Con “Vivaldi Rock” comincia la nuova edizione di FeMu Edu
Oggi, martedì 16 dicembre, al Ridotto del Teatro incomincia con “Vivaldi Rock” l’edizione 25/26 di FeMu Edu
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Prosegue mercoledì 17 dicembre la rassegna "I Mercoledì del Conservatorio" a Palazzo Naselli Crispi che vede protagonisti docenti e studenti del Conservatorio G. Frescobaldi
Oggi, 16 dicembre, al Nuovo Teatro Orione si terrà la premiazione finale dell'edizione di "The 48 Hour Film Project Roma 2025", in collaborazione con Ferrara Film Corto Festival
Mercoledì 17 dicembre alle ore 20.30 il Teatro Comunale di Ferrara si anima di magia con "Éveil, il Risveglio"
Sabato 13 dicembre si è concluso il corso di alta formazione sul manifesto cinematografico di LuceLab Cinecittà in collaborazione con Ferrara La Città del Cinema
Lynch torna in sala, lunedì 22 dicembre alle 21 al Cinema Boldini in Sala Estense, con Mulholland Drive, nel restauro 4k curato e distribuito da Cineteca di Bologna e Lucky Red: un film-labirinto che ha ridefinito il modo di guardare e ascoltare il cinema contemporaneo. La serata, introdotta dal regista e critico Massimo Alì Mohammad, fa parte del ciclo “The Big Dreamer – il cinema di David Lynch” promosso da Arci Ferrara.
Nato come progetto televisivo e poi rifuso in un lungometraggio, Mulholland Drive conserva la tensione seriale e la piega onirica del “doppio”: volti che slittano, identità che si specchiano e si perdono, Hollywood come città-desiderio e macchina dell’oblio. Lynch costruisce un racconto a incastri in cui il piacere dell’enigma non è un gioco di prestigio, ma il modo più onesto per mettere in scena il trauma e la sua rimozione.
Il film chiede di essere visto al cinema perché nasce come esperienza sensoriale: la fotografia che scava nel buio, il montaggio che cancella e ripristina i nessi, il suono come dispositivo di inquietudine. Dal Club Silencio al “no hay banda”, fino alla voce che si spezza e continua a cantare, la partitura di Badalamenti e il lavoro sul paesaggio sonoro installano quello scarto ipnotico che la copia restaurata restituisce con precisione: un nero davvero nero, un dettaglio che respira, un audio che stratifica presenze e fantasmi.
In questa prospettiva, l’invito non è “capire tutto”, ma accordarsi al ritmo del film: arrivare con il desiderio di perdersi e di rimettere insieme i pezzi. È il patto di visione di Lynch, ed è il motivo per cui rivedere Mulholland Drive su grande schermo continua a essere un atto necessario.
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