La questione della sicurezza del ponte Saracca torna al centro del dibattito politico locale. A sollevarla sono i consiglieri comunali di opposizione Agnese De Michele ed Emanuele Plebiscito, che ricostruiscono una vicenda complessa e chiedono un intervento urgente da parte dell’amministrazione comunale.
“La settimana scorsa – spiegano – alcuni cittadini di Vigarano Mainarda, individuati dalla responsabile del Settore Tecnico comunale quali ‘soggetti competenti’, hanno ricevuto un invito formale ad effettuare accertamenti tecnici sullo stato del ponte Saracca e ad adottare misure immediate di prevenzione del rischio”. L’iniziativa nasce “sulla base di segnalazioni relative allo stato di degrado del ponte e a seguito di uno specifico invito formale della Prefettura di Ferrara del 25 agosto 2025 affinché venissero effettuati con sollecitudine i necessari accertamenti volti ad escludere pericoli per l’incolumità generale”.
Secondo i consiglieri, la ricerca da parte del Comune di soggetti ritenuti responsabili si sarebbe protratta per oltre tre mesi, fino a quando il Consorzio della Bonifica di Burana, con una nota del 4 dicembre, ha richiamato l’articolo 140 del Regio Decreto 8 maggio 1904 n. 368. Norma che stabilisce che “i possessori o fittuari dei terreni compresi nel perimetro di una bonificazione devono mantenere in buono stato di conservazione i ponti e le altre opere d’arte d’uso particolare e privato che insistono su canali demaniali a servizio di fondi”.
Nella stessa comunicazione, ricordano De Michele e Plebiscito, la responsabile del Settore Tecnico comunale avrebbe evidenziato che “il Comune non può intervenire sul ponte Saracca o sulla viabilità privata ad esso afferente in quanto privo di titolo giuridico che ne attribuisca la proprietà, la gestione o le relative competenze”.
Una posizione che l’opposizione contesta apertamente. “Riteniamo che sia ormai giunto il momento di fare definitivamente chiarezza sulla questione – affermano – ribadendo quanto già evidenziato nel Consiglio comunale del 29 settembre scorso”. Secondo i consiglieri, infatti, nell’ordinamento italiano vige una presunzione di demanialità, sancita dall’articolo 22 della legge 20 marzo 1865 n. 2248, che stabilisce che “è proprietà dei Comuni il suolo delle strade comunali” e che sono considerate parte di esse “le opere d’arte d’ogni genere stabilite lungo le strade medesime”.
“Si tratta di una norma di carattere relativo – precisano – superabile soltanto con una prova contraria, il cui onere incombe sulla parte nei confronti della quale essa opera”. In questo caso, sottolineano, “per sottrarsi alla presunzione di demanialità e quindi esimersi dalla responsabilità di garantire la pubblica incolumità dei cittadini che quotidianamente utilizzano il ponte Saracca o la via Aldo Moro, l’amministrazione comunale deve fornire una prova contraria, dimostrando con atti formali che il ponte e il tratto sterrato di via Aldo Moro siano di proprietà privata”.
A questo proposito, i due consiglieri ricordano che, in risposta a una loro interrogazione, “il sindaco, nel Consiglio comunale del 29 settembre, ha dichiarato pubblicamente che alcuni atti notarili del 2 febbraio 1988 provavano la natura privata del tratto sterrato di via Aldo Moro”. Tuttavia, aggiungono, “un’attenta lettura di quegli atti non conferma tale affermazione”, poiché essi riguardano la compravendita di terreni agricoli confinanti e contengono soltanto “una clausola che riconosce agli acquirenti il diritto di transito sulla strada adiacente”.
“La mancata individuazione di un soggetto privato proprietario del tratto sterrato di via Aldo Moro e del ponte – proseguono – convalida la presunzione di demanialità prevista dal nostro ordinamento e ne attribuisce implicitamente proprietà e responsabilità all’ente locale”. Una tesi che, secondo De Michele e Plebiscito, trova ulteriore conferma nei dati catastali: “Presso il Catasto di Ferrara risulta che la via Aldo Moro è una strada pubblica, così come pubblico risulta il ponte Saracca”.
I consiglieri richiamano infine un ampio quadro normativo e giurisprudenziale: dagli articoli 822 e 823 del Codice civile, che qualificano i corsi d’acqua come beni del demanio pubblico e inalienabili, al TUEL, che attribuisce allo Stato la proprietà delle acque, fino all’articolo 2051 c.c. sulla responsabilità per danni da cattiva manutenzione. Viene citata anche la sentenza del Consiglio di Stato n. 5337/2013, che ribadisce la “natura pertinenziale del ponte rispetto al corso d’acqua”, richiamando un precedente del Tar Lazio secondo cui “il ponte è opera accessoria che rientra nell’ambito del demanio idrico”.
“Riteniamo di aver fatto definitivamente luce sulla questione – concludono De Michele e Plebiscito – individuando nell’ente locale la proprietà demaniale sia della via Aldo Moro sia del ponte Saracca. Per questo riteniamo urgente un intervento dell’amministrazione, chiamata ad adottare misure immediate di prevenzione del rischio per garantire la sicurezza e la pubblica incolumità dei cittadini”.
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