“Una scelta grave”. Così Davide Nanni (Pd) si fa portavoce di un pensiero che si può presumere vada oltre i dem e possa essere abbracciato da tutta l’opposizione, ma anche dai sindacati e dai numerosi lavoratori presenti al Consiglio comunale di venerdì 19 dicembre. Un Consiglio in cui si è deliberato l’avvio del processo di vendita di Amsef.

Nanni nel farlo annuncia un accesso agli atti “per fare piena chiarezza e capire se chi ha votato ieri il testo dovrà assumersi, oltre alla responsabilità morale e politica della scelta fatta, anche quelle legale”.

Il dem precisa che “la maggioranza di destra ha deciso di venderla al mercato privato, senza fornire garanzie chiare e sufficienti per tutti i 27 dipendenti che oggi assicurano un servizio importante alla nostra comunità”; e che “lo ha fatto in modo sbrigativo e inaccettabile, ridacchiando mentre in aula si votava il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, a pochi giorni dal Natale. Un clima che ha lasciato sgomenti”.

Ma soprattutto il consigliere sostiene non esserci “ragioni legali e nemmeno economiche che giustificano la vendita così urgente di Amesf”. Infatti nella proposta di delibera “la scelta viene giustificata con l’esistenza di studi e analisi di mercato che nessun consigliere, nemmeno di maggioranza, ha potuto esaminare”.

Documenti che se non esistessero renderebbero “la delibera è semplicemente illegittima” mentre se esistessero renderebbero incomprensibile il “perché tenerli nascosti”.

“Il Partito Democratico Ferrara e tutte le forze di minoranza – scrive – continueranno a sostenere la mobilitazione dei dipendenti Amsef”. E li ringraziano “per la dignità e la compostezza con cui hanno seguito quasi sei ore di Consiglio Comunale”.

“Erano – aggiunge – visibilmente commossi e rattristati, mentre alcuni consiglieri comunali di maggioranza ridevano e scherzavano sui 133 emendamenti che abbiamo proposto. Una mancanza di rispetto e sensibilità umana che squalifica le istituzioni”.

“Esiste ancora – conclude Nanni – una differenza netta tra chi fa politica nell’interesse pubblico e chi la riduce a un esercizio di potere e convenienza. Ieri l’abbiamo toccata con mano. Non finirà qui, continueremo a batterci per una procedura trasparente e tutele vere per i dipendenti”.