Politica
20 Dicembre 2025
Respinta la richiesta di sospensione di Fabio Anselmo che chiedeva tempo fino al 31 gennaio per analizzare meglio i documenti

Amsef, approvata la vendita

di Pietro Perelli | 7 min

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Approvato l’avvio del percorso di vendita di Amsef e respinta la richiesta di sospensione fino al 31 gennaio, avanzata da Fabio Anselmo (Civica Anselmo). Si è conclusa, come prevedibile, una lunghissima seduta plenaria, terminata intorno alle 20.40: non se ne vedevano di così lunghe dai tempi in cui si discuteva del progetto Feris.

Un Consiglio che si preannunciava teso, ed è iniziato con il presidente Federico Soffritti (FdI) che ha invitato la Polizia Locale a entrare in aula per controllare la presenza di manifesti che lui avrebbe visto. I manifesti però non c’erano. Chi c’era invece erano i sindacati, che prima dell’inizio si erano ritrovati in presidio proprio sotto lo Scalone in piazza Municipale. Tra loro anche Massimo Zanirato (Uil) e Veronica Tagliati (Cgil), oltre ai rappresentanti della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil.

A farlo notare è stata anche Marzia Marchi (M5S), a cui non è piaciuta la “perquisizione” – così la definisce – richiesta dal presidente del Consiglio comunale. “Se io vedo qualcosa che non va – replica Soffritti sono autorizzato a chiedere l’intervento della Polizia Locale. È una normale routine”.

Nonostante un cambio di ordine nelle delibere, la discussione arriva in breve tempo al nocciolo: Amsef. Davide Nanni (Pd) nota come nella delibera 188 (Ricognizione periodica della situazione gestionale dei servizi pubblici locali di rilevanza economica nel territorio comunale) si definiscano “indubbi” i benefici portati dall’azienda di onoranze funebri alla cittadinanza, “assolvendo obiettivi di universalità”. “Su cosa si basa – domanda dunque – la scelta di dismettere il servizio?”.

Tocca quindi a Massimo Buriani (Pd) riprendere un tema già sollevato anche da Marzia Marchi (M5S). Il dem lamenta “insufficienza di informazioni” all’interno degli “strumenti messi a disposizione”. Mancherebbe un dettaglio dei costi e dei bilanci utile a comprendere dove siano le problematiche all’interno delle partecipate. Chiede quindi di “utilizzare le commissioni in modo da approfondire questi temi”.

“Scrupolo nostro – replica Fornasini – è che questa è la prima volta che la delibera viene discussa in Consiglio comunale”. Come già anticipato nella commissione di controllo di mercoledì, l’assessore fa notare che la legge Madia del 2016 “svuota il Consiglio comunale di competenza in merito alle partecipate”.

Proprio per la mancanza di tempo e la necessità di studiare al meglio i documenti, il consigliere Fabio Anselmo (Civica Anselmo) chiede dunque una sospensiva fino al 31 gennaio dell’esame della delibera 187 (Indirizzi in merito all’avvio del processo di dismissione della quota di partecipazione in Amsef srl detenuta al 100% dalla società in house Ferrara Tua Spa), quella che prevede l’avvio del processo di dismissione di Amsef. “Una delibera strategica che coinvolge la vita di tutti”, dice.

Elenca le date Anselmo: dalla prima uscita della notizia sulla stampa dell’11 dicembre al Consiglio del 19, passando per la commissione di controllo del 17 e l’approvazione in Giunta e l’incontro con i sindacati del 12. Un lasso di tempo troppo breve “per poter valutare meglio gli atti che ci sono stati offerti” e che, in alcuni passaggi, presupporrebbero “l’esistenza di atti che non ci sono”. Questo, dice Anselmo, “se fatto in buona fede sarebbe un errore, altrimenti sarebbe altro”.

Poco tempo per poter prendere “una decisione consapevole e bene informata”, sostiene Anna Zonari nell’appoggiare la proposta dell’ex candidato sindaco.

Proposta respinta dalla maggioranza – con la defezione di Camilla Mondini che non partecipa al voto seppur presente – dopo un intervento del direttore generale del Comune di Ferrara, Sandro Mazzatorta. Il dg spiega che la scelta non rientra tanto nella questione economica e quindi nell’andamento dell’azienda, ma in una decisione assunta già nel 2017, di cui chiede conto la Corte dei conti.

In sostanza, dopo che il Comune ha inserito Amsef nel Piano delle alienazioni a partire dal 2018, definendola quindi “non strettamente necessaria al conseguimento delle finalità comunali”, ora la Corte dei conti, vista quella scelta, chiede: “Perché non sia ancora stata venduta”. Dopo una pausa dovuta al Covid, tornerebbe quindi necessaria la delibera.

Tema ripreso anche da Fornasini, che aggiunge come la Corte dica che “la razionalizzazione deve essere di ampia portata” e che Amsef e Ferrara Tua abbiano codici Ateco corrispondenti. L’articolo 20 del Tusp (legge Madia) dice però che “non si possono mantenere partecipazioni in attività con mansioni sovrapponibili”.

Dopo la presentazione delle delibere da parte dell’assessore vengono presentate tre risoluzioni – due da Davide Nanni (Pd) e una da Diletta D’Andrea (Fi) – e 133 emendamenti delle opposizioni.

D’Andrea presenta per prima la risoluzione annunciata in commissione per la salvaguardia dei dipendenti. Una proposta che Davide Nanni specifica non andare oltre l’articolo 2112 del Codice civile e per questo propone due risoluzioni: in una chiede un atto di indirizzo al cda di Ferrara Tua affinché si faccia carico di completare e gestire direttamente la nuova Casa funeraria; nell’altra, oltre alla totalità dei posti di lavoro, chiede anche di garantire la piena parità delle condizioni salariali.

Ciò che però torna con maggior forza è capire “dov’è allora l’urgenza? Perché vendere oggi, e in fretta, senza fornire al Consiglio comunale le analisi di mercato e i benchmark che l’Amministrazione sostiene di aver svolto? Esistono davvero questi documenti? Perché non renderli pubblici?”.

Gli emendamenti promossi dalle opposizioni servono proprio a suggerire salvaguardie per i dipendenti ma anche analisi di mercato.

“Trasparenza, responsabilità e rispetto delle istituzioni”, chiede Anna Zonari ricordando che Amsef “è della comunità, un bene pubblico”. Una partecipata che “serve a garantire un presidio capace di calmierare i prezzi, evitando che bisogni universali vengano lasciati alle sole logiche di mercato”.

“Proprio perché si sapeva della scadenza si sarebbe dovuto avviare prima il confronto”, aggiunge Zonari, riferendosi anche a quello con i sindacati e con il Consiglio. “La scelta di cedere la società – prosegue – rappresenta la rinuncia a un presidio pubblico fondamentale, lasciando un bisogno universale alle sole logiche di mercato e mettendo a rischio il futuro occupazionale di 27 lavoratori. L’operazione è stata condotta come se Amsef fosse una proprietà privata dell’Amministrazione, con un’istruttoria chiusa frettolosamente alla vigilia delle festività natalizie e senza un reale confronto con i sindacati”.

Fabio Anselmo nota invece come la Corte dei conti parli di razionalizzazione e non di vendita, che – sottolinea – “non sono sinonimi” e che in ogni caso non “dice di farlo entro il 31 dicembre”. Da qui la richiesta iniziale di sospensiva dell’istruttoria per comprenderne meglio le implicazioni. Anche perché si tratta di una società che “ha una funzione sociale ineludibile” e per la quale, sostiene, “l’interesse pubblico deve essere prevalente”, dicendo “no a un calcolo economico spregiudicato”.

L’avvocato pone poi l’accento sulle sponsorizzazioni elargite da Amsef a eventi come il Ferrara Summer Festival o il Winter Park. “L’assessore Fornasini – sostiene Anselmo – dice che Amsef e Ferrara Tua hanno contribuito alla promozione del turismo a Ferrara. Ma che c’azzecca?”, domanda, non comprendendo la connessione con i fini istituzionali. Già in passato, e durante la campagna elettorale, aveva precisato che, a suo avviso, il denaro speso in sponsorizzazioni sarebbe stato meglio utilizzato, ad esempio, per abbassare i costi dei funerali. “Poi chi ci dà i soldi per questi eventi?”, provoca l’avvocato.

Chiede infine di prestare maggiore attenzione ai lavoratori e di “non guardarli come sacchi di patate: sono esseri umani che hanno lavorato per decenni in un’azienda che ha contribuito in maniera importante al bilancio di questo Comune e cercando di garantire servizi alle migliori condizioni economiche possibili”.

Enrico Segala (Pd) parla di “una scelta non serena” dalla quale “non si torna indietro” e chiede, in uno degli emendamenti non approvati, di tornare a discuterne in Consiglio prima della vendita. “Stiamo trattando – aggiunge Chiappini (Pd), citando l’ex presidente di Amsef Valente – la vendita di un gioiello”, da cui “verrebbe meno la funzione pubblica”, con il rischio di “un aumento delle tariffe a danno dei cittadini”.

Massimo Buriani (Pd) e Leonardo Fiorentini (Civica Anselmo) puntano invece il dito sulla gestione. “Non sono calati i funerali – dice il primo – ma solo quelli gestiti da Amsef. C’è una difficoltà legata alla concorrenza? Almeno ditecelo”.

“La governance è stata adeguata?”, domanda invece Fiorentini, chiedendo un’analisi dettagliata dei numeri, visto un calo dei servizi dell’azienda “del 20% nel forese e del 4% in città”.

Al termine degli interventi tocca alla replica dell’assessore Matteo Fornasini, che torna sulla necessità di una vendita “oggi, perché l’azienda è appetibile”. Definisce invece “strumentale” la critica all’amministrazione di Amsef, facendo notare i costi inferiori della concorrenza. E proprio per questo ribadisce: “Il problema non sono i costi ma i ricavi”. Un’argomentazione che lega anche alla critica sulle sponsorizzazioni che, conclude, “in fondo cosa sono, se non pubblicità?”.

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