Un anno e nove mesi. A tanto è stato condannato Aissa Moncef, 59enne tunisino, finito a processo per tentata estorsione nei confronti di un noto ristoratore ferrarese. A questo si aggiunge una sanzione di 350 euro.
È questa la decisione presa in primo grado dal Tribunale di Ferrara dopo che il 59enne era finito sotto inchiesta della Procura per fatti che risalirebbero al marzo del 2024. La parte offesa avrebbe iniziato a ricevere insistenti telefonate dal tono minaccioso da parte di un uomo che pretendeva il pagamento di un debito, a suo dire contratto dalla ex fidanzata del ristoratore, probabilmente – secondo gli inquirenti – per l’acquisto di dosi di sostanza stupefacente.
I fatti finiti sotto inchiesta sarebbero proseguiti per cinque mesi, fino a quando – tramite gli accertamenti e l’analisi di telecamere che avevano ripreso i vari episodi – i carabinieri erano riusciti a identificare il 59enne, difeso dall’avvocato Massimo Cipolla.
Pare che inizialmente il gestore del ristorante non avesse dato peso alle richieste e, nonostante l’insistenza, avesse deciso di non rispondere più alle telefonate. La situazione – stando a quanto ricostruito – peggiorò nell’arco di alcune settimane con l’aumentare del tenore delle minacce.
Mocef si presentò nel locale del ferrarese e, dopo aver minacciato una dipendente, minacciò anche il fratello dell’uomo sempre con l’obiettivo di convincerlo a pagare il presunto debito contratto dalla sua ex ragazza.
Lo stesso avrebbe fatto anche nei mesi successivi: a maggio aveva nuovamente minacciato il fratello del ristoratore, con quest’ultimo che, a giugno, dopo essere finito faccia a faccia con Moncef, aveva da lui personalmente subito altre minacce e pressioni.
La condanna di primo grado è arrivata davanti alla giudice monocratico Sandra Lepore del tribunale di Ferrara.
Moncef è imputato anche in un altro procedimento per rapina (in concorso), estorsione e lesioni personali aggravate. Nel procedimento, già approdato alla fase dibattimentale, secondo l’impianto accusatorio, il 59enne sarebbe arrivato a intimidire per soldi un imprenditore di Copparo con l’invio di messaggi telefonici minatori. Messaggi di testo ma anche audio e foto, in particolare quella scattata nei pressi dell’abitazione dell’uomo in cui veniva ritratto un cartone con la scritta “paga” e all’interno una bambola con un cappio al collo.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com