Politica
18 Dicembre 2025
L'assessore Fornasini spiega durante la commissione di controllo la scelta di aprire le procedura per la cessione della partecipata

Vendita Amsef ora, “in futuro rischia di andare in perdita”

di Pietro Perelli | 4 min

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Vendere Amsef prima che sia troppo tardi e che il valore di mercato scenda drasticamente. In sintesi, è questo il motivo che ha spinto l’amministrazione comunale di Ferrara ad avviare il processo di dismissione dell’azienda di onoranze funebri di proprietà della holding comunale Ferrara Tua.

“È ora il tempo giusto per garantire i posti di lavoro in Amsef. In futuro l’azienda rischia di andare in perdita: non sarà accettata alcuna proposta se non saranno garantiti tutti i posti del personale impiegato in Amsef Srl al momento della cessione a titolo oneroso”.

A motivare la scelta, dopo giorni di dibattito sulla stampa, è stato l’assessore alle Partecipate Matteo Fornasini (Forza Italia) nel corso della Commissione consiliare di controllo, presieduta da Leonardo Fiorentini (Civica Anselmo), riunitasi nel pomeriggio di mercoledì 17 dicembre. “Oggi – ha spiegato – abbiamo la possibilità di fare un bando da una posizione negoziale di forza. Oggi ci possiamo permettere di mettere a gara la tutela di tutti i dipendenti”.

In quest’ottica si inserisce anche l’investimento nella Funeral Home, “che in prospettiva può creare potenzialità per una società privata”, ha aggiunto Fornasini, sottolineando come un’azienda pubblica debba operare con vincoli e regole molto più stringenti rispetto a quelle di un operatore privato. A dargli manforte dalla maggioranza Francesco Rendine (Civica Fabbri): Io so che in molti casi il pubblico non ha quella redditività che ha il privato essendo poco elastico e reattivo”.

A supporto della scelta, l’assessore ha snocciolato alcuni dati economici: il valore della produzione di Amsef è in calo continuo dal 2019 – fatta eccezione per i due anni di crescita durante la pandemia – passando da 4,1 milioni di euro a 3,285 milioni nel previsionale 2025. Un calo attribuito alla diminuzione della spesa media per i funerali (circa 500 euro in meno), alla riduzione della mortalità e all’aumento delle cremazioni, che a Ferrara raggiungono l’80% contro una media nazionale del 40%, con conseguente riduzione dei ricavi.

Numerosi, tuttavia, i dubbi sollevati dalle opposizioni, che contestano innanzitutto l’assenza di un confronto preventivo in Consiglio comunale e la rapidità con cui si è arrivati a una scelta definita “repentina”. Viene inoltre evidenziata una contraddizione: da un lato si riconosce ad Amsef una forte valenza sociale, con tariffe calmierate e una funzione di accessibilità universale al servizio; dall’altro si sostiene che la partecipazione diretta del Comune non sia più necessaria.

Fornasini replica affermando che l’ipotesi di vendita risalirebbe addirittura al 2017, quando a governare Ferrara era il centrosinistra, e che già nella revisione periodica delle partecipate dello scorso anno fosse emersa chiaramente la necessità di una dismissione.

Una ricostruzione contestata da Massimo Buriani (Pd) e dallo stesso Fiorentini, secondo i quali l’ipotesi avanzata dall’amministrazione Tagliani riguardava la cessione di una quota e non dell’intero pacchetto. Buriani ricorda inoltre che all’epoca si era parlato di una possibile fusione con l’azienda funeraria comunale di Mantova per “creare economie di scala”, ipotesi poi accantonata.

Proprio Mantova viene citata da Fornasini come esempio negativo: la Tea Servizi Funerari è stata venduta nel 2023 per 1,5 milioni di euro, comprendendo anche la Funeral Home. A Ferrara, invece, la Casa Funeraria in fase di realizzazione in via Mortara – investimento sostenuto da Amsef – dovrebbe rimanere di proprietà comunale, anche se i servizi saranno presumibilmente affidati al futuro acquirente.

Le perplessità delle opposizioni restano forti. Da Enrico Segala (Pd) ad Anna Zonari (La Comune), passando per Massimo Buriani (Pd) e Marzia Marchi (M5S), in molti si interrogano sulle scelte fatte negli ultimi anni. “Perché – chiedono – sono state spese centinaia di migliaia di euro in sponsorizzazioni e non in investimenti per rafforzare la presenza sul mercato?”.

“È possibile – incalza Buriani – che non ci sia alcuna assunzione di responsabilità sull’andamento di Amsef? Possibile che non esista uno straccio di piano industriale? E come è stata affrontata la concorrenza?”.

Anche Marchi sottolinea come l’apertura recente di una nuova agenzia funebre dimostri che “un mercato esiste”. Un mercato che, ribatte Fornasini, “è profondamente cambiato” e che comporta “un netto calo dei ricavi”, rendendo Amsef non più competitiva nel medio periodo.

La maggioranza ha invece presentato un emendamento nel quale chiede all’amministrazione di inserire nel percorso per la dismissione di Amsef la salvaguardia del posto di lavoro per i 27 dipendenti. Un emendamento apprezzato anche dalla minoranza, come non mancano di sottolineare Matteo Proto ed Enrico Segala (Pd), ma che ad alcuni risulta “ridondante” visto l’articolo 2112 del codice civile che tutela i lavoratori in caso di trasferimento d’azienda. Il problema poi potrebbe presentarsi a posteriori, non a caso, commentando la commissione, il segretario della Uil di Ferrara Massimo Zanirato, così come fatto da diversi consiglieri, si domanda: “Come è possibile tutelare nel tempo (oltre ciò che prevede il c.c. 2112) i posti di lavoro di tutti i dipendenti?”

Il confronto è destinato a proseguire nel Consiglio comunale convocato per venerdì 19 dicembre, dove la scelta dell’amministrazione sarà chiamata a misurarsi nuovamente con le critiche dell’opposizione.

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