Fiscaglia. Nemmeno Fiscaglia si unisce ai Comuni che hanno espresso solidarietà al popolo palestinese. Durante la seduta consiliare prenatalizia, la maggioranza ha respinto una mozione presentata dall’opposizione che chiedeva un gesto simbolico a favore della popolazione di Gaza, duramente colpita dal genocidio in corso.
La proposta è stata illustrata in Consiglio dalla consigliera Alessandra Giacquinto, a nome dei gruppi di opposizione Scelgo Fiscaglia – di cui fa parte -, Movimento 5 Stelle e Partito democratico. La mozione chiedeva al sindaco Fabio Tosi e alla maggioranza un segnale di umanità e vicinanza verso il popolo palestinese, colpito da fame, freddo e dall’allontanamento sistematico delle Ong dall’area di Gaza, con conseguenze drammatiche soprattutto su bambini e più fragili.
Non si chiedevano atti formali vincolanti – fanno sapere in un comunicato stampa le opposizioni -, ma un gesto simbolico: il riconoscimento dello Stato di Palestina oppure l’esposizione della bandiera palestinese sul municipio, come già avvenuto in numerosi Comuni italiani e in diversi Paesi europei.
La risposta della maggioranza è stata però negativa. A intervenire è stato soltanto ile indaco, senza alcun contributo da parte degli altri consiglieri di maggioranza. Secondo l’opposizione, le motivazioni addotte per respingere la mozione si sono basate su argomentazioni ritenute evasive: dall’irrilevanza del peso politico di un piccolo Comune, alla presunta inutilità di un gesto simbolico sul piano del diritto internazionale, fino all’idea che un’amministrazione locale debba occuparsi esclusivamente della gestione della propria comunità.
Critiche anche alla comparazione con altri conflitti internazionali, come quelli in Ucraina o in Sudan, richiamati nel dibattito per relativizzare la richiesta di solidarietà. Un parallelismo che l’opposizione giudica improprio e strumentale.
Nel comunicato diffuso al termine della seduta, i gruppi di minoranza parlano di un atteggiamento definito “pilatesco”, accusando la maggioranza di avere scelto la non assunzione di responsabilità anche di fronte a un semplice gesto simbolico. “Siamo a Natale – si legge nella nota -, ma sembra che la Pasqua sia arrivata in anticipo”.
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