di Giada Zerbini*

Negli ultimi mesi a Ferrara si stanno accumulando decisioni diverse tra loro, ma unite da un filo comune: parcheggi più cari, tariffe rifiuti in aumento, incertezze sul futuro di Amsef, ora anche il rischio di costi più alti per il teleriscaldamento. Scelte che incidono direttamente sulla vita quotidiana delle famiglie ferraresi e sulle loro tasche.

Il problema non è un singolo provvedimento, ma il metodo. Ferrara viene spesso raccontata come una città “amica”, vicina e giovanile. Ma dietro una narrazione molto efficace sui social, ai cittadini viene presentato il conto, spesso senza un confronto vero e senza informazioni chiare e preventive.

Sul teleriscaldamento, ad esempio, i ritardi all’impianto di Casaglia e la sospensione della componente geotermica rischiano di tradursi in maggiori costi di produzione e, quindi, in tariffe più alte. Su Amsef si parla di una gara pubblica, ma nessuno smentisce l’ipotesi di un accordo già definito, con la cessione di una società pubblica a fronte di benefici economici limitati per il Comune e potenziali effetti negativi su concorrenza e prezzi. Lo stesso schema si è già visto con parcheggi e rifiuti: decisioni calate dall’alto, giustificate a posteriori.

Governare una città non significa solo comunicare bene ed essere popolari, ma spiegare con trasparenza le scelte, assumersene la responsabilità e dire chiaramente chi paga, quanto paga e per quali decisioni.

I ferraresi non chiedono slogan, chiedono rispetto e chiarezza. Il Partito Democratico non è contrario ai cambiamenti né agli investimenti, ma chiede una cosa semplice: che le decisioni siano motivate, trasparenti e davvero nell’interesse pubblico, non operazioni opache che scaricano costi sui cittadini.

Ferrara non ha bisogno di sorrisi di facciata. Ha bisogno di amministratori che dicano la verità e di scelte che non presentino il conto alle famiglie senza spiegazioni.

*segretaria comunale del Partito Democratico di Ferrara