Gentile Redazione,
scrivo in merito al recente fermento che chiede la stabilizzazione delle educatrici che attualmente lavorano nei servizi 0–6 del Comune di Ferrara. Siamo tanti gli educatori coinvolti in un aspetto diverso e altrettanto grave e sarebbe indispensabile anche per noi, senza nulla togliere a coloro che richiedono una stabilizzazione, far sentire la nostra voce. Ritengo necessario condividere un punto di vista che, ad oggi, non trova adeguato spazio nel dibattito pubblico, e che riguarda il principio di equità nell’accesso al pubblico impiego.
Comprendiamo e rispetto il fatto che molte di queste lavoratrici che ad oggi richiedono stabilizzazione abbiano maturato anni di esperienza sul campo ma è doveroso portare all’attenzione pubblica un aspetto fondamentale che, in questo dibattito, viene completamente ignorato. La graduatoria da cui da 5 anni si attinge per porre in servizio da settembre a giugno queste educatrici è una graduatoria ‘straordinaria’, non un concorso. Le persone oggi in servizio non sono state assunte attraverso un concorso pubblico ma sono entrate tramite una graduatoria emergenziale per soli titoli, creata in periodo Covid, che ha privilegiato automaticamente chi aveva più anni di servizio, penalizzando: chi si era appena laureato, chi si stava affacciando alla professione, chi non aveva ancora maturato abbastanza anni di servizio perché il percorso universitario era appena terminato. Si tratta di una selezione nata per far fronte a una situazione straordinaria e non può diventare la porta d’accesso definitiva alla Pubblica Amministrazione.
Stabilizzare persone che non hanno mai sostenuto un concorso, e che sono entrate tramite una procedura eccezionale e non comparativa, significherebbe: consolidare un’ingiustizia ai danni di chi non ha mai potuto partecipare in condizioni di parità, escludere chi è arrivato dopo, pur avendo gli stessi titoli o addirittura titoli più aggiornati e cristallizzare una situazione in cui non è mai stata verificata la preparazione professionale con prove scritte, orali o pratiche.
Aspetti assolutamente gravissimi e che distruggono l’art. 97 della Costituzione che stabilisce che agli impieghi pubblici si accede tramite concorso, e l’art. 35 del D.Lgs. 165/2001 che definisce che le assunzioni devono avvenire tramite procedure pubbliche, trasparenti, imparziali e aperte a tutti. Non è assolutamente colpa delle educatrici attualmente in servizio e la questione non vuole mettere in dubbio la qualità del loro lavoro, né la loro dedizione.
Riguarda il principio, fondamentale in uno Stato di diritto, che i posti pubblici devono essere assegnati con procedure eque, non tramite permanenze “di fatto” costruite nel tempo attraverso graduatorie straordinarie.
L’unica via rispettosa della legge e della parità di accesso è quella di bandire un concorso pubblico aperto a tutti i laureati in possesso dei requisiti e che permetta a chiunque di competere in condizioni di uguaglianza. Non si chiede di penalizzare nessuno, ma semplicemente che la Pubblica Amministrazione rispetti le regole e non trasformi una graduatoria d’emergenza in una scorciatoia verso l’assunzione a tempo indeterminato.
Spero che vi sia la possibilità di far sentire anche il nostro punto di vista essendo in tanti e altrettanto indignati.
Grazie mille,
Silvia Felloni