Comacchio
24 Dicembre 2025
Un risultato che raddoppia la media degli ultimi decenni e segno dello stato di salute del territorio

Valli di Comacchio. Quasi 65 quintali di anguille pescate nell’ultimo trimestre

di Redazione | 3 min

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Quasi 65 quintali di anguille pescate in tre mesi, da ottobre a dicembre 2025, il miglior risultato degli ultimi decenni. È questo il dato che racconta meglio lo stato di salute delle Valli di Comacchio nel cuore del Parco del Delta del Po e monumento naturale di assoluto rilievo, nonché la più estesa proprietà pubblica dell’area protetta. Un risultato straordinario, frutto di una gestione ambientale sempre più accurata e di un lavoro quotidiano che coniuga conoscenze ecologiche, tradizione e innovazione.

Di questi, 21 quintali (corrispondenti a circa 2.500 anguille) sono stati liberati lungo il litorale comacchiese, presso Lido di Spina, come previsto dal progetto LIFEEL (10.000 anguille liberate complessivamente nei 6 anni di progetto), con cui l’Unione Europea ha finanziato all’Ente Parco il rilascio delle anguille verso il sito riproduttivo del Mar dei Sargassi, per aumentare la popolazione di questa specie minacciata di estinzione secondo l’IUCN. Una piccolissima parte di queste anguille, 150 esemplari, marcati con piccoli contrassegni dall’Università di Ferrara, sono stati rilasciati in alto mare, come richiesto dall’Università stessa aumentarne le probabilità di successo migratorio, grazie alla disponibilità dell’associazione Marinando, che incentiva la pratica della vela in difesa e aiuto di soggetti affetti da varie
disabilità e ci ha accompagnato gratuitamente in mare aperto per il rilascio.

Una quota delle anguille (22 quintali) è stata venduta alla Manifattura dei Marinati, per sostenere il Presidio Slow Food dell’Anguilla Marinata Tradizionale delle Valli di Comacchio; altre (circa 9 quintali) sono state vendute per i rilasci effettuati dall’Ente Parco del Delta del Po Veneto nell’ambito dello stesso LIFEEL o a rivenditori di pesce di Comacchio. Infine, ben 12 quintali sono stati oggetto della tradizionale vendita natalizia ai cittadini di Comacchio, un altro risultato eccezionale rispetto alle medie degli ultimi decenni.

Negli ultimi anni la gestione delle acque delle Valli è stata improntata al massimo equilibrio tra acque dolci e marine, secondo una linea chiara, maturata grazie a una profonda esperienza negli ambienti di transizione. I primi risultati sono ormai evidenti: la ricomparsa della rupia, pianta acquatica fondamentale per questi ecosistemi, l’aumento delle anatre e delle folaghe svernanti, l’ottimo stato di conservazione della colonia di fenicotteri e, soprattutto, l’importante risalita delle cieche di anguilla.

Le Valli di Comacchio sono diventate anche uno dei principali attrattori turistici del territorio, grazie al completamento della Ciclovia delle Valli e dell’Argine degli Angeli, oggi frequentati ogni anno da centinaia di migliaia di visitatori.

Per migliorare ulteriormente lo stato di conservazione dell’area sono in corso numerosi investimenti, sostenuti da fondi europei e regionali. Il progetto Interreg Central Europe Inaco, guidato dal Cnr di Bologna, punta a definire un modello di gestione idraulica ancora più preciso. Il progetto Por-Fesr Discov-ER, con capofila l’Università di Bologna, sta invece realizzando un modello digitale delle Valli per acquisire dati ambientali in tempo reale e affinare ulteriormente la gestione del sito. Con altri fondi Por-Fesr è previsto il ripristino filologico dei dossi degli Angeli e del Pugnalino, a partire da mappe settecentesche, mentre con fondi regionali del Programma Operativo Valli di Comacchio sono in corso i lavori di ristrutturazione della grande chiavica della stazione da pesca Foce.

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