Comacchio
16 Dicembre 2025
La capogruppo della lista civica La città futura accusa l'Amministrazione comunale: "Mancano vigilanza, progettualità e interventi strutturali sul comparto vallivo"

Furti nelle valli di Comacchio, Ballola: “Patrimonio ambientale in stato di abbandono”

di Redazione | 2 min

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Durante lo scorso 12 dicembre, i carabinieri di Comacchio, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Ferrara e del locale Nucleo Forestale, hanno messo in campo un articolato servizio di controllo straordinario del territorio finalizzato alla prevenzione e repressione di qualunque attività illecita, con un particolare sguardo alla circolazione stradale

Comacchio. L’ennesimo episodio di bracconaggio ittico nelle valli di Comacchio riaccende il dibattito politico sulla gestione di uno dei patrimoni ambientali più preziosi del territorio. A intervenire con toni duri è Sandra Carli Ballola, capogruppo della lista civica La città futura, che denuncia una situazione che definisce di degrado strutturale e di prolungata inerzia amministrativa.

Secondo la consigliera di minoranza, il furto di anguille avvenuto “qualche tempo fa” non rappresenta un caso isolato, ma “solamente l’ultimo episodio che segnala lo stato di abbandono in cui versa il patrimonio ambientale comacchiese”. Un fatto grave, che chiama in causa non solo la sicurezza, ma soprattutto la governance complessiva delle valli.

Carli Ballola sottolinea come il tema della vigilanza non possa essere eluso: “La mancanza di vigilanza è grave e i responsabili di ciò vanno individuati, la giustizia poi farà il suo corso nei riguardi dei ladri di pesce”. Tuttavia, avverte, il problema va ben oltre i singoli episodi criminali: “Ma il problema è ben più ampio e profondo”.

Dal suo insediamento in Consiglio comunale, la capogruppo afferma di aver sollecitato più volte la giunta Negri e l’assessore all’Ambiente Cardi affinché si avviasse “un progetto di analisi e intervento sul comparto vallivo, oggi completamente abbandonato”. Un appello che, a suo dire, è rimasto inascoltato.

Pur ricordando che “la proprietà è del Comune di Comacchio che ne ha affidato la gestione al Parco regionale del Delta del Po”, Carli Ballola lamenta l’assenza di una reale interlocuzione istituzionale: “non abbiamo riscontrato in questi anni da parte dell’amministrazione una sollecitudine e un’attenzione nei riguardi del nostro patrimonio storico ambientale, anche rispetto all’interlocuzione e alla collaborazione con l’Ente Parco”.

Tra le criticità elencate figurano infrastrutture in condizioni precarie e nodi mai sciolti: “I lavorieri sono fatiscenti, l’argine degli angeli sta collassando e non si sa chi debba occuparsi della manutenzione”, mentre “l’argine della Lavadena è crollato causando commistione di acque pubbliche e private”. Restano inoltre aperte “la questione proprietaria di Boscoforte” e l’urgenza di “una sistemazione idraulico ambientale delle valli”.

Ma il cuore della denuncia riguarda anche l’identità storica del territorio: “Soprattutto non si è affrontato il tema della vallicoltura, che ci ha contraddistinto nei secoli al punto che le tecniche erano celebrate nelle enciclopedie del Settecento”.

L’intervento si chiude con una domanda retorica che è insieme accusa e appello: “Fino a quando la nostra città dovrà sopportare tanta noncuranza e incompetenza?”. Una presa di posizione che riporta al centro dell’agenda politica locale il futuro delle valli di Comacchio e la responsabilità delle istituzioni nella loro tutela.

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