Lagosanto. La Regione chiarisca se intende sospendere l’iter autorizzativo di un impianto a biometano, a seguito della contestazione del Comune di Lagosanto (Fe), sul cui territorio dovrebbe sorgere l’impianto. A chiederlo è il consigliere della Lega Tommaso Fiazza, con un’interrogazione sottoscritta anche da Fausto Gianella di Fratelli d’Italia.

Nell’atto ispettivo, si chiede anche se “alla luce dei comprovati e documentati elementi di rischio per la biosicurezza e la sanità pubblica evidenziati dal Comune di Lagosanto, la giunta regionale intenda chiedere all’Ausl di esprimere nel merito un proprio parere sull’insediamento dell’impianto, per valutare eventuali rischi legati alla diffusione dell’influenza aviaria ai limitrofi allevamenti” e se si intenda, pertanto, istituire un tavolo tecnico con Ausl, servizi veterinari, istituti zooprofilattici sperimentali, Arpae e il Comune di Lagosanto.

“L’impianto tratterebbe biomasse agricole e zootecniche per produrre biometano da immettere nella rete e utilizzare per vari scopi, tra cui l’autotrazione – spiegano i consiglieri -. Le evidenze scientifiche recenti confermano come la movimentazione di liquami e reflui possa aumentare la diffusione di virus influenzali aviari: pertanto, occorrono misure di biosicurezza rafforzate nelle fasi di carico, trasporto, scarico, stoccaggio e digestione”. Nell’interrogazione si rileva anche che, trattandosi di un impianto con importanti volumi, “la sola conformità ambientale non è sufficiente, ma occorrerebbe maggiore considerazione su eventuali specifiche prescrizioni sanitarie”.

Secondo il Comune di Lagosanto, ricordano poi i consiglieri, “il parere igienico-sanitario espresso in Conferenza di servizi non ha considerato la vulnerabilità territoriale e non ha valutato il rischio aviario relativo ai liquami di bovini e ovini: inoltre, è stato reso senza coordinamento con la Direzione Generale Salute e non ha acquisito valutazioni integrate da Izs (Istituti Zooprofilattici Sperimentali) e Iss (Istituto Superiore di Sanità). Il parere, quindi, presenterebbe una carenza istruttoria e non potrebbe costituire una base sufficiente per l’autorizzazione”.

Viene inoltre richiamato il fatto che la direzione generale “cura della persona, salute e welfare” regionale, nonostante la richiesta ufficiale del Comune di Lagosanto, abbia ritenuto di non esprimersi con un parere di merito, specificando che l’ente regionale responsabile sarebbe Arpae.

Invocando il principio di precauzione (sulla base del quale l’autorità sanitaria regionale è chiamata ad intervenire, anche in presenza di rischi solo potenziali per la salute), e anche alla luce della documentazione scientifica e delle contestazioni del Comune di Lagosanto, i consiglieri chiedono pertanto alla giunta di valutare la sospensione del procedimento autorizzativo, attivando un tavolo tecnico e di confronto.