione: “È un’occasione da percorrere”.

In quest’ottica, Futuro Comune mantiene “un canale di confronto con la Regione, in particolare con il Consigliere Paolo Calvano, per valutare le possibilità di pianificazione nella gestione del Bosco della Panfilia e trovare risorse adeguate per una fruibilità compatibile con la sua natura di area protetta”. Un’iniziativa che punta a riportare al centro dell’agenda politica locale la tutela di uno dei patrimoni ambientali più preziosi del territorio.

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