Attualità
16 Dicembre 2025
La provincia estense segue la flessione regionale sul sangue intero, mentre crescono le donazioni di plasma. In Commissione sanità il punto sul sistema trasfusionale e le nuove strategie di sensibilizzazione

Donazioni sangue in lieve calo a Ferrara: -2,5% nei primi 5 mesi del 2025

di Redazione | 4 min

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Ferrara registra una lieve flessione nelle donazioni di sangue nei primi cinque mesi del 2025. I dati regionali collocano la provincia estense tra i territori in calo: le donazioni complessive sono passate da 10.491 a 10.230 rispetto allo stesso periodo del 2024, con una riduzione del 2,5%. Un dato che si inserisce in un quadro più ampio di lieve contrazione a livello emiliano-romagnolo, ma che richiama l’attenzione sulla tenuta del sistema locale e sulla necessità di rafforzare le iniziative di sensibilizzazione.

In Emilia-Romagna, complessivamente, le donazioni di sangue sono diminuite dello 0,7%, passando da 122.252 nei primi cinque mesi del 2024 a 121.435 nello stesso periodo del 2025, con 817 donazioni in meno. La flessione riguarda esclusivamente il sangue intero, sceso del 4,3% (da 89.699 a 85.862), mentre il plasma segna un incremento significativo del 9,3%, passando da 32.553 a 35.573 donazioni.

Nel confronto tra province, la contrazione più marcata si registra a Rimini (-5,5%), seguita da Piacenza (-3,6%). Oltre a Ferrara (-2,5%), cali si osservano anche a Bologna (-1,9%) e Ravenna (-1,3%), mentre i dati risultano sostanzialmente stabili in un altro territorio regionale, con una flessione limitata allo 0,1%. Segno positivo, invece, per Forlì-Cesena (+4,1%), Parma (+1,0%) e Reggio Emilia (+0,9%).

Il quadro complessivo è stato al centro dei lavori della Commissione Politiche per la salute e politiche sociali dell’Assemblea legislativa regionale, presieduta da Gian Carlo Muzzarelli, che ha tracciato un bilancio dell’attività del sistema trasfusionale a vent’anni dall’approvazione della normativa di riferimento. Il tema è stato affrontato anche attraverso una risoluzione, approvata dalla Commissione e presentata dal Partito democratico, che impegna la giunta regionale a potenziare le campagne di sensibilizzazione, in collaborazione con le associazioni dei donatori, aumentando le cosiddette giornate del dono.

Particolare attenzione è rivolta alle nuove generazioni, con iniziative specifiche e il coinvolgimento delle scuole, e all’aumento dei donatori di origine straniera, considerato anche come un’opportunità di integrazione sociale. Approvati inoltre due emendamenti, uno condiviso da Partito democratico e Fratelli d’Italia e uno presentato da Fratelli d’Italia, per rafforzare la promozione della donazione nei luoghi di aggregazione giovanile e di lavoro e per valorizzare la collaborazione con il ministero della Difesa e con il ministero della Sanità.

“La rete trasfusionale regionale – ribadisce il presidente Muzzarelli – garantisce livelli di sicurezza e qualità fra i più elevati in Italia, importante anche per la ricerca scientifica. Un modello che funziona in primis per la collaborazione ormai consolidata tra servizio sanitario regionale e associazioni di volontariato”.

Guardando al confronto annuale, tra il 2023 e il 2024 in Emilia-Romagna le donazioni complessive sono cresciute del 2,7%, passando da 285.069 a 292.774. Anche in questo caso emerge il doppio binario: lieve calo del sangue intero (-1,2%) e forte crescita del plasma (+14,6%). Numeri analizzati anche negli interventi del presidente regionale Avis Roberto Pasini, di Michele Di Foggia per Fidas, del responsabile del Centro regionale sangue Rino Biguzzi e della dirigente regionale Ester Sapigni. Per le associazioni resta centrale mantenere l’autosufficienza sul sangue intero e, allo stesso tempo, potenziare ulteriormente la raccolta di plasma, puntando su un sistema sempre più integrato e omogeneo sul territorio.

Nel dibattito in Commissione sono intervenuti anche i consiglieri regionali. Valentina Ancarani (Pd) ha chiesto: “Quale quota di plasma ci farebbe arrivare all’indipendenza come sistema paese?”. Biguzzi ha risposto spiegando che mancano circa tre punti percentuali, pari a 200 tonnellate.

“Importante l’aspetto della donazione, che è gratuita, c’è un valore umano importante da parte dei volontari, un pilastro anche per l’aspetto della coesione sociale”, ha sottolineato Maria Costi (Pd).

“Grandi passi in avanti del sistema, con questa legge, che compie vent’anni, l’aspetto della donazione diventa centrale”, ha rimarcato Nicola Marcello (Fratelli d’Italia), aggiungendo: “Importante il tema dell’autosufficienza di sangue, alcuni regioni come l’Emilia-Romagna sono particolarmente attive sulle donazioni”.

Sulla centralità del modello regionale è intervenuta anche Ludovica Carla Ferrari (Pd): “Fondamentale l’integrazione tra pubblico e privato nelle politiche sanitarie, importare però mantenere la centralità pubblica del sistema trasfusionale. Fondamentale poi l’impegno del volontariato per arrivare all’autosufficienza in regione, un modello che ha saputo in questi anni attrarre i cittadini, compresi i giovani”.

In chiusura Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) ha ribadito: “Fondamentale ci siano sempre più cittadini in questo sistema, a partire dai giovani”. E ha aggiunto: “Importante anche il coinvolgimento dei cittadini stranieri”. Concludendo: “Serve poi informare i donatori sull’effetto della loro azione, su come viene utilizzato il loro sangue”.

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