La decisione del Comune di Ferrara di vendere Amsef, la partecipata che si occupa di onoranze funebri, è stata comunicata ai sindacati dei lavoratori insieme ai tempi strettissimi nei quali l’operazione dovrebbe essere formalizzata in Consiglio comunale e poi completarsi. Un fulmine a ciel sereno per tutta la città. Nessuna consultazione preventiva, nessuna ricerca di partecipazione per spiegare i termini e le caratteristiche dell’operazione, nessuno tentativo di coinvolgere i cittadini in una questione che riguarda ognuno di noi e su una scelta che non ci sembra fosse stata annunciata in campagna elettorale.
Si prospetta un’ulteriore privatizzazione di un’azienda nata per tenere sotto controllo, calmierandolo e garantendo trasparenza nelle tariffe, un servizio al quale nessuno può decidere di rinunciare.
Di fronte alla privatizzazione dell’acqua e dei servizi energetici, oltre alla gestione dei rifiuti, sia a livello locale, sia a livello nazionale, nonostante le promesse, i costi sono aumentati e il servizio non è certo migliorato. Inoltre, le risorse che prima entravano nelle casse pubbliche, invece che essere utilizzate per calmierare i prezzi o essere investite per aumentare l’efficienza della gestione oppure utilizzate per rafforzare il sistema complessivo dei servizi sociali, ora diventano profitti privati destinati ad alimentare un mercato finanziario che sta soffocando l’economia reale.
Non parliamo poi del sistema sanitario dove la regionalizzazione, il progressivo tradimento della riforma del 1978 e il disinvestimento nel pubblico hanno aperto la strada al privato con un aumento dei costi a carico dei cittadini, che in troppi casi non se li possono permettere (sei milioni di italiani nell’ultimo anno hanno rinunciato a curarsi), e con quello che non possiamo non considerare uno scandalo: lucrare sulla salute dei cittadini.
Giustamente i lavoratori di Amsef sono preoccupati per il loro futuro e stanno chiedendo, tramite i loro sindacati, chiarimenti e garanzie, perché in questi casi, oltre che dall’aumento dei prezzi, venendo meno l’azione calmieratrice dell’azienda pubblica, i margini di profitto vengono da una riduzione del costo del lavoro, attraverso un peggioramento delle condizioni contrattuali, sempre ammesso che tutti i posti di lavoro vengano confermati.
Al di là della questione patrimoniale, il Comune rinuncerebbe ad un’entrata futura a tempo indefinito di un’azienda da sempre in salute, che nel 2019 intercettava il 60% dei servizi funerari cittadini e che nonostante la successiva discutibile gestione, aveva gettato le basi, con i ritardi dovuti a questa amministrazione, per la realizzazione di una struttura – la Funeral Home – che ne avrebbe certamente rilanciato l’attività. Una posizione di indiscutibile vantaggio concorrenziale che oggi, invece di essere utilizzata per governare il mercato, si offre al privato.
Per tutte queste ragioni siamo assolutamente contrari alla decisione adottata dalla destra alla guida del Comune di Ferrara e invitiamo le forze politiche e sociali a mobilitarsi per scongiurare questa eventualità.
Alleanza Verdi e Sinistra, Possibile, Coalizione Civica e La Comune di Ferrara
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