Fentanyl, 16 casi in Regione. Piano pronto in caso di aumento
Solo 16 soggetti positivi al Fentanyl in Emilia Romagna su oltre 12mila screening effettuati dalla Ausl di tutta la Regione, compresa quella di Ferrara
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Il Parlamento Europeo ha approvato con 358 voti favorevoli, 202 contrari e 79 astensioni una risoluzione a sostegno dell’iniziativa di “My Voice, My Choice – per un aborto sicuro e accessibile”. Un’iniziativa, che ha raccolto oltre 1,12 milioni di firme in tutta l’Unione Europea, che “rappresenta un importante segnale politico a favore dell’accesso ad un aborto sicuro, legale e supportato anche da un meccanismo finanziario di solidarietà comunitario”.
Ad intervenire sono Avs, Possibile e Coalizione Civica Ferrara. “Questa decisione – scrivono – arriva in un momento cruciale per i diritti riproduttivi in Europa: mentre in alcuni Stati membri le leggi sull’aborto sono ancora fortemente restrittive o caratterizzate da barriere pratiche all’accesso, l’Europarlamento ha chiesto ai governi di riformare le proprie normative per garantire un accesso pieno, sicuro e non discriminatorio ai servizi di Ivg (interruzione volontaria di gravidanza)”.
“Il voto al Parlamento europeo – aggiungono – è una presa di posizione importante. Finalmente la salute sessuale e riproduttiva, compreso l’accesso all’IVG, vengono riconosciute come parte integrante dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.
Nel mese di ottobre Avs, Possibile e Coalizione Civica Ferrara hanno diffuso un questionario anonimo, che voleva indagare il reale accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva nel territorio ferrarese. “I dati raccolti – spiegano – hanno evidenziato che non si tratta di un problema lontano, ma di quotidianità vissuta da tantə nei nostri territori”.
Dati che andrebbero a confermare “la necessità di politiche mirate e interventi strutturali per eliminare: disparità territoriali nell’accesso ai servizi sanitari dedicati; ritardi informativi sulle modalità di accesso all’Ivg; obiezioni di coscienza, barriere burocratiche, assenza di inclusività”.
Tra le indicazioni riscontrate si trova il tema della consapevolezza e accesso alla contraccezione con una quota significativa di persone ha dichiarato – nel questionario – difficoltà nell’accesso a informazioni e strumenti contraccettivi, con differenze marcate tra territori e fasce di età. Altro tema quello di consultori e servizi pubblici: numerose risposte hanno infatti indicato carenze nei consultori, sia in termini di disponibilità di personale non obiettore, sia di servizi effettivi offerti.
Diverse anche le esperienze di ostacoli pratici nell’accesso all’Ivg: sono stati segnalati ritardi e incertezze sia informativi sia logistici nell’accesso, anche là dove la legge lo permette.
Risultati che hanno posto l’accento su come le barriere “non sono solo una questione astratta, ma hanno impatti reali, quotidiani e differenziati: proprio ciò che la risoluzione europea di ‘My Voice, My Choice’ mira ad affrontare su scala transnazionale”.
Però, sostengono Avs, Possibile e Coalizione Civica, “il voto del Parlamento Europeo non è un punto di arrivo, ma un punto di svolta”. E per questo chiedono “alle istituzioni italiane di raccogliere e pubblicare dati trasparenti sui servizi di salute sessuale e riproduttiva; rafforzare i consultori pubblici come centri di informazione, prevenzione e accompagnamento; garantire l’accesso non discriminatorio alla contraccezione (di emergenza e non); partecipare attivamente alla costruzione di meccanismi di solidarietà europei, affinché nessuna persona sia lasciata sola per esercitare i propri diritti fondamentali”.
“I diritti sessuali e riproduttivi – concludono – non sono un privilegio, ma una componente essenziale della salute, dell’autodeterminazione. I dati lo confermano, l’Europa lo riconosce: è ora che queste scelte si traducano in politiche e servizi concreti”.
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