Lettere al Direttore
30 Dicembre 2025

Liberiamo l’economia dalla presenza dello Stato

di Redazione | 4 min

Egregio Direttore,

le scrivo in merito alla vicenda Amsef.

Dopo aver letto le dichiarazioni sul suo giornale dei consiglieri Anselmo e Fiorentini, mi ha preso un certo sconforto non vedendo nessuna replica alle loro posizioni, che considero piuttosto anacronistiche.

Scrive Anselmo che l’operazione viene fatta “alla faccia dei 27 dipendenti che non sanno nulla del loro futuro”. Beh, benvenuti nel gruppo. Siamo in circa 20 milioni in Italia, dipendenti dei settori privati che sono sottoposti a condizioni di concorrenza, per cui, come avviene in tutto il mondo, non ci sono garanzie di occupazione stabilite per legge.

E i “sacrifici di un’azienda pubblica, dei suoi lavoratori e dei cittadini”? Beh, alcuni ferraresi i sacrifici li fanno tutti i giorni. Siamo in migliaia a spostarci in altre province per esigenze di lavoro. Ore di viaggio, con il traffico, la nebbia e tutti i costi associati. Questi sacrifici li conosciamo bene, quelli fatti da noi per l’azienda pubblica invece ci sfuggono. Non conosco eventuali sacrifici fatti dai dipendenti, ma se non sbaglio il CCNL non prevede nemmeno 40 ore di lavoro settimanale. Per chi passa 10/12 ore fuori di casa cinque giorni alla settimana, a volte anche sei, sembra uno sforzo tutto sommato sostenibile.

Fiorentini invece si avventura nell’analisi economica, quando scrive “vendere oggi Amsef significa consegnare i cittadini alle tariffe del privato”. E perché dovrebbe essere un male? Se c’è concorrenza i prezzi sottostanno alle leggi del mercato. Chi ha i prezzi più alti deve offrire servizi di più alta qualità, o i cittadini si rivolgeranno altrove. E infatti lo stesso Fiorentini segnala che l’Amsef nel tempo ha perso clienti, probabilmente perché, a differenza dei privati, non è costretta a saper competere per sopravvivere.

Infine, certo di poter accogliere il consenso facile in certi ambienti poco avvezzi alle dinamiche economiche, Fiorentini sventola la minaccia delle multinazionali, i “colossi” li chiama, che certamente si precipiteranno a frotte ad aggredire il mercato ferrarese, che ha fruttato ad Amsef ben 106.768€ di utile nell’esercizio 2024 (non ci pagano nemmeno le spese di trasferta…).

Ma non ce l’ho con Anselmo e Fiorentini, sono consiglieri di opposizione e fanno il loro lavoro, dando addosso sempre e comunque alla maggioranza, perché è questo che si aspettano i loro sostenitori.

Ce l’ho con chi si lamenta che gli stipendi italiani non crescono da 30 anni, ma ha anche il coraggio di continuare a sostenere la presenza della macchina pubblica in ogni settore dell’economia.

All’interno dell’area Euro siamo il paese con la crescita più lenta, anche la Grecia ha fatto meglio di noi. Possiamo inventarci tutte le scuse che vogliamo, che è colpa dei ‘padroni’ e delle multinazionali come dicono a sinistra, o della cattiva Europa, della sua moneta e degli speculatori ungheresi come dicono a destra.

Nessuno che abbia notato che mentre non crescevano il PIL e i nostri stipendi, dal 1995 ad oggi la percentuale di spesa pubblica rispetto al PIL (al netto degli interessi eh) è passata dal 45% al 50%, con punte del 55% in alcuni anni.

Mentre Keynes si ribalta nella tomba per come è stata strumentalizzata la sua teoria sulla ripresa in tempi di recessione, i politici continuano a tenere saldo il potere nelle loro mani, ottenendo consenso in cambio di assistenza e concessioni legate alla loro capacità di controllo di buona parte dell’economia.

Ora, i nostri stipendi non crescono perché non cresce la produttività, certo anche per la dimensione delle aziende, ma soprattutto perché manca il sostegno all’innovazione e alla concorrenza. A sinistra si proteggono le rendite di potere delle aziende pubbliche e a destra si proteggono le rendite di posizione delle caste e delle corporazioni.

Ora io non so se quello che lamentano Anselmo e Fiorentini sulla cattiva condotta dell’amministrazione sia vero. Anselmo e Fiorentini sono persone oneste anche se non imparziali, ma la loro è una battaglia profondamente sbagliata.

Liberiamo l’economia dalla presenza dello Stato, liberalizzando tutto ciò che non ha a che fare con sicurezza, giustizia e sanità. E’ l’unica strada per avere speranze di crescita.

Altrimenti vedremo i nostri figli andarsene all’estero, per non essere sfruttati per pagare le pensioni a un branco di vecchi profittatori che hanno ipotecato il loro futuro con politiche anacronistiche.

I cinesi si stanno mangiando il settore automotive, perché BYD (un acronimo che non ci possiamo permettere) deposita centinaia di brevetti ogni anno e molte mega-aziende cinesi investono in ricerca e sviluppo quattro o cinque volte quello che fanno i loro concorrenti stranieri.

E noi facciamo la battaglia per mantenere pubblica l’azienda di servizi funerari? In effetti ci serve per fare il funerale alla nostra economia, e poi anche alla nostra società.

Cordialmente,

Antonio Lagrazia

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